Travolta e uccisa in bici. «Servono gli autovelox»
Quarta vittima in due giorni. Inchiesta dell'Aci: otto milanesi su dieci temono di essere investiti
di Armando Stella
Un'altra vittima. La quarta in due giorni, tra Milano e l'Hinterland. Un film già visto: Xiao Hu, 40 anni, cinese con carta d'identità timbrata in via Larga, finisce sotto una Ford C-Max mentre percorre in bici viale Gran Sasso. È la 1.05 dell'altra notte: quattro ore dopo, il Policlinico ne registra la morte. Silvia S., 54 anni, la conducente del monovolume, è indagata per omicidio colposo. Ma a sentirsi «minacciati» sono ciclisti e pedoni. Parlano di «emergenza» e chiedono al Comune «la diffusione a tappeto degli autovelox».
Il 23 aprile parte la «Settimana mondiale per la sicurezza stradale». L'ha ricordato ieri l'Aci, presentando un'indagine sulla mobilità. I risultati sono già un commento: il 76% dei pedoni teme di essere investito sulle strisce (ma uno su tre attraversa fuori e col rosso) e otto automobilisti su dieci hanno paura di mettere sotto qualcuno. Segue la classifica dei disagi: marciapiedi invasi dai veicoli, soste in doppia e tripla fila, slalom di bici e moto.
Di qui, l'analisi del presidente Ludovico Grandi: «Servono attraversamenti più sicuri, maggiore repressione delle infrazioni e autosilo per togliere le auto dalle strade».
È opinione anche di Comitati di quartiere, Fiab e Ciclobby. Domani, alle 11, partiranno da viale Abruzzi per un pellegrinaggio sui luoghi degli incidenti: «Va subito moderata la velocità dei veicoli». L'assessore Edoardo Croci risponde con «l'apertura del gruppo di lavoro sulla sicurezza stradale». Il comandante dei ghisa, Emiliano Bezzon, ci aggiunge la «necessità di collaborazione da parte dei cittadini. Il vero nodo da affrontare? L'educazione». Guido Bolzani, presidente di «CamminaMilano» insiste però «sull'uso delle telecamere: solo la certezza delle sanzioni serve da deterrente». L'altro giorno, per dire, una donna in carrozzella è stata investita in piazzale Bacone.
Centraline che dialoghino con sensori che limitino la velocita' dei veicoli secondo il limite imposto nella data zona? No sarebbe un'idea?
Va bene che ci dovrebbe essere la responsabilita' del singolo, ma quando questa non c'e' e si rischia la morte di altre persone allora i provvedimenti dovrebbero essere dastrici.
Non c'e' bisogno di aprire tanti tavoli sulla sicurezza stradale.
Le norme ci sono e sono uguali a quelle di tutto il mondo,
Solo se qui le norme non si fanno rispettare perche' i vigili hanno paura di essere picchiati dai trasgressori.
>i vigili hanno paura di essere picchiati dai trasgressori.
Dopo aver visto le coraggiose imprese dei vostri ghisa contro i musi gialli questa ipotesi mi sembra quantomeno peregrina.
Se invece parli della bestiale ferocia degli automobilisti sono d'accordo (sentito del fioraio di Torino?).
Ogni problema ha le sue cause e le sue soluzioni, non bisogna generalizzare ipotizzando una sorta di "peste dell'automobilismo". Gli incidenti con i ciclisti si riducono facendo le piste ciclabili e *imponendo* l'uso del casco, gli incidenti con i pedoni si riducono facendo le rotonde (e progettandole bene) e multando pesantemente chi non attraversa sulle strisce. I limiti di velocità da soli non risolvono il problema: se investo a 50 km/h un pedone o un ciclista, comunque lo ammazzo o gli faccio un male boia. Anche l'educazione stradale di chi guida le auto da sola non risolve il problema: spesso gli incidenti che coinvolgono pedoni e ciclisti sono dovuti anche al fatto che il pedone o il ciclista non conosce minimamente il codice della strada e non ha alcuna idea delle dinamiche su una strada. Quindi facciamo ciclabili, facciamo rotonde e riduciamo la velocità, ma facciamo anche qualcosa per tutta la gente imbelle che gira per la strada con mezzi che non richiedono una patente.
scusa Larry, ma stai dicendo delle solenni fregnacce:
il casco da bici non ti protegge da un incidente con un'auto, è progettato per le cadute dalla bici o gli scontri con ostacoli fissi, quindi per le velocità delle bici, non quelle dei veicoli a motore.
le rotonde non migliorano la sicurezza di pedoni e ciclisti, anzi rendono ancora più difficile l'attraversamento, perché aboliscono i "tempi morti" in cui il traffico è solo in una direzione, e in quella direzione si può attraversare.
e inoltre gli attraversamenti pedonali, quando ci sono, vengono spostati lontani dagli incroci, obbligando i pedoni a lunghe deviazioni.
per i ciclisti, suggerisco luci e abiti visibili di notte, prudenza negli slalom, e prendersi il proprio spazio.
se passi vicino alle macchine parcheggiate, tieni la distanza, perché non sai quando si aprirà una portiera.
all'interno delle rotonde, non sorpassare ne lasciarti sorpassare, altrimenti è facilissimo tagliarsi la strada. aspetta il tuo turno per entrare e mettiti in mezzo alla corsia. se ti vogliono sorpassare aspettano di essere fuori.
circolare in bici in città è un'attività rischiosa, che non va affrontata a cuor leggero.
e questo significa che c'è un fallimento totale della gestione della mobilità, che spiega anche il livore degli automobilisti quando vengono multati:
i trasporti pubblici da terzo mondo rendono conveniente per molti usare l'auto, poi questi non riescono a muoversi e a parcheggiare, fanno le ore in coda, e sclerano. bella sorpresa!
il sistema viario funziona solo se si ignorano le norme, comprese quelle che dovrebbero garantire la sicurezza.
e ti pareva.
quando si parla di questo argomento spunta sempre fuori il genio che addossa le colpe all'utenza debole o tenta di mandare tutto in vacca usando il cerchiobottismo.
con questi idioti non ne usciremo mai, eppure non è difficile da capire.
Io quando vado in vespa ho sempre il timore dei pedoni. A Roma li vedi sbucare ovunque. nessuno attraversa sulle strisce e pure quando sono sulle strisce si "buttano" in mezzo alla strada (magari la sera quando la visibilità è ridotta). Insomma dobbiamo stare attenti entrambi, magari fare anche dei gesti di intesa.
HCE, figurati, ti scuso senz'altro per le tue strambe opinioni. Ti faccio solo notare che nella maggior parte degli incidenti mortali che coinvolgono i ciclisti la morte non è dovuta all'impatto con il veicolo, bensì al trauma della caduta a terra (a te cercare studi e statistiche che lo mostrano, tanto sai tutto). Affermare che il casco serva solo ai ciclisti che cadono per colpa del vento non solo è ridicolo, è criminale.
Ti faccio altresì notare che la tua teoria sulle rotonde è confutata dalla stragrande maggioranza degli studi fatti in materia, che dimostrano come le rotonde aumentino la sicurezza dei veicoli *e* dei pedoni. Anche in questo caso lascio a te il piacere di cercare gli studi, che senz'altro conoscevi già ma ti sei dimenticato.
Solo i divieti, le proibizioni definitive e indiscriminate, insomma, il pungno di ferro possono fare qualcosa. Già lo dissi: rendere l'uso dell'auto in città un calvario. Tramite divieti, proibizioni, restrizioni, e quant'altro. Ma sono decisioni che nessuna giunta, né di destra né di sinistra, in italia prenderà mai.
Nel frattempo, arrangiarsi alla bisogna: farsi rispettare nel traffico e non avere paura. I ciclisti sono tanti, sempre di più. L'automobilista imparerà a rispettare. Mai smettere di andare in bici. Mai smettere di incazzarsi e pretendere rispetto, quando si subisce una qualsiasi forma di prepotenza in strada. E, al caso, intervenire se si vede qualcuno che ne subisce una. Numerose le figure di merda e gli sputtanamenti di vari automobilisti, davanti alle loro fidanzate. E numerose anche le soddisfazioni. Garantito.
Una curiosità (significativa): ho una bici da corsa che uso esclusivamente fuori città. Imparagonabile il rispetto per il ciclista sulle strade extraurbane anche di grande percorrenza, rispetto a quello in città. E' la città, l'auto in città che fa male. Male alla salute. Male all'umore. Male al cervello. Non l'auto in sé.
rendere l'uso dell'auto in città un calvario
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finché il braccio non mi fa male!
E' assolutamente l'unica strada. Non meniamocela con l'"educazione" dell'automobilista, nessun adulto italiano è "educabile" sotto nessun punto di vista.
Che poi, una volta che lo si sarà (nei miei programmi/sogni) "quasi obbligato" ad abbandonare l'auto, si educherà da sé: sceso dal mezzo, si renderà conto delle mostruosità che perpetrava. Ma mai, MAI le vedrà finchè ci starà sopra.
Secondariamente: se un programma di pubblica educazione dell'automobilista non è pensabile, quelli autogestiti (e improvvisati) che dice Achab, invece, sì. Nove su dieci riesci a farli sentire, autenticamente, delle merde, quando è il caso. E credo che 8 di quei 9 imparino qualcosa dal singolo episodio.
Ma non basterà mai: e si torna alla valanga di provvedimenti che "quasi costringerà" l'autosauro a scendere. (Beppe Grillo anni fa parlava di una città negli USA, non ricordo più quale, mannaggia, dove con un provvedimento pareccho tranchant avevano allargato le piste ciclabili, rendendole ampie parecchi metri, riducendo tutte -tutte- le strade cittadine ad una corsia per senso di marcia, per quanto riguarda le auto. Auto in coda perenne, bici che sfilano. Wow)
Terza ed ultima cosa: in assenza del proprietario dell'auto pirata, però, l'educazione si fa comunque, in altro modo, direttamente sul mezzo. Mi raccomando. Eccheccacchio.
può avere un senso quello che dici sul casco.
ma visto che citi statistiche dovresti anche dire quali sono.
sulle rotonde l'esperienza pratica dice il contrario: il traffico di auto diventa "fluido", ovvero ininterrotto, e normalmente la visibilità delle tra auto è migliore, quindi si evitano gli incidenti dovuti a quelli che bruciano i semafori di notte. quindi per le auto sono convenienti.
i pedoni invece con i semafori hanno un momento ben definito per attraversare in relativa tranquillità, e si trovano l'attraversamento come naturale prosecuzione del marciapiedi, invece che a 20m di distanza, cosa che comprensibilmente invoglia ad attraversare in mezzo.
anche per i ciclisti le rotonde sono pericolose, perché ogni mezzo può uscire dalla rotonda in ogni momento, e se ci si sorpassa all'interno tra auto e bici scontrarsi è un attimo
"Le norme ci sono e sono uguali a quelle di tutto il mondo,
Solo se qui le norme non si fanno rispettare perche' i vigili hanno paura di essere picchiati dai trasgressori."
AH AH AH AH AH AH AH AH AH !!!
Biraghi, diamine, per questa perla di saggezza fai un articolo apposta, o piazzala nello spazio della raccolta differenziata...