«Io? A 67 anni purtroppo ho capito che non so essere santo. Tento solo di essere un buon cattolico, anche se pecco settanta volte al giorno». Paolo Cirino Pomicino deve alla madre Clara, donna devotissima che ogni giorno gli faceva recitare il rosario assieme agli altri sei fratelli, la sua fede cattolica. «Mi è servita soprattutto quando ho intrapreso la carriera politica. Certo, non sono mai stato come Moro, né per statura politica né per rigore... Avevo tentazioni amorose, mi piaceva vivere. Insomma, non ero un asceta. Ma la debolezza umana appartiene a tutti. Diciamo che ora sto "mediando" con il mio Dio, che è Dio dell'amore e non della punizione».
Dall'appello del Papa ad avere «cuore e mani pure, non sporcate da corruzione e tangenti, per salire al monte di Dio», cioè per essere santi, l'ex ministro dc non appare sorpreso: «È naturale che il campo della cristianità indichi la santità. In particolare richiamando la società di oggi, nella quale si è persa l'etica della responsabilità sia sotto il profilo religioso sia sotto quello laico». Ma il problema vero, per Pomicino, è che «nella politica è venuta meno la passione, il progetto... Il successo personale si identifica con la ricchezza. Ora, facile dire che i soldi non fanno la felicità. Direbbe Eduardo De Filippo: immagina la miseria. Però è chiaro che così la politica si è rovinata».
Ma la domanda, che vale oggi come ieri, è in che modo un politico cattolico possa «salvarsi». Pomicino, che in piena Tangentopoli è stato quaranta volte imputato («Mai condannato per corruzione. Una sola volta per finanziamento illecito») riflette qualche secondo in silenzio. Poi rilancia: «Nel rapporto con Dio ogni percorso ha una sua specificità. Ma non c'è dubbio che per noi politici sia più complicato, perché sei pressato da compromessi necessari sul piano internazionale e nazionale. Però se questo potere è alimentato da una grande cultura politica, allora tutto cambia». E la corruzione, le tangenti? «La corruzione è sempre stata compagna di strada dell'uomo. D'altronde, la stessa cultura cattolica ci insegna: senza soldi non si cantano messe. Pensiamo all'obolo in San Pietro. Il problema, per noi politici, ma in generale per tutti coloro che amministrano la cosa pubblica, è gestire il proprio percorso verso Dio cercando una mediazione». Esempi? «Truman quando lanciò la bomba atomica: sapeva di ammazzare migliaia di persone ma anche di salvarne altrettante. Scelta difficile per un cattolico, ma necessaria per un politico. Un altro caso? Quando Andreotti, nel '78, da presidente del consiglio dovette firmare la legge sull'aborto. Avrebbe potuto dimettersi come re Baldovino, certo. Ma la responsabilità politica glielo impediva: era la fine degli anni '70, c'erano le Br. Un politico deve sporcarsi le mani, ecco perché non tutti siamo santi». E l'invito del Papa a evitare «menzogne e ipocrisie»? «Sempre il mio amico Andreotti le chiamerebbe "ambiguità costruttive" per favorire la crescita del Paese. Dunque necessarie. Nel tuo compito di amministrare una comunità spesso sei obbligato a qualche ipocrisia, qualche bugia». Ma come ci si salva? «Mediando con la propria coscienza anche attraverso la confessione. Io prima avevo un gesuita, ora un cappuccino. Ma soprattutto rimanendo fedeli al proprio progetto politico e — dicendola con Giovanni Paolo II — organizzando la speranza della comunità che si rappresenta.
Ancora oggi, però, è nel finanziamento ai partiti che Pomicino individua il vero nodo irrisolto: «Quando cercavo contributi per la campagna elettorale mi sono sempre chiesto, anche da cattolico, se il fatto di non dichiararli fosse giusto». La risposta? «Che poiché quei soldi non deviavano il mio progetto politico era lecito. Le mie campagne elettorali costavano un miliardo e mezzo.... Da ministro del Bilancio guadagnavo 5 milioni al mese, i 7 mila euro di oggi. Una volta dissi al mio amico Gianfranco Pasquino, dedito alla purezza, che lo invidiavo: non ha mai dovuto procurarsi i soldi perché lo facevano eleggere altri. Mi diede ragione. Ma il problema c'è ancora oggi, da noi. I contributi si danno sotto il tavolo, di nascosto, perché la cultura dominante pensa che chissà quale nefandezza devi commettere. Fossimo in America... Hillary Clinton ha raccolto alla luce del sole 30 milioni di euro per la sua campagna. Altro mondo».
Vorrei proprio capire perche' si dileggiano le considerazioni di pomicino che sono di un'onesta' intellettuale non meno che apprezzabile. Molto di più' di tante menate moralistiche, velleitarie, masturbatorie, autoreferenziali e, in ultima analisi, inutili che si leggono su questo blog. Non a caso nessuno commenta. Tutti a farsi le seghe su cosa fara' scalfarotto, pero'. I preti su tante cose esagerano. Ma qui pare validarsi il monito per cui le troppe pugnette rendono ciechi.
ma che cacchio vuoi commentare?
i deliri di un ladro cattolico che esalta le bombe atomiche?
ma vada affanculo
"I preti su tante cose esagerano"
tipo quando stuprano i bambini?