Welby, salviamo il dottor Riccio
di Furio Colombo
Ci sono molte ragioni - umane e civili - per non dimenticare il caso di Piergiorgio Welby, la sua sofferenza, la sua residua ma forte voce che non ha smesso richiedere agli esseri umani che gli stavano intorno di intervenire e di porre fine, per dovere morale e secondo la legge, al suo disumano dolore.
Qualcuno lo ha fatto. Lo ha fatto l’appello ostinato dei radicali, di Marco Cappato, a cui in molti ci siamo uniti, medici, giuristi, politici, cittadini di tutta Italia.
Uno di loro, uno di noi, il medico anestesista Mario Riccio, lo ha fatto.
Seguendo scrupolosamente il poco che le norme italiane indicano e consentono per rispettare la dignità e la volontà di una persona che non può più soffrire, il Dottor Riccio ha fermato la macchina-tortura che stava comunque portando Welby alla morte, però più lenta, più indecorosa, capace solo di alimentare un dolore sempre più grande.
Ora - nonostante la richiesta di archiviazione del Procuratore della Repubblica e del Procuratore Generale di Roma, il Tribunale della stessa città annuncia di voler processare il medico e lo accusa di omicidio di persona consenziente, cioè di reato gravissimo. Non diremo che la decisione annunciata - se presa - avrà un fondamento teologico e non giuridico, per il rispetto sempre dovuto alla Magistratura.
Diremo che è tempo per tutte le persone guidate da un senso di umanità e solidarietà di essere presenti, attive e impegnate a sostenere due cause: la dignità del malato Welby, che aveva chiesto a lungo e invano - come in un film dell’orrore - che si ponesse fine alla sua sofferenza.
E l’atto di umanità da medico e da cittadino, compiuto a nome di tutti noi, dal medico Riccio, in base alla sua conoscenza, competenza e coscienza.
Chi di noi ha provato gratitudine - e anche riscatto per la propria incapacità di accorrere in aiuto - quando il Dottor Riccio è intervenuto, adesso ha l’impegno di essergli accanto e sostenerlo.
È giusto scrivere queste cose sul giornale di quella sinistra che della solidarietà, del soccorso, della dignità, del rispetto della persona e dei suoi diritti fondamentali ha sempre fatto la sua bandiera.
Propongo al nostro giornale di aprire una sottoscrizione: un fondo di difesa per sostenere al livello più alto le ragioni umane morali e civili che hanno guidato il Dottor Riccio nella sua decisione e nel suo intervento che ha posto fine al dolore.
In un mondo impegnato - anche con le sue migliori risorse tecnologiche - a creare dolore, occorre difendere Riccio ma anche il simbolo alto di ciò che ha fatto. Contribuisco a questo appello con 1000 euro. Ma anche un solo euro sarà contributo di testimonianza dovuta. È una buona, nobile, umanissima causa in cui nessuno deve tacere.
Personalmente sono un pò sconcertata dalla decisione del GIP: secondo me, Welby aveva un diritto costituzionale a richiedere la sospensione delle cure e Riccio lo ha aiutato nel morire. Per come l'ho capita io, se Welby non fosse stato sedato, ci sarebbe stato il rischio di un ulteriore supplemento di agonia.
Non sono una giurista, però penso che questa decisione sia di fatto convergente con gli anatemi di una certa parte politica (Vaticano compreso).
Anch'io voglio contribuire alle spese per la difesa di Riccio: spero però che questa vicenda si concluda presto con la definitiva archiviazione.
Ribadisco inoltre (lo farò fino allo stremo delle mie forze) di dare l'8 per mille alla Chiesa Valdese.
Grazie e buon lavoro
Lisa
L'ordine nazionale dei medici, che qualcosa di più del "tribbunale" di roma dovrebbe capire della fattiscepice, ha archiviato il caso.
La vicinanza al vaticano ha il suo peso.
questi son assurdi. voglio vedere se un giorno viene a mastella la sclerosi multipla... dilapida tutte le casse dello stato per curarsi con tanto di dolce morte... ma vadano tutti affanculo...
Carolina