Congresso cittadino tra le polemiche. Respinta la richiesta del voto segreto sull'elezione della direzione
Anche i Ds di Milano si spaccano «Subito una forza più a sinistra»
Nella Quercia strappo sul Partito Democratico. «Serve un percorso diverso»
di Marco Cremonesi
La macchina è lanciata, la forza centrifuga inarrestabile: anche a Milano, proprio mentre si celebra il congresso cittadino, la Quercia si avvia alla scissione. E pazienza se la rottura definitiva si consumerà più avanti: i sostenitori della sinistra socialista di Fabio Mussi non hanno alcuna intenzione di rinunciare ai delegati che voteranno al congresso regionale di metà aprile. Lo strappo non si legge soltanto nella decisione della sinistra di non ritirare la scheda per votare il nuovo segretario, che peraltro è l'uscente Franco Mirabelli. E in fondo, a dare il sapore di ciò che sta accadendo non è neppure l'annuncio che verrà ufficializzato questa mattina. E cioè, per dirla con Chiara Cremonesi, «preso atto dell'accelerazione sul Partito Democratico, noi da oggi ci dedichiamo a un percorso diverso, l'aggregazione di tutte le forze della sinistra che in questo progetto non credono».
È proprio il tessuto unitario del partitone che fu comunista ad esser venuto meno, un collante che fino a ieri era rappresentato dal partito stesso. Lo si vede quando la sinistra, nel tentativo di portare alla luce qualche smagliatura nella maggioranza fassiniana, chiede il voto segreto sull'elezione della direzione. La richiesta è respinta, e lo strappo si consuma nella carne viva del partito. Con la sala che ribolle di proteste, uno come Antonio Pizzinato che grida imbestialito dal fondo della sala e l'ex sottosegretario Ornella Piloni (mozione Angius) che per la rabbia torna al dialetto: «Gh'avém le firme per il voto segreto e loro se ne sbàtten».
E in effetti, i tempi dell'annunciare un passo avanti per farne due indietro sembrano davvero finiti. Lo si capisce dalla relazione del segretario Franco Mirabelli. In cui chiede la lista unitaria dell'Ulivo in tutti i Comuni che andranno al voto nei prossimi mesi, la fusione dei gruppi Ds e Dl in Provincia, addirittura la costituzione di sezioni «che abbiano come protagonisti Ds, Margherita, associazioni e altre esperienze che vogliono dar vita al Partito Democratico». Il tutto in vista di una prossima «grande convenzione cittadina» per lavorare alla quale, con ogni probabilità, si rinuncerà a eleggere e insediare la segreteria cittadina del partito. Da fuori, dal centrodestra, arriva il commento del coordinatore regionale azzurro, Mariastella Gelmini: «Mi pare evidente che la crisi dei partiti della sinistra è a un punto così avanzato che la loro permanenza al governo dà i brividi».