io non ho niente contro i partiti in se', ma questo è politichese stretto, come quando i contestatori del PCI esaurita la retorica anti-sistema entrarono nel PCI e per giustificarsi elaborarono un politichese ancora più spinto dei precedenti contestati. naturale che per un liberista come Scalfarotto l'approdo finale sia il PD, non è la scelta che si contesta, è il modo: cioè appunto il solito politichese, il sentire necessario giustificare le proprie posizioni, che vuol dire che qualche cosa non va e che le premesse non sono buone. si mira alto, si mira come al solito alla leadership, all'essere il capobranco di turno, ripulito, migliorato e innovativo quanto si vuole, ma non si propone alcun tipo di riflessione veramente innovativa intorno al potere e che miri a sciogliere il nodo del potere. si dice, ingannano la gente, che il problema è l'eta, il problema sono i gerontocrati, ma sono balle, il problema è sempre lo stesso, il potere, e sapere proporre un mondo diverso da quello del potere. entra in gioco l'adrenalina del gruppo, della meglio gioventù, come ci spiega ahinoi Lucia Annunziata degli anni 70. Adrenalina, non politica, che è un'altra cosa. l'ennesimo affabulatore ci propone di tagliare il nodo gordiano invece di sciogliere pazientemente i nodini uno a uno. e tutti ci cadono perché attendono ansiosamente un capobranco a cui accodarsi devoti.
un altro è andato. peccato. un po' ci contavo. ma iscriversi ai DS è troppo. peccato, perchè in scalfarotto vedevo la sostanza e i contenuti che mancano in adinolfi, perfetto prodotto di questi tempi, che quando va in televisione mostra un vuoto spinto di concetti mascherato dalla continua polemica inutile. Paradossalmente, Adinolfi fa la scelta che ritengo giusta, ovvero lottare contro questi bastardi da fuori(finchè almeno non gli offriranno quanto basta per placarsi e assettarsi sullo scranno) mentre Scalfarotto, che ritengo 5 spanne avanti per serietà e capacità di infondere contenuti alla politica, decide di farsi mangiucchiare dal partito più speculare a Forza Italia che esista in questo paese.
Vabè.
Che squallore.
DS e PD.
La cosa più triste è che riusciate a giustificarlo in mille fantasiose maniere, come quella d'invocare "una missione che oggi è più alta e si chiama Politica"...ma per favore.
Bellissima, poi, la storia commovente del progetto nato nel garage.
Cazzo, questa è fantasia al potere!
e per fortuna!
Bravo Ivan,
che non ha paura della politica, che sa che se si vuole combinare qualcosa bisogna entrare nelle cose, mettercisi dentro fino al collo e sporcarsi le mani.
proprio quello che tanta sinistra non vuole mai fare, schifata dal lavoro e dallo sporco.
Ho fatto una scelta analoga (ovviamente con ben più bassi meriti acquisiti sul campo) e ne sono assolutamente soddisfatto.
Il PD può nascere in due modi
o deboluccio, ma capace comunque di portare un altra generazione dentro alla politica per fare
o morto, con tutti fuori a lamentarsi e la nostra generazione che sparisce come quella prima nel niente.
quindi ben venga chi vuole partecipare, sopratutto se come Scalfarotto ha dimostrato di poter portare intelligenze, determinazione e voglia di fare.
"che ha inventato se stesso in un garage"
praticamente la risposta italiana a bill gates
"quindi ben venga chi vuole partecipare"
...Ma partecipare A COSA, scusa?
Ad un nuovo entusiasmante progetto della dirigenza DS/Margherita per cancellare quel poco che è rimasto di sinistra nel paese?
"quel poco che è rimasto di sinistra"
Scusate, dall'ultimo mio commento sembrerebbe quasi che DS e Margherita rappresentino la sinistra italiana...non intendevo questo, ovviamente!
:)
A me va bene tutto, pure l'insulto, ma che nella stessa frase si affermi "Adinolfi fa la scelta giusta" e "è un vuoto spinto di concetti", resta un po' impressionante. La lingua va messa d'accordo col cervello.
Ho il massimo rispetto di chi si chiama fuori dai DS e dai suoi compromessi. Però vorrei che fosse rispettato anche chi, magari venendo da tutt'altra esperienza, fa ad un certo punto una scelta diversa (come Scalfarotto e come, più modestamente, il sottoscritto).
Mi fa perciò incavolare chi mette sullo stesso piano DS e FI.
Non ci siamo mossi dal Picciboia del '68, e nel frattempo gli unici, precari, cambiamenti li hanno portati i referendum e mani pulite, non certo i duri e puri della sinistra.
e no. grossi cambiamenti li ha portati proprio il partito dei diesse.
tipo cambiare la legge elettorale e costituzione a colpi di maggioranza prima della fine del governo dalema (governo nato col ribaltone diessino)
per non parlare della propensione a partecipare a tutte le guerre.
certi meravigliosi cambiamenti i ds meritano che siano ricordati. ma la lista completa sarebbe lunga.
praticamente agiscono come FI ma con minor chiarezza e giocando sporco con l'elettorato.
sui referendum, visto il comportamento tenuto sul caso dell'articolo 18, e' meglio stendere un pietoso velo sulla meschinita' filopadronale e antisociale.
Troppa carne al fuoco, Tonii, perchè possa risponderti senza andare OT.
Potrei dirti però che almeno una guerra (quello in Iraq) ce la saremmo risparmiata con un governo diverso. Che ci saremmo forse risparmiati anche la legge Biagi (che la sinistra tutta, anche quella dura e pura, continua a lasciare dov'è, senza neanche proporre uno straccio di referendum).
Per farla breve e rimanere in tema: la mia speranza è che da sinistra si arrivi ad un compromesso con un paese di destra. Ora, l'unica forza che, da sinistra, sia in grado di proporre qualche istanza sostenuta da un numero di elettori non trascurabile è rappresentata dai DS. Se i DS falliscono ci rassegneremo ad altri cinque anni di Berlusconi. Intanto, come direbbe Guzzanti, uno ce prova.
Se ancora vi illudete che da gentaglia del calibro di Rutelli Amato e Fassino possa nascere qualcosa di buono ne dovete mangiare di sale...
Si togliessero dai coglioni loro per primi che mezzo partito democratico sarebbe fatto
anche perche' confluire nei ds non dovrebbe automaticamente significare confluire in questa squalificatissima dirigenza
Trovo interessante l'analisi di Marta sulle scelte di Ivan. Aggiungo una variabile, che penso possa aiutare a comprendere il diffuso disagio e malumore (o comunque le riflessioni critiche) verso questa scelta, manifestate dai lettori e dai sostenitori di Ivan.
Ivan ha deciso di aderire ad un partito destinato a scomparire, prima che il PD nasca.
La scommessa del PD invece, per parola dei suoi fondatori sin da Orvieto, è quella di coinvolgere nel progetto soprattutto chi non è all'interno dei partiti. Questo concetto lo sta ribadendo con molta forza l'ala ulivista, Parisi in testa.
L'iscriversi preventivamente ad uno dei due partiti destinati a fondersi potrebbe essere interpretato come atto di "presa di coscienza" da parte di Ivan del fatto che o sei dentro uno dei due carrozzoni (DS e MARGHERITA) oppure continui a non contare nulla anche nel nuovo soggetto.
Questo timore è l'elemento di maggior sofferenza verso il PD di gran parte del popolo di sinistra che si riconosce nei movimenti, comitati, associzioni e liste civiche.
E' vero che Ivan si iscrive solo ora ai DS, ma tanto basta per comprendere le riflessioni critiche su tale scelta.
Prodi: "Intendiamo entrare da cittadini, non ingabbiati dentro gli schemi e le componenti organizzate ereditate dal passato. Ove sul libero confronto sulla politica fanno premio le appartenenze ideologiche di ieri e l'ansia per le quote azionarie di domani"
Ecco, i signori delle tessere da una parte, e dall'altra il manipolo di giacobini - nel senso tecnico del termine - guidato da Romano Prodi. Se uno ha un minimo di comprensione della politica, capisce che ci sono tutte le premesse per il disastro e che nessuno Scalfarotto potrà farci niente.
Ma chi è Ivan Scalfarotto?!
Bella analisi, Marta, finale compreso. ;-)
Solo un appunto sulle conclusioni. Proprio perché Ivan ha avuto i consensi che hai ricordato da “persone anche molto diverse (a volte anche troppo diverse) che si sono trovate attorno a lui per l'innovatività con cui sa trattare temi politici” e , aggiungo io, per l’effetto novità ed il ruolo da “esterno”, farebbe bene, da “dentro”, a costruirsi una rete, una progettualità, un consenso, in grado di supportarne e caratterizzarne l’attività e le iniziative politiche.
Credo che da Fassino ci si possa aspettare solo un buon trampolino di lancio. “Il giusto spazio per portare avanti le sue idee”, Ivan se lo dovrà conquistare nelle modalità sopraccitate, pena l’indebolimento della sua azione.
Con l’occasione, auguri a tutti di buone vacanze pasquali.