Il nuovo coordinatore romano della Margherita Riccardo Milana spiega come chiudere i conti con il vecchio tesseramento
«Ripartiremo dalle sezioni e dalla militanza che si raccoglierà attorno alle nuove sedi, almeno una per ogni municipio»
di Mariagrazia Gerina
Azzerare il tesseramento, chiudere i conti impossibili con gli ipotetici 49 mila iscritti al partito romano, ricominciare da capo. «Apriremo nuove sedi e avvieremo sul territorio un censimento più legato alla militanza», spiega Riccardo Milana, nuovo coordinatore della Margherita di Roma, proclamato domenica al termine delle tre giorni all’Hotel Ergife.
A proposito, quanti iscritti sono andati a votare?
«Oltre quindicimila, il numero esatto non lo ricordo. Comunque credo che venerdì la direzione regionale certificherà il risultato».
Troppi secondo un vostro iscritto, Mario Adinolfi, che ha annunciato ricorso alla commissione di garanzia.
«Non mi interessa parlare di Mario Adinolfi. Non mi piace il suo modo di fare».
Va bene, ma parliamo della questione. Tutto è cominciato con un tesseramento abnorme, 49 mila iscritti...
«Certo, per questo con gli altri dirigenti del partito abbiamo deciso di azzerarlo. Quarantanovemila iscritti è un dato abnorme, non lo porteremo dentro al Partito democratico».
Sì, ma come ci si è arrivati?
«È una storia che risale a due anni fa, eravamo a cavallo delle elezioni regionali e il tesseramento è rimasto aperto molto tempo. Sette o otto mesi. Questo ha creato un fenomeno incontrollabile, alla cui base c’è un meccanismo sbagliato, che non lega il tesseramento al territorio. Chiunque voglia aprire un circolo di cinquanta aderenti può farlo. E nessuno ha realmente responsabilità e controllo su come si fanno le tessere. Noi vogliamo chiuderla questa pagina. Lo dico a nome di tutto il gruppo dirigente. Su questo siamo concordi».
Ma farete un nuovo tesseramento?
«Pensiamo di dare vita a nuove strutture periferiche. Almeno una sezione, un punto di riferimento organizzativo per ogni municipio. Cosa che ora c’è e non c’è. Da qui partirà un nuovo tesseramento basato sulla militanza e non su quella mobilitazione astratta che in passato a dato vita a fenomeni degenerativi. Una sezione è un posto da frequentare e non un conto corrente da mandare alle poste senza controllo».
E il Pd?
«Il Pd non può essere una struttura lontana dal popolo. Io penso che le sedi di Ds e Margherita siano una ricchezza. Chi ce l’ha fa bene a tenersele strette. Su questo non sono d’accordo con Rosy Bindi».
All’Ergife lei ha detto: un congresso in cui io e D’Ubaldo siamo contrapposti è un film. Sulla vecchia Dc o sul nuovo Pd?
«Al di là delle provenienze, di vecchia Dc nella Margherita c’è rimasto molto poco. Sono rimaste alcune cattive abitudini alle quali stiamo tentando di mettere mano, credo con successo».
I mariniani le hanno dato del filo da torcere. Quanto peseranno nel Pd?
«Credo che peseranno molto per la loro storia che è quella del popolarismo, una tradizione democratica e civile che deve avere il suo posto, a Roma però io ho avuto una investitura forte da tutto il gruppo dirigente e nel Pd non andremo come rutelliani o mariniani ma come Margherita».
I Ds vanno a congresso con 3 mozioni, i Dl con una sola. Però al congresso aleggiava una certa paura di scissione. Lei stesso ha fatto un accorato appello a Marini.
«Nei Ds c’è un dibattito sulla linea politica che rispettiamo, anche se tifiamo per chi vuole fare il Pd. Noi dibattiamo su come e chi dovrà fare il Pd, la leadership di Rutelli non è in discussione, dobbiamo decidere chi sono le persone che lo contorneranno».
E in questa partita il Lazio è diventato un nodo nazionale. Con Roma, roccaforte rutelliana.
«L’attenzione a Roma viene dal fatto che qui come centrosinistra abbiamo fatto qualcosa che sta già avanti. Nel Lazio è la partita numericamente complicata. Ma al di là dei due-tre voti in più, stiamo cercando di costruire anche qui un quadro unitario».
Concordo pienamente. E' offensivo per la parte anatomica....
divertente, il tesseramento di milano è tarocco lo dice il coordinatore uscente, il tesseramento di roma è tarocco lo dice il coordinatore entrante, il tesseramento nazionale è giusto salvo 450 tessere lo dice il coordinatore nazionale. Chi imbroglia?
"di vecchia Dc nella Margherita c’è rimasto molto poco" se è così è spiacevole, visto che nella dc c'erano fior di professionisti che hanno governato l'italia nel bene (pensate se vincevano nenni e togliatti) e nel male. Pur con tutto il mio dissenso con fanfani paragonarlo a marini o rutelli è un insulto. Quanto a milana nella dc al massimo faceva l'usciere
Concordo con Arcovazzi. Uno così Fanfani manco la scrivania gli avrebbe fatto spolverare. In effetti a dirla tutta, eccoci a rimpiangere la Balena Bianca, me l'avessero detto in quegli anni "formidabili" (cfr Mario Capanna) quando scappavo inseguito da milioni di celerini inferociti, avrei trovato la forza di scoppiargli a ridere in faccia. E invece siamo arrivati a questo punto.