«Non piace un magistrato che pensa». Per anni in prima linea, oggi è deluso.
S’impegnerà ora a far crescere una cultura di rispetto delle regole
Il giudice che preferisce il conflitto trasparente al compromesso opaco
di Marco Travaglio
«La giustizia, ormai, è una macchina per tritare l'acqua…». Quante volte l'ha ripetuto, Gherardo Colombo, agli amici che gli chiedevano della nuova esperienza in Cassazione. Diceva giustizia e tutti leggevano Giustizia, con la G maiuscola. Perché lui nella Giustizia ha sempre creduto. Oggi non ci crede più, o meglio: non crede in quel simulacro di giustizia che il Potere ha plasmato negli ultimi anni a propria immagine, in quel meccanismo infernale che trita le vite dei poveracci e santifica i grandi ladri e mafiosi di Stato. Altro che 15 anni: da Mani Pulite, da quel biennio eccezionale in cui tutti i cittadini parevano davvero uguali di fronte alla legge, quando l'articolo 3 della Costituzione e quella scritta polverosa nei tribunali non suonavano più come una triste barzelletta, sono passati secoli. Anni luce. Le acque del Mar Rosso si sono richiuse, riportando a galla l'eterno «Paese della furbizia e del privilegio». Così l'ex giudice coi riccioli (ormai radi) va in pensione con 15 anni d'anticipo, avendone soltanto 60.
Nato nel 1946 a Briosco, in Brianza, e cresciuto a Renate in una grande casa con giardino e un piccolo boschetto di bambú, Colombo è un uomo colto, sportivo, svagato, spiritoso, noto per aver indagato su alcuni tra i più cupi misteri d'Italia: l'autorapimento di Sindona spalleggiato da mafia e P2; l'omicidio Ambrosoli; le liste di Gelli; i fondi neri dell'Iri; e poi Tangentopoli e le toghe sporche corrotte da Previti & C. Ora scriverà articoli e libri, terrà conferenze, continuerà il giro d'Italia che con molti colleghi conduce per parlare di legalità e giustizia nelle scuole, nelle università, nei centri culturali. «Voglio - dice al Corriere - invitare i giovani a riflettere sul senso della giustizia: la giurisdizione può funzionare solo se c'è una cultura condivisa di rispetto delle regole». Purchè le regole siano giuste, e non tutte lo sono, dopo la devastazione dell'ultimo quindicennio. La prima volta che Colombo contestò una legge fu col decreto Biondi che aboliva l'arresto dei colletti bianchi: era anche suo il comunicato letto da Di Pietro in cui il pool Mani Pulite chiedeva a Borrelli «un altro incarico nel cui espletamento non sia stridente il contrasto tra ciò che la coscienza avverte e ciò che la legge impone». Tornò a parlare nei giorni della Bicamerale, nel '97, mentre la politica stravolgeva la Costituzione per mettere al guinzaglio i giudici. Disse, in una famosa intervista, che Mani Pulite aveva scoperto solo «la punta dell'iceberg», mentre il resto seguitava a diffondere sotto il pelo dell'acqua i liquami del «non detto», dunque del ricatto: «Nel metabolismo politico-sociale del Paese ci sono ancora le tossine che consigliano di realizzare le nuove regole della Repubblica non intorno al conflitto trasparente, ma al compromesso opaco. E un passaggio chiave è la Bicamerale. Chi non è stato toccato ha scheletri nell'armadio e si sente non protetto, debole perché ricattabile. La società del ricatto trova la sua forza su ciò che non è stato scoperto». L'aveva già detto nel '93, quando aveva proposto un «condono» per i tangentari che andassero dai giudici a raccontare tutto ciò che sapevano: la politica rispose sparando. L'aveva ripetuto ne «Il vizio della memoria», il suo libro più bello. Ma quell'intervista suscitò un attacco corale, quasi liberatorio, di un fronte politico trasversale da destra a sinistra che non ne poteva più di una Giustizia davvero indipendente. Gl'insulti peggiori vennero da sinistra: «caso psichiatrico», «paranoide», «fanatico», «eversore», «estremista», «golpista». Gli fecero un procedimento disciplinare, uno dei tanti (tutti finiti in assoluzione, come le 20-30 inchieste penali aperte a Brescia su denuncia dei suoi imputati).
Nel quinquennio nero del berlusconismo fu tentato più volte di lasciare: «Se la magistratura diventa qualcos'altro da quella disegnata dalla Costituzione del '48, se ci chiederanno di applicare leggi che stridono con la coscienza, sarà doveroso andarcene». Per sei anni è invecchiato nell'aula dei processi a Berlusconi & Previti, accanto a Ilda Boccassini, slalomando tra una legge vergogna e l'altra. Intanto, nelle aule accanto, vedeva entrare e uscire in catene centinaia di immigrati condannati senza difesa ad anni e anni di galera, spesso per qualche grammo di hashish. Il primo anno dell'Unione, lungi dal dissipare il pessimismo della ragione, l'ha accresciuto. Colombo lascia la Cassazione mentre vi rientra, per decreto, Carnevale: il giudice più amato dal potere, anche se nessuno gli ha mai dato del «politicizzato». «Non è mai piaciuto, al potere, un magistrato che pensa», ha scritto un giorno Colombo: «Non è mai piaciuto nemmeno a tanti magistrati, pensare. Perché, tante volte, pensare mette in crisi». Anche senza toga, lui non smetterà di pensare.
Evvai che ci ritroveremo pure questo al Senato.
Sigh...
E quale problema ci sarebbe, bubbidolo? Forse non ti piacciono le persone rette con la schiena dritta? Preferisci cialtroni, ladri, evasori fiscali, collusi mafiosi, corrotti, corruttori, nani e ballerine e via dicendo?
Spero che un giorno più prossimo possibile, io e te vivremo in paesi deversi (e so che ti troverei d'accordo).
A me piacciono i magistrati che pensano. Ad amministrare la giustizia, pero'. Che noia, povero colombo, starsene in cassazione. Meglio aprirsi una bella e più gratificante carriera di convegnista e attendere le prossime elezioni e la scontata candidatura nei ds. Nel solco di ua pratica molto ben consolidata...
la persona che pensa è (spesso) sgradita al potere.
Carolina
Gherardo è uno dei pochi magistrati che con serietà e sincerità denuncia con le sue dimissione la vergogna della magistratura forte con i deboli anche se rei e inesistente con i veri potenti
bubbidolo e Marii, quando capirete che non tutti sono come voi, che ci sono persone in questo paese che non sono degli albertosordi sempre pronti a piegare la schiena o a sbracare, ma capaci di essere dignitosi davvero, sarà troppo tardi. Troppo tardi per voi e per la vostra Italia con la quale gente come Colombo, è chiaro, non ha nulla a che spartire
Colombo coi ds? Colombo con il partito neo-craxiano dei furbetti, dei forcieri, dei latorre-amici-di-dellutri? Ma dai...
Mi sembra deprimente che una persona non analfabeta, anche se di "ceto culturale medio-basso", possa anche soltanto pensare cose come quelle che bubbidolo scrive, credo soltanto per fare dello spirito fuori luogo. Non conosco l'età dell'autore del primo commento, mi auguro che quanto dice sia dettato dalla superficialità giovanile. Io trovo invece veramente sconfortante che si arrendano, per stanchezza, anche quelle persone di sicura preparazione, onestà ed autorevolezza che occupano posti importanti nell'amministrazione dei poteri democratici. Che poi, il magistrato in pensione Colombo, volesse in futuro entrare a far parte del Parlamento, a chiunque sano di mente e moralmente integro, non potrebbe far altro che piacere, a prescindere dallo schieramento politico: un uomo onesto, corretto, profondo conoscitore dei problemi della Giustizia nel nostro Paese, non potrebbe operare se non per fini utili a chi non ama la corruzione, il sotterfugio, la sopraffazione. E non me ne voglia Bubbidolo.
Bubbolo, da buon esponente della casa circondariale delle libertà, si comporta da bravo borsaiolo: è il primo a temere di essere derubato.
Mi dispiace davvero per Colombo, ma non lo biasimo per questa sua scelta.
ho appena postato su napolionline.org un commento e una riflessione per questa decisione del valoroso Giudice che rappresenta un grave perdita per la Magistratura e la Giustizia nel suo complesso.
Ha fatto benissimo a sbattere la porta. Dovrebbero farlo tanti altri seri e capaci magistrati come lui, per i quali rimanere in un baraccone sempre meno capace di assicurare Giustizie e sempre più colpito nella sua indipendenza, dev'essere una mortificazione insopportabile. Se poi vorrà offrirci il suo impegno per cambiare questo malandato paese anche in politica non potremo che essergli riconoscenti.
Ottimo magistrato e sono perfettamente d'accordo sul fatto che in Italia non esiste la cultura della legalità e probabilmente neanche più quella del diritto. Però responsabili di questa anomalia sono anche tutti quegli ex magistrati che oggi siedono in parlamento (o sono al governo) insieme a corruttori, corrotti, concussori, malversatori ecc. Vedremo se anche Colombo farà parte di questo non poco folto schieramento di ex magistrati ora politcanti. Il che sarebbe di una tristezza infinita, alla luce di queste sue struggenti parole.
Un galantuomo non scende a compromessi quindi non entra in parlamento.... i destrisinistri non molleranno mai l' osso a meno che l'osso non molli loro......,.
Per 60.000 Euro al mese ed una carica da ministro, secondo voi Colombo accetterebbe di venire in Forza Italia?
Quanti di voi non lo farebbero? Siete veramente sicuri?
Mhhhm...ci credo poco.
Silvio, sempre che Forza Italia vinca ancora le elezioni...
Silvio, sempre che Forza Italia vinca le prossime elezioni...
in tal caso avrebbe accettato le mazzette che sicuramente da quelle parti gli sono arrivate
O forse ha accettato quelle che gli sono arrivate da botteghe oscure...
catone chi, quello che ha educato nerone, oppure il parlamentare udc direttore de la discussione? (spero il primo)
signor catone, forse sarebbe il caso di evitare diffamazioni gratuite
eh... cosa dire?? non so se è stato meglio che Colombo abbia deciso di abbandonare la magistratura o che avesse piuttosto continuato pur ammettendo lui stesso di poter far ben poco ormai per la giustizia... Certo che un magistrato che rilascia queste dichiarazioni dovrebbe fare riflettere sul nostro paese, mentre sembra che oggi si voglia evitare che QUALUNQUE persona pensi...
Ah è vero scusate...mi ero scordato che il pci con le tangenti non c'entrava nulla...che stupido!
Il PCI c'entrava, purtroppo. Infatti, a Milano, il vertice del partito è stato praticamente azzerato dalle indagini. La bestialità che hai detto è stata quella di fare illazioni sull'integrità di una persona come Gherardo Colombo
ah adesso e' chiaro! sei carlo catone (meglio noto come cacatone)
Beppe mi fai un pò pena e manco ti rispondo, Lizard vorrei sapere se credi veramente che con mani pulite la corruzione in Italia sia stata debellata. A me non sembra. Eppure qualcuno (ad un certo punto) ha pensato il contrario dichiarando chiusa mani pulite. E' lecito che mi venga qualche dubbio o dobbiamo pensare tutti alla stessa maniera?
Eppure qualcuno (ad un certo punto) ha pensato il contrario dichiarando chiusa mani pulite
e in che modo avresti dedotto che mani pulite è stata chiusa perchè qualcuno (chi?) ha considerato debellata la corruzione in italia?
e come si concilia questa tua avventurosa affermazione con le presunte tangenti intascate da colombo?
cacatone, non c'e' problema, di cose da dirti ne ho parecchie anche se non rispondi. ma riprovo a farti con una domandina semplice: fa piu` schifo uno a cui piace ancora dire le parolacce (come faccio io), o uno che non si fa scrupolo di gettar merda sulle persone per bene (come fai tu)? se hai qualcosa da dire su colombo, dilla pure, ma il pci o il pds non c'entrano una mazza fino a prova contraria. sei liberissimo di sceglierti i maestri che vuoi ma penso che rifarsi sistematicamente alla lezione di andreotti (a pensar male si fa peccato ma spesso si sbaglia) denoti una poverta' di pensiero critico ed uno scarsissimo senso civile.
La mia era ovviamente una battuta, so che vi riesce difficile capirlo. Non credo nella maniera più assoluta che Colombo abbia intascato una tangente.E mi scuso (solo con lui) di questo equivoco. Stavo solamente provocando e riflettevo solo sul dato di fatto che ad un certo punto, e direi sul più bello, mani pulite è stata chiusa dalla stessa procura di Milano che ad un certo punto ha smesso di indagare. E questo è un dato di fatto.
ps intendevo: spesso ci si prende (scusa cacatone)
ah senz'altro è un dato di fatto, e secondo te da questa improvvisa interruzione delle indagini, chi ne ha beneficiato?
(ci sarebbe da discutere sul significato di "sul più bello"... in che senso? ti pare che quello fosse il momento d'oro dell'intera vicenda giudiziaria?)
allora saremmo tutti e due dei pagliacci, io dichiarato, tu invece incompreso dai piu`. non mi convinci mica: una battuta di quel tenore e' buona per il bagaglino, non per una discussione un po` dura ma franca come quella in corso.
pero' voglio seguire l'esempio di davide e provare a prenderti sul serio. dimmi, chi e' che ha chiuso la stagione di mani pulite? una procura in malafede e che si sarebbe esposta a procedimenti disciplinari (l'azione penale e' obbigatoria, pallino!), oppure una classe politica che si e' rifiutata di interpretare quel tremendo campanello di allarme? e' colpa di colombo cumunista o dei cittadini che hanno preferito votare chi non meritava la loro fiducia ma che gli prometteva di tornare ai bei tempi dello sperpero? e' colpa di di pietro che si e' buttato in politica per interesse personale o e' colpa della gente non e' stata capace di capire che gli hanno gettato una montagna di fango addosso? sono i magistrati che la fanno troppo complicata o i disonesti che la fanno sempre molto semplice? e' colpa insomma della procura di milano o dei cittadini (e della classe politica che esprimono) che non sono degni del loro compito?