Salami e salumieri
di Marco Travaglio
Dice il ministro della Giustizia Mastella, restando serio, al Messaggero che occorre una tutela speciale per i Vip perché, «a differenza di quanto s'immagina, più una personalità è alta, nel calcio, nella politica, nello spettacolo e più è fragile». Dunque «o si fa la legge sulle intercettazioni o la democrazia è in pericolo: tutti hanno paura di parlare liberamente al telefono» e «non ne può più neppure il salumiere, il calzolaio, l'impiegato, il cittadino comune». Come abbiamo fatto a non pensarci prima?
È per questo che maggioranza e opposizione si accingono a imbavagliare a tappe forzate i giornalisti, vietando di pubblicare anche «parzialmente, per riassunto o nel contenuto» ogni atto d'indagine o intercettazione, anche quelli non più segreti, fino al processo, cioè per anni e anni. Lo fanno per il salumiere, il calzolaio, l'impiegato, il cittadino comune. Lo fanno per noi, per il nostro bene. Infatti le cronache sono piene di verbali e intercettazioni di salumieri, calzolai, cittadini comuni. E non se ne può più, signora mia. Anche il garante della Privacy Franco Pizzetti, quando è andato a Porta a Porta (come se un arbitro andasse alla Domenica sportiva) e ha proibito preventivamente la pubblicazione di «notizie riferite a fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico» relativi all'inchiesta di Potenza minacciando dai 2 mesi ai 3 anni di galera, manco fosse un giudice o un legislatore, aveva appena ricevuto le telefonate (si spera, non intercettate) di tutti i salumieri, calzolai, impiegati e cittadini comuni coinvolti in Vallettopoli. Il fatto che si sia mosso quando è saltato fuori il nome del portavoce del governo, che non è un salumiere, né un calzolaio, né un impiegato, né un cittadino comune, è puramente casuale. Insomma, possiamo dormire tra due guanciali. Stanno lavorando per noi, cittadini comuni e giornalisti. Anche perché sanno che molti cittadini preferiscono non sapere,e dunque non pensare.Ma soprattutto sanno che molti giornalisti certe notizie preferiscono non darle, dunque sono ben felici se qualcuno glielo vieta: così hanno l'alibi. Se il bavaglio non glielo impone il potere, sono costretti a metterselo da soli, facendo la figura dei servi. Infatti si moltiplicano gli appelli perché quel benedetto bavaglio arrivi al più presto. Vespa non vede l'ora, Mentana pure. Feltri a pagina 2 pubblica qualunque cosa, ma a pagina 1 invoca una legge subitissimo. Anche il Corriere pubblica tutto da pagina 2 a 20, ma a pagina 1, per la penna dell'ambasciatore Romano, elogia come «opportuni» il diktat Pizzetti e la legge Mastella, e si spinge oltre: sarebbe meglio se le Procure evitassero proprio di indagare su questi scandali, così i giornali non sarebbero costretti a raccontarli. A suo avviso, una normale indagine su un gigantesco caso di estorsione è «una crociata per rinnovare la società e il costume», e la colpa non è di chi spilla quattrini ai vip per nascondere i loro vizi privati, ma di chi lo scopre: il solito «procuratore battagliero, aggressivo e ansioso di pubblico consenso».
E se la gente nutre «un sentimento di qualunquistica diffidenza per tutta la classe politica», non è colpa di una classe politica ricattabile, ma di chi quei ricatti persegue penalmente perché sono un reato. Altri, come Belpietro, scrivono che «le intercettazioni inondano le redazioni dei giornali» e «il segreto istruttorio è un colabrodo», insomma i giornali sono costretti a pubblicare, ma a malincuore. Eppure anche l'ultimo cronista giudiziario sa che il segreto istruttorio non c'entra nulla, perché non c'è niente di segreto, essendo tutte le telefonate dentro l'ordinanza di arresto per Corona & C.
Se fossimo seri, annunceremmo in coro l'obiezione di coscienza all'editto del Garante e alla legge Mastella, che ci costringeranno a tenere nella penna e nel cassetto informazioni importanti per i lettori (per esempio, l'amicizia del ministro della Giustizia con l'ottimo Lele Mora). Invece subiamo, o invitiamo i censori a fare in fretta. In Inghilterra si dice che «il politico che si lamenta della stampa è come il marinaio che si lamenta del mal di mare». In Italia il giornalista si lamenta perché il politico non lo butta in mare.
Milano piattaforma logistica europea del narcotraffico.
Mastella, vattene dall'Italia.
abbiamo la classe politica e quella dirigente piu' corrotte e corruttibili di tutta europa, però non ci deve interessare, dobbiamo mandare in galera i giornalisti che scoprono le loro porcherie e secondo il " garante" pizzetti meglio sarebbe non indagare proprio su certe faccende, Bertinotti sostiene il garante: "Non si può gettare fango su una persona parlando dei suoi amori": così il presidente della Camera ai microfoni di Radio anch'io. "Spezzerei una lancia a favore dell'onestà intellettuale del presidente dell'Autorità e dei suoi membri", ha aggiunto, negando che le indicazioni del garante servono a tutelare solo la classe politica: "Non sono norme che riguardano solo qualche personaggio, ma tutte le persone. I privilegi dei politici vanno discussi, non ci deve essere una norma solo per loro, ma che tuteli loro e le soubrette".
chissenefrega se poi i vizietti dei nostri politici sono strettamente legati a reati quali estorsione e sfruttamento della prostituzione, io, fossi in mastella li depenalizzerei, almeno la facciamo finita co' 'ste pulcinellate.
quando nella politica si vuol fare entrare per forza una certa morale, onestà vorrebbe, da parte dei politici che la sostengono, che questa morale si esprima in primis attraverso i loro comportamenti, sircana è il portavoce di un governo che in materia di diritti civili non sta facendo una gran bella figura col suo asservimeno alla battaglia omofoba della chiesa. è questo il punto: lui appoggia (votando) e sostiene (divulgandole) linee politiche che stigmatizzazno la libertà sessuale e limitano i diritti di tanti cittadini/cittadine considerati, da membri del governo o da rappresentanti politici dello schieramento al governo "devianti".
esattamente come quelli che si fanno di coca nel "tempo libero" e poi in parlamento dimezzano la quantità di cannabis per uso personale.
E' una questione di credibilità.
se io sono il presidente di un'associazione animalista e poi scopro che il mio portavoce va a caccia, di certo il mio portavoce non mi fa fare una bella figura e non rende credibile la mia associazione.
in un'ottica ed etica laiche, sircana potrebbe egli stesso travestirsi da donna nel suo tempo libero, se la qual cosa lo gratifica, ma, nella morale cattolica - che poi scivola nel moralismo - che questa politica vuole imporre a tutti gl'italiani per non scontentare le gonnelle d'oltretevere, non puo' e non deve.
per non essere ricattati, per non andare a finire sulle pagine dei giornali che si occupano di gossip, basterebbe comportarsi in maniera tale da non dover rischiare nessuno scandalo, invece "loro" vogliono fare il cazzo che vogliono e avere salva la faccia, se questo significa annullare il lavoro di quei pochi giornalisti coraggiosi che le schifezze ancora le denunciano, poco importa, e a me questo sembra un atteggiamento di un'impudenza senza fine.
mastella è una cloaca massima...