speriamo che non succeda piu' niente del genere.
Io non so nulla: non so chi abbia ragione, chi si sia dimostrato più violento, chi abbia esagerato per primo. So solo che vedendo le foto sul corriere.it (galleria "Scontri a Chinatown: la sequenza"), il poliziotto in borghese energumeno, tatuato, palestrato e lombrosianamente fascista, non mi da l'idea di avere un background da mediatore culturale.
:-))
Carolina
hai preso la foto da sotto casa di mia zia :-)
m mediatore culturale!! ottima questa ! :)
e il pugno alzato col guantino?
Voglio vedere come se la sbrigano adesso dopo che hanno rotto le palle da parechio tempo con i rapporti con lacina, con lo sviluppo della cina, con la potenza della cina eccetera...vediamo se l'anno prossimo glieli fanno mettere gli stand del vino e del pecorino in cina. L'anno prossimo in cina andrà tantissimo la gastronomia e i prodotti del design ungherese (senza offesa ho detto un posto a caso). già la lega sta sproloquiando (nuovo eh?). La Moratti...beh non aggiungo altro.
poi ci sono le ragioni ed i torti dell'evento nello specifico certo (difficile che i giornali lo diranno alla gente come me comunque). In ogni caso
una conclusione è innegabili: l'italiano è geneticamente portato alla tensione ed alla rissa da stadio, legalizzta o meno.
e questa gente è ridicola indipendentemente dalle ragioni o dai torti del momento, questo è chiaro. anzi le poche volte che si trova nel giusto è ancora più goffa a parlare di conquista (ma io a questo punto direi di svendita) e di pericolo invasione se la legge sull'immigrazione viene cancellata/modificata. Cristo ragà ma una legge che si chiama bossi/fini...
vi ripeto queste tre parole: legge-bossi-fini...
ancora co sti confini, ancora co ste bandiere, ancora co ste patrie, ancora ad ammucchiare cadaveri o apiranti tali...
bah...
I poliziotti hanno picchiato, ma i cinesi avranno la meglio.
Se non altro perchè sono abituati a programmare strategicametne in termini di piani quinquennali, mentre la nostra civiltà occidentale oramai ragiona solo in lassi temporali basati sulle stagioni metereologiche di ciascun anno.
Continuo, ricordando che demograficamene sono più giovani e numerosi, ad avvezzi ad un regime ai limiti della dittatura (quindi abituati a soffrire ed a tirare la cinghia).
Se a ciò aggiungiamo che le amministrazioni generalmente sono graniticamente incapaci di gestire queste forme di immigrazione, e che i nostri politici europei sembra che non si vogliano accorgere che la Cina è in piena campagna di espansione egemonica, debbo trarre la conclusione che le bandiere cinesi che già si vedono sventolare in foto già sottolineano la nostra futura sconfitta.
Credo che le loro ambizioni di potere (locale) emergeranno tra poco, anche grazie ai casini di cui sopra.
Io ho già pianificato per mia cultura personale, un corso di cinese, così mi integro meglio.
Già, ma.... mandarino o cantonese??
Paul
Ero sul posto, come Consigliere di Zona.
La situazione era davvero paradossale.
I "cinesi" sventolavano per la strada e dalle finestre la bandiera nazionale come a dire "questa è Cina".
Il fatto è figlio di una campagna repressiva che si protrae da giorni e che è culminata negli incidenti di oggi. Sono giorni che i vigli urbani (anzi la Polizia Urbana) gira per Paolo Sarpi a multare i cinesi per i carrellini con i quali trasportano le merci, per le soste vietate, per come aprono o chiudono i negozi, insomma per qualsivoglia illegalità, piccola o grande che commettono.
Mi si potrà dire: cosa c'è di male? è giusto far rispettare le leggi!
Vero! Ma ci sarebbe da chiedersi come mai le stesse leggi che i cinesi devono rispettare in via Paolo Sarpi e vie limitrofe, non le devonmo rispettare i proprietari dei locali e delle discoteche di altre vie o i loro avventori (lì si spaccia la droga), o perchè si consentano le soste selvagge in Corso Garibaldi sui marciapiedi, ma non in via Paolo Sarpi.... o ancora perchè il carrellino con il quale i cinesi spostano le merci è fuorilegge e quello con il quale il mio postino distribuisce la posta nella mia via è a norma.
Insomma, la sensazione è che quanto successo oggi sia stato cercato fortemente: se non fosse successo oggi sarebbe successo domani o dopodomani.
Questa sera in Consiglio di Zona ho depositato le fotografie del sito del Corriere della Sera che fanno vedere quale sia stato il comportamento di almeno un poliziotto ed ho chiesto che venga identificato ed eventualmente sottoposto a provvedimento disciplinare così come, insieme ad altri, ho chiesto un Consiglio straordinario urgente nel quale il Questore, il Prefetto, la Polizia Municipale, la Procura, i rappresentanti dei comitati e della comunità cinese vengano ad incontrarsi a parlare a noi politici e a parlarsi fra di loro per trovare una soluzione POLITICA al problema e non una soluzione da stato di polizia che farebbe male ai cinesi del quartiere, agli italiani del quartiere e a tutta Milano.
Fatto sta che oggi ho assistito a qualcosa che ho definito sommossa e le sommosse, diversamente da ciò che pensano altri esponenti politici, nascono spontaneamente, non sono organizzate, ma prima che la nostra Chinatown si trasformi in una banlieu parigina occorre avere il coraggio di conforntarsi con le parole e non con i manganelli
perlomeno finalmente i cinesi si sono manifestati in qualche modo. se vedevo le bandiere rosse comunque facevo il pugno.
padroni a casa loro! molti cinesi son qui dal 1905, da prima dei nonni di de corato e della maioli. non hanno mai rotto i coglioni vestendosi da crociati, non si capisce fuori delle loro finestre perché non possono mettere le bandiere che vogliono (gli itaglioni hanno quelle arancio pezzottate dagli umanisti e con su scritto puttanate, perché "la legalità" usata da pretesto xenofobo da chi va adré alla lega etc. è una puttanata).
Carolina
Il fatto è figlio di una campagna repressiva che si protrae da giorni e che è culminata negli incidenti di oggi. Sono giorni che i vigli urbani (anzi la Polizia Urbana) gira per Paolo Sarpi a multare i cinesi per i carrellini con i quali trasportano le merci, per le soste vietate, per come aprono o chiudono i negozi, insomma per qualsivoglia illegalità, piccola o grande che commettono.
La cosa è possibile; sarei anche curioso di sapere il perchè. Se c'è un motivo "ideologico" allora, forse, hanno regione i cinesi. Se invece sono normali multe -che vengono fatte anche in altre zone e ad altri commercianti- allora ha ragione la polizia.
L'ideologia, il nazionalismo, il separatismo etc. sono cancri tipici delle classi dirigenti, che poi si spargono a macchia d'olio. Cosa spinge un normale cittadino serbo, basco, irlandese, bosniaco etc. a scatenare guerre e morti in nome della "nazionalità", dell'identità o della religione? Probabilmente nulla, sono le loro classi dirigenti che, per motivi d'interesse, soffiano sul fuoco. Cazzo frega ad uno di belfast essere sotto l'irlanda o l'inghilterra? L'importante è vivere bene, guadagnare il necessario, andare in week-end con una bella ragazza etc. Almeno questo -in genere- desidera la gente comune. E non vi è nulla di disprezzabile.
Per tornare ai cinesi: se la battaglia delle forze dell'ordine è contro la cinesizzazione del quartiere è un grave errore. Figlio, al solito, dell'ideologia. Se è per evitare che gruppi mafiosi cinesi prendano il controllo della zona, beh, altra storia.
molti milanesi hanno sempre guardato con simpatia la comunita' cinese.
dal canto suo, la comunita' cinese e' sempre stata tranquilla e laboriosa, anche se non ha fatto molti sforzi per integrarsi.
di fatto i cinesi di chinatown sono come i commercianti di corso buenos aires, toccagli il portafoglio dopo anni di tolleranza degli abusivismi e diventano delle iene.
D'accordo con Dedalus quoto il poeta inglese Samuel Johnson:
"Patriotism is the last resort of scoundrels"
(Il nazionalismo e' l'ultimo rifugio dei furfanti)
"padroni a casa loro! molti cinesi son qui dal 1905, da prima dei nonni di de corato e della maioli."
Non vedo cosa ci possa entrare questo, ma vabbè...
"non si capisce fuori delle loro finestre perché non possono mettere le bandiere che vogliono"
Non mi pare fosse questo il problema, ma vabbè....
Per il resto concorrdo con dedalus e anna...
Mi spiace per chi fraintende, ma occorreva essere sul posto per poter capire il senso di quelle bandiere cinesi.
E' ovvio che un cinese può mettere alla finestra di casa sua la bandiera cinese, un colombiano quella colombiana, un italiano quella italiana.
Inquietante è senitre stando in mezzo alla strada italiani che dicono siamo in Italia rimandiamo a casa questi cinesi di m.... e cinesi che (anche in italiano) dicono italiani di merda di qui vi mandiamo via. E c'è chi queste cose le fomenta
tonii ci ha offerto un altro spaccato di trionfo della retorica della sinistra estrema e terzomondista.
anche se condivido con lui alcuni punti del suo ragionamento, molti suoi assiomi scricchilano davanti alla pochezza dei suoi argomenti e alla superficialita' delle sue analisi.
molti milanesi hanno sempre guardato con simpatia la comunita' cinese.
dal canto suo, la comunita' cinese e' sempre stata tranquilla e laboriosa, anche se non ha fatto molti sforzi per integrarsi.
Tutti guardano con simpatia una classe di immigrati che produce beni a poco costo e che non rompe le palle.
La simpatia viene meno quando viene ribaltato il mercato del lavoro, perchè l'operaio immigrato (non necessariamente cinese) è vittima di sfruttamento - che si riversa sottoforma di dumping salariale - ai danni di coloro che sono in regola (vedi l'attuale discussione circa il fenomeno del caporalato).
La simpatia (od opportunistico laissez-faire??) tuttavia deve essere messa in discussione quando la tranquillità e laboriosità si accompagnano ad omertà, abusi, violenza interna alla stessa comunità immigrata. Non è da oggi che sappiamo dell'esistenza di una mafia cinese, oppure della tratta di esseri umani dalle regioni rurali della Cina destinati allo sfruttamento in attività produttive anche alle nostre latitudini (e di cui, mi chiedo - con quale coscienza? - beneficiamo noialtri).
Sintanto che la comunità si autoghettizza - forse per difendere le dinamiche meno legali di cui sopra - si sentirà sempre un corpo estraneo rispetto alla cultura locale e versimilmente si sentirà sempre sulla difensiva (e quindi pronta ad attaccare per difendersi).
Negli USA la medesima generazione di cinesi è immigrata con i soldi in tasca, si è messa in regola (vale anche per coreani e vietnamiti) e contribuisce costruttivamente all'economia in cui si è integrata. Perchè qui non sembra essere possibile?
Debbo leggerci la solita incapacità nostra? Una voluta miopia da parte delle nostre amministrazioni? Un tentativo di (aggressiva) scalata economica da parte dell'ambiente immigrato? Un laissez-faire di cui hanno beneficiato illegalmente taluni elementi italiani degli ambienti politici ed economici (sorvolo bellamente il chiacchiericcio legato alle transazioni immobiliari in contanti che sembrano definire il modus operandi "alla cinese")?
Credo che stiamo vedendo la solita retorica punta dell'iceberg di qualcosa che sarà molto più grande di quanto si osi immaginare....
Paul
Come si fa ad essere così ipocriti? Poveri i cinesi, poveri gli arabi, poverini tutti... E noi sempre a consolare ed aiutare.. solidarietà e tolleranza ecco i risultati. Non siamo rispettati nemmeno a casa nostra.. ma fatela finita.. e se non vi stanno MAI bene le cose in Italia andatevene!! Compresi i finti italiani. Ma che pensate che in altri paesi i cittadini fanno come gli pare? le REGOLE esistono ragà basta!! Che sia la destra o la sinistra al governo ci sarà sempre da lamentarsi vero? (se poi mi spiega qualcuno se chi sta governando è di sinistra per favore mi fa un piacere)..
A proposito di sommosse: credo che questa storia, una volta approfondita dalla Digos, riserverà qualche sorpresa, davvero big trouble a Chinatown.
Oggi il Corriere racconta di come, in singolare e inspiegabile (in effetti tecnicamente spiegabilissimo) sincronismo, le telecamere installate hanno smesso di funzionare esattamente in coincidenza degli scontri, dall'ora x all'ora y. Poi: inquietante la mail girata su Telelombardia qualche sera fa in una diretta, scritta da un poliziotto presente agli scontri che indicava, firmandosi e dando il cell in diretta, in un consigliere comunale - presente in zona come gli involtini primavera in un menù cinese che si rispetti - una sorta di responsabile morale del clima teso. Non bastasse: da qualche tempo il Giornale scrive senza peli sulla lingua e con alto sprezzo del pericolo di querele dell'inchiesta contro ignoti della Procura milanese attorno ai lucrosi fondi (580.000 euro) che il Comune di Milano, da qualche anno, ha concesso ad una associazione che avrebbe dovuto impegnarsi in attività di mediazione e sostegno alla comunità cinese. Se non che si trovano spiacevoli discrepanze tra quanto dichiarato dalla sua presidente e quanto effettivamente concretizzato. Insomma, bene ha fatto l'Ulivo di Palazzo Marino a produrre in merito una interrogazione molto esplicita al sindaco Moratti che chiarisca un bel po' di punti oscuri. E la giustizia farà sicuramente chiarezza.
Interessante poi, forse solo una coincidenza, che un noto ex ristorante cinese di un potente amico (cinese) e socio in affari (affari all'"ingrosso", si legge sul Giornale) della presidente dell'associazione sostenuta economicamente dal Comune di Milano sia diventato nel corso degli anni anche sede del comitato elettorale di AN. Insomma, quando oggi ho letto la storia delle scritte razziste di Forza Nuova e associati contro i cinesi, è apparso tutto molto surreale, paradossale, strano. L'unica cosa concreta e rispettabile di questa storia è la legittima esasperazione di gente - i cinesi - che ha acquistato in maniera del tutto adeguata quanto ora gli viene impedito di usare, e questo è evidentemente folle, schizofrenico. Ma alla fine, voi riuscite a credere che gente così rispettosa dell'autorità costituita, come è il cinese per sua specifica e millenaria natura, possa uscirsene in riots così importanti a meno di non essere adeguatamente spinta, sobillata, manipolata? Mah.