Mirabelli: "La politica non coinvolge più Ecco perché serve un progetto nuovo"
di RODOLFO SALA
Per il Partito democratico a Milano c´è bisogno di fare qualcosa di più». Riconfermato dal congresso segretario provinciale dei Ds, Franco Mirabelli traccia la road map milanese del partito che verrà: subito il comitato promotore con dentro Ds, Margherita, associazioni e soprattutto singoli cittadini. Che vanno però coinvolti davvero, e questo è il secondo passaggio, nella nuova impresa. Ecco allora l´idea di una specie di tesseramento di piazza: «Proponiamo di promuovere a maggio una grande giornata di mobilitazione in cui raccogliere sotto i gazebo le disponibilità di chi non si sente rappresentato da alcun partito ad aderire alla nuova formazione politica».
Mirabelli, lo dice perché finora il progetto del Pd ha avuto uno scarso appeal tra i non addetti ai lavori?
«Il problema è cogliere fino in fondo la domanda di partecipazione che arriva dai cittadini, quelli che anche a Milano si erano messi in coda per le primarie. Chiedono spazi diversi da quelli occupati dai vecchi partiti, perché la politica così com´è non la ritengono credibile».
E come la vivono?
«Come qualcosa di distante e spesso inutile, se non dannoso, per le proprie aspirazioni».
È un´analisi impietosa, anche per voi stessi.
«Riconoscere che la politica non è più in grado di rappresentare le aspirazioni di quest´area del Paese significa rendersi contro che bisogna mettere in campo un progetto nuovo».
Quello del Pd.
«Non è un caso, e qui torno alla road map, che a Milano città a partire da maggio noi, la Margherita e gli altri soggetti interessati cominceremo a costituire gruppi di lavoro su alcuni temi fondamentali, come il traffico e le politiche per la casa. Saranno l´embrione del Pd, e questo vuole dire che i partiti cedono sovranità, delegano competenze. Solo così si dimostra che facciamo sul serio».
Il comitato promotore non basta?
«Se non si apre alla società c´è il rischio di burocratizzare il percorso».
Lei è stato rieletto segretario dei Ds. Lo sarà fino a quando?
«Fino alla scioglimento del mio partito».
La data indicata è il 2009, anche se qualcuno dice che bisogna accelerare.
«Certo, bisogna fare presto. Ma anche bene, senza forzature. Se fare prima significa ridurre il tutto a un incontro a due meglio aspettare».
Insomma si può cambiare tutto, meno il segretario. Eppure sabato il congresso regionale del suo partito eleggerà un nuovo segretario, un giovane di neppure trent´anni.
«Maurizio Martina è una figura forte, oltre che di grande valore simbolico per la sua età. A Milano si è scelto di rinnovare la fiducia a questo gruppo dirigente che ha il mandato di portare i Ds nel Pd. Non mi sembra una scelta conservatrice».
Lei si sente un traghettatore?
«Non mi sento un segretario a termine, o sotto tutela».
Si candiderà alla guida del Pd milanese?
«Il nuovo partito dovrà essere diretto da persone diverse da quelle che ora dirigono i Ds e la Margherita. Ma sono un po´ giovane per andare in pensione».
Nei Ds di Milano c´è chi pensa che a ottobre dovrà comunque cambiare tutto.
«A ottobre si terrà la conferenza organizzativa cittadina. Sarà l´occasione per una verifica di come sta andando il percorso verso il Pd. Solo questo: nessuno ha deciso che il gruppo dirigente appena eletto a ottobre si sottoporrà a una vetifica politica».