Dini: «E' davvero un grande leader Chi lo contesta rivuole il comunismo»
di Maria Antonietta Calbrò
«Io credo che Putin sia stato e continui ad essere un grande leader, un leader peraltro rispettatissimo da tutti i Grandi del mondo. Le lotte politiche ci sono in tutti i Paesi. Anche in Francia ci sono manifestazioni di piazza e scioperi, in vista delle presidenziali. Quello che sta avvenendo in Russia lo dobbiamo leggere nel quadro della lotta per la successione a Putin che si è appena aperta».
Questo il giudizio di Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, presidente della Commissione esteri del Senato, dell'Ulivo, sul ruolo del presidente russo, Vladimir Putin.
Che cosa sta accadendo in Russia? In Occidente dobbiamo o no sostenere Putin come chiede Berlusconi?
«Putin ha da poco annunciato che non chiederà la modifica della Costituzione per ottenere un terzo mandato come presidente, ma è chiaro che intende influenzare l'ascesa di quello che sarà il suo delfino e dovrà riuscire a farlo votare dalla Duma. Le altre formazioni politiche cercano allora di posizionarsi: sia l'estrema sinistra del partito bolscevico di Limonov sia l'Altra Russia di Kasparov. Di qui le manifestazioni di questi gruppi. Ma è scesa in piazza molto numerosa anche "la Giovane Guardia" a favore delle posizioni di Putin. Mi creda, sono stato in Russia, tre mesi fa, in gennaio, e i sostenitori di Putin sono veramente tanti e all'estero gode della stima di tutti i leader mondiali».
Ma Limonov e Kasparov sono stati arrestati. È democrazia questa?
«Limonov è stato arrestato perché la polizia ha ravvisato un pericolo per l'ordine pubblico. Del resto non penso che l'Occidente possa fare il tifo per chi sogna la restaurazione della vecchia Unione Sovietica. Le manifestazioni contro Putin ci sono state: questo vuol dire che comunque c'è democrazia».
Qual è a suo giudizio il maggior merito di Putin?
«Aver evitato la disgregazione della Grande Russia, scongiurando le crisi che si sarebbero innescate se avessero vinto le forze centrifughe. È riuscito a dare ordine e stabilità a un Paese enorme che abbraccia due continenti in un momento di forte transizione sia istituzionale, verso la democrazia, sia economica, verso un'economia di mercato. Per fare questo ha preso decisioni che non sono state condivise, come la nomina diretta dei governatori delle province che sono diventati come dei prefetti, cioè dei rappresentanti diretti del governo centrale. Ma in questo modo ha evitato la disgregazione della Russia: le Repubbliche caucasiche, l'Ossezia del Sud sono rimaste unite».
Va tutto bene allora?
«Non dico questo: la democrazia russa non è completa e perfetta e per raggiungere quei fini Putin ha utilizzato strumenti che non possono non essere valutati criticamente dai Paesi democratici. Però bisogna sempre considerare il contesto particolare in cui ciò è avvento. La sua politica ha avuto aspetti sicuramente controversi ma è riuscita ad ottenere questo grande obiettivo».
Non dobbiamo ricordare la repressione violenta in Cecenia? E l'uccisione della Politkovskaia?
«Certo, e a questi casi bisogna aggiungere che Putin ha fatto della politica energetica del suo Paese uno strumento della sua politica estera. Oggi non c'è più la minaccia dell'arma nucleare, ma dell'arma energetica, soprattutto dell'uso del gas naturale. Anche questo è un aspetto contestato dall'Occidente. Ma è chiaro che quando c'è una situazione di oligopolio sia esso privato o statale è difficile che prevalgano i meccanismi di mercato tout court».
Scusate, è una semplificazione eccessiva sostenere che Putin e il suo compare B. sono due fascisti? E, per buona misura, due s...i?
È un segno dei tempi, o è che l'uomo della strada sta per prendersi uno stivale in faccia, o i due sono completamente cretini.
/Paul
"Chi lo contesta rivuole il comunismo."
Il contestato, dal canto suo, è un mafioso, un fascista ed un corrotto, peggio di Berlusconi.
Morale: chi lo contesta, comunista o no, ha tutte le ragioni per farlo.
Non mi aspetto grandi differenze tra i due in questione tenuto presente che Dini è stato ministro nel primo governo Berlusconi, prima di trasformarsi improvvisamente in presidente del consiglio dall'altra parte.
Mi aspetterei, piuttosto, che D'Alema per una volta tirasse fuori le palle (se ne ha) per chiedere ad un paese alleato al quale in varie forme diamo tanti soldi spiegazioni sulla violenta repressione di cui Putin si è reso protagonista in questi giorni.
Ovviamente mi illudo...
Siamo tutti d'accordo nel sostenere che Putin non è un paladino della democrazia però avete presente come era ridotta la Russia del post Eltsin!? Come riuscire a fermare una banda di oligarchi mafiosi che con i soldi delle banche straniere si erano appropriati per due rubli di tutte le immense risorse del paese? E sia chiaro che non giustifico niente di quello che stà accadendo in Cecenia...però un confronto con Berlusconi non ha proprio alcun senso.
Paquero, consentimi di dirti che il peggior Berlusconi non ammazza gente... Fa danni, danni enormi, magari spinge qualche poveraccio al suicidio.
Qui stiamo parlando di uno che in Cecenia ha ammazzato persone e che per mettere a tacere le poche voci libere che andavano in giro a raccontare i fatti, ha fatto fuori giornalisti. Putin è un criminale o poco più.
Dini ha quasi ottanta anni
Adimant, non solo in Cecenia...qualcuno ricorda i due palazzi civili fatti saltare da bombe a Mosca qualche anno fa, per addossare la colpa ai ceceni ? Se non ricordo male, ci furono centinaia di vittime.
Metti un ex agente segreto del KGB a capo di una nazione e vedi un po' che succede.
Beh, lo abbiamo visto.