Primarie a ottobre. Pd, istruzioni per l’uso
Potrà votare chiunque sia interessato al nuovo partito, candidature aperte e liste contrapposte
di Simone Collini
L’OPERAZIONE È AMBIZIOSA, oltre che inedita. E allora ci sarà da ragionare, valutare, discutere per trovare una soluzione che garantisca tutti e che tutti metta d’accordo. La proposta di far scegliere i componenti dell’assemblea costituente del Partito democratico attraverso una «elezione aperta» sul modello delle primarie di due anni fa e sulla base del principio «una testa un voto» ha ottenuto il via libera di tutti i soggetti impegnati nel processo. Ora si tratta di darle sostanza. Ds, Margherita, associazioni e comitati per il Pd stanno lavorando su diverse ipotesi per consentire una partecipazione ampia e una rappresentanza di forze e personalità il più possibile plurale per questa platea che sarà chiamata a varare il nuovo soggetto discutendone e approvandone statuto (quindi regole e struttura organizzativa) e manifesto (quello redatto dai saggi viene comunemente considerato più uno strumento per aprire la discussione che non un punto d’arrivo).
Da chi sarà composta l’assemblea costituente? L’ipotesi di una divisione del tipo un terzo di iscritti ai Ds, un terzo di appartenenti alla Margherita e un terzo riservato alla società civile, che era stata avanzata qualche tempo fa, perde quota. Al momento si pensa invece di far eleggere attraverso le primarie l’intera platea. Gli unici che potrebbero godere di un “diritto di tribuna”, e che quindi parteciperanno senza dover correre, sono i parlamentari dell’Ulivo. Diritto che probabilmente verrà esteso anche a ulivisti sindaci di grandi città e presidenti di regione. Per il resto, saranno i risultati della competizione a decidere.
Chi può votare? Iscritti ai partiti e non, basta sottoscrivere una dichiarazione in cui ci si dice interessati al processo e disponibili a sostenere il Pd.
Chi può essere votato? Come sopra, in più sarà necessario raccogliere un certo numero di firme (quante è ancora da decidere), come del resto era stato per le primarie dle 2005.
Come si vota? Su questo punto ci sono i maggiori nodi da sciogliere. Al momento le ipotesi in campo sono due: lista unica con preferenze oppure diverse liste in competizione tra loro. La prima ipotesi non è ben vista dagli appartenenti a comitati e associazioni pro-Pd, perché temono che in questo caso sarebbero avvantaggiati i candidati dei partiti, che possono contare su strutture organizzate sul territorio. Ma anche tra gli esponenti di Ds e Margherita non tutti sono poi così convinti di andare verso una lista unica con preferenze, consapevoli un po’ delle dinamiche, non tutte positive, innescate da questa procedura, un po’ dal fatto che così effettivamente non sarebbe una “battaglia ad armi pari” quella che si disputerebbe in diverse zone del paese. L’ipotesi più quotata al momento è quindi quella delle liste contrapposte. Unico timore, espresso tanto tra la società civile che tra i partiti, è che in questo caso la competizione possa sfociare in un conflitto più aspro del previsto.
Su che base si viene eletti? Non su base nazionale, come era stato per le primarie 2005. Visto che il Pd dovrà essere, nelle intenzioni dei suoi sostenitori, un partito a base federale e radicato su tutto il territorio, si sta pensando di organizzare l’elezione dei componenti della platea costituente dividendo il paese in collegi. Collegi che, sempre secondo le ipotesi che al momento riscuotono maggiore consenso, dovrebbero essere piuttosto ristretti, al massimo di estensione provinciale.
Chi viene eletto? In ogni collegio si farà il calcolo dei voti espressi per ogni lista e in base al quorum scatterà un certo numero di eletti.
Quando si vota? L’appuntamento dovrebbe essere fissato in agenda per la seconda domenica di ottobre (il 14), un po’ per rievocare le primarie del 16 ottobre 2005, un po’ perché è una data successiva al rientro dal periodo estivo e però precedente rispetto al periodo di discussione della Finanziaria. Due fattori che garantiscono un’ampia partecipazione...
I collegi dovrebbero essere molto vasti simili a quelli delle circoscrizoni per la Camera. Ogni lista dovrebbere essere sostenuta da una quota di sottoscrittori e presentare , a secondo dei voti presi dall'Ulivo nelle poltiche , da uno fino a cinque candidati. Le liste dovrebbero essere avulse da qualsdiasi suddivisone precedente( ds , dl , associazioni ) ed avere caratteristica trasversale. L'omogeneità dovrebbe essere individuata a livello nazionale da una mozione unica contenete alcuni punti e da un candidato Segretario; i voti andrebbero ad ogni singolo candidato che all'assemblea parteciperebbe con i voti assegnateli dagli elettori e conterebbe per quei voti delegati. Parlamentari e Sindaci di grandi città e presidenti di regione avrebbero diritto di partecipare , ma il loro voto sarebbe pari a zero a meno di non avere ricevuto delega dagli elettrori. Gli elettri sarebbero quelli che decidessero di votare , sottoscrivessereo un attestato di adesione ai principi del PD e dessero un contributo minimo.