IL MALE OSCURO DELLA METROPOLI SENZ´ANIMA
di CARLO ANNOVAZZI
Quando alle dieci di stasera si spegneranno le fiaccole, sulla città calerà il buio. Il buio del cielo. Ma, soprattutto, il buio delle menti. A manifestazioni concluse, a contrapposizioni politiche rilassate in attesa di tendersi nuovamente, quello che resta di quindici giorni di schermaglie è un´opera di Rembrandt.
Letizia Moratti è stata populista per ingraziarsi il popolo, ci aveva già provato subito dopo le elezioni, con i Navigli, ascoltando le lamentazioni degli abitanti assediati per tre mesi dall´inferno sotto forma di rumore, promettendo provvedimenti e rinviando poi solo di qualche giorno quello che era sempre stato, la deregulation notturna. È stata populista anche per riconquistare una ribalta nazionale. È andata su un tema trasversale ed è riuscita a tenere i toni altissimi su un problema vissuto da tutti. Milano non è il Far West, non è Napoli e, per fortuna, non è nemmeno quella di trent´anni fa. Non ci sono più sparatorie, non c´è più il coprifuoco. Però la paura si è insinuata nelle pieghe delle vite milanesi, esiste una microcriminalità che condiziona quartieri, che trasmette insicurezza ai soggetti più deboli, in particolar modo agli anziani.
C´è la droga, tanta, troppa. Non solo in periferia, ma anche in pieno centro, la protesta di strada a Figino diventa una raccolta di firme in piazza XXV Aprile. La richiesta di più polizia e vigili non è solo di destra, attraversa la politica perché arriva dalla base.
Ma siamo sicuri che basti il presidio massiccio delle forze dell´ordine per costruire la città ideale? Chi vive anche la notte dice no. Perché il male di questa Milano è decisamente più profondo. È una città che ha perso l´anima.
Sono cadute le barriere e tutti sono convinti di poter fare tutto. E più si è giovani, più questo viene elevato a regola. L´imbarbarimento dei costumi, l´incapacità di valutare e considerare i cambiamenti, questi sono i problemi di Milano. Due esempi di vita in diretta. Via San Marco, un cingalese picchiato da quattro ragazzotti ben vestiti solo perché colpevole di essere straniero e di guadagnarsi la vita nell´unico modo che questa civiltà gli permette. Via Statuto, quattro giovani, pure griffati, a fare pipì sulle portiere delle auto. Intolleranza e inciviltà tra mezzanotte e l´una, in pieno centro. Accade ogni sera. Questo è il livello. Pensiamo davvero che basti qualche centinaio di poliziotti in più per cambiarlo? Se uno cammina di giorno non inciampa, perché vede la luce di questo mondo, ma se cammina di notte gli manca la luce. Milano cosa fa per accendere la luce nella mente dei milanesi? Dove sono le famiglie, le scuole, il Comune? E dove sono gli imprenditori? Milano ha una serie infinita di eccellenze, ma ha perso il senso della convivenza sociale. Sempre più chiusa in se stessa, ha finito per perdersi. Ora, dopo aver scosso le coscienze, il sindaco ha un dovere: ridare un´anima a Milano. L´anima non sono i grattacieli di Citylife, il lusso di Santa Giulia, l´Expo. L´anima è la riscoperta del prossimo, la solidarietà, l´allargamento delle offerte, l´educazione. E ancora, l´allungamento dell´orario dei metrò, eventi culturali di piazza, l´illuminazione dei monumenti, mostre. Questo è il compito di un sindaco. Molto di più di un allarme a effetto che si perde nell´arco di una notte.
uccellaccio del beneaugurio che non sei altro, guarda come la giornata si è rimessa a posto...