Nancy Pelosi da Assad con un messaggio
di pace di Israele
La speaker della Camera Usa: Olmert
pronto a iniziare il dialogo con la Siria
di Umberto De Giovannangeli
«SIAMO venuti in Siria con un messaggio di pace». La pace tra Gerusalemme e Damasco. Sorrisi e calorose strette di mano hanno accompagnato ieri nella capitale siriana le importanti dichiarazioni rilasciate da Nancy Pelosi, presidente della Camera dei
rappresentanti Usa, che ha consegnato al presidente Bashar al-Assad un messaggio in cui il premier israeliano Ehud Olmert si dice pronto ad aprire negoziati con la Siria. «Siamo venuti in Siria con un messaggio di pace», dichiara Pelosi all’aeroporto di Damasco subito prima di partire per l’Arabia Saudita, dove concluderà la missione diplomatica iniziata tre giorni fa in Israele e proseguita in Libano e Territori palestinesi. «Sono molto contenta di esser venuta in Siria. Era assolutamente necessario venire in questo Paese e parlare col presidente Bashar al-Assad di così tante questioni», aggiunge la presidente della Camera dei rappresentanti Usa che ha poi spiegato di aver discusso con Assad del tema della «pace tra Siria e Israele e dell’importante ruolo che Damasco può svolgere con Hamas per mantenere la pace». La Pelosi ha poi rivelato di essere stata invitata a Damasco dall’ambasciatore siriano negli Usa e che l’invito era «di amicizia e di speranza». Assad dal canto suo ha fatto sapere che «per la Siria la pace è una scelta strategica» e che Damasco è impegnata nel raggiungere questo obiettivo «sin dalla conferenza di Madrid» del 1991. «La pace in Medio Oriente è una priorità assoluta», sottolinea la signora Pelosi. «Siamo stati molto lieti - rimarca - delle rassicurazioni ricevute dal presidente (Assad) sulla sua disponibilità a riprendere il processo di pace. Ha detto di essere pronto ad avviare negoziati di pace con Israele».
Ma da Gerusalemme, l’ufficio del premier Olmert ha immediatamente messo i paletti alle parole della Pelosi con un comunicato diffuso nel pomeriggio «per chiarire» il senso delle dichiarazioni fatte in Siria dall’alto rappresentante Usa: la Siria continua «a far parte dell’asse del male e «incoraggia il terrorismo in Medio Oriente». Il comunicato israeliano ha quindi ribadito le condizioni israeliane ad una riapertura dei negoziati con Damasco: «La Siria deve cessare di appoggiare il terrorismo, di patrocinare organizzazioni come Hamas e Jihad islamica, deve astenersi dal rifornire di armi Hezbollah e dal minare la stabilità in Libano e distanziarsi dai rapporti strategici che sta costruendo col regime estremista in Iran». I colloqui ufficiali tra Siria e Israele sono fermi dalla primavera 2000 dopo la fallita mediazione dell’allora presidente americano Bill Clinton. Nel gennaio scorso, la stampa israeliana aveva invece rivelato l’esistenza di negoziati informali tra i due Paesi, in corso fino all’estate 2006 grazie alla mediazione svizzera, anch’essi infine interrotti. Le aperture della Pelosi a Damasco, nonostante la marcia indietro di Gerusalemme, potrebbero comunque segnare una svolta nelle relazioni tra Siria e Stati Uniti. Dopo aver incassato l’altro ieri le critiche del presidente Usa George W.Bush che aveva accusato la Pelosi di «inviare messaggi contraddittori ai Paesi della regione», la sessantasettenne leader dei Democratici americana ha comunque incontrato prima il vice presidente siriano Faruq al-Sharaa, quindi il ministro degli Esteri Walid al-Muallim e, infine, il rais di Damasco. A quest’ultimo ha ripetuto le condizioni di Washington: «Abbiamo parlato della lotta al terrorismo e dei mezzi per salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti», puntualizza la Pelosi che poi ha aggiunto di aver affrontato con Assad anche la questione «dell’ingresso illegale in Iraq di combattenti» e di aver espresso al presidente «le preoccupazioni» americane per «il legame tra Siria e Hezbollah». David Hobson, deputato repubblicano al seguito della signora Pelosi, ha parlato di un «dialogo franco» con i dirigenti siriani. «La visita in Siria», ha argomentato, «trascende la nostra convinzione che il dialogo con Damasco sia necessario e utile». Assad ha dal canto suo ribadito la necessità di mantenere «l’unità dell’Iraq» e di «ripristinare la sua indipendenza e stabilità attraverso una completa riconciliazione nazionale». Assad ha poi rinnovato alla Pelosi la richiesta di fissare «un calendario per il ritiro delle forze straniere» dall’Iraq. Per quel che riguarda il dossier libanese, il rais di Damasco ha sostenuto che l’unico modo per metter fine alla crisi politica in corso a Beirut è quello di trovare «un accordo tra i libanesi che comprenda il ritorno alla stabilità del Paese». Al termine del colloquio Assad ha invitato a pranzo Nancy Pelosi in un esclusivo ristorante della città vecchia della capitale.