Ségò, la donna dell’«altra politica»
di Giancesare Flesca
L’ha scoperta Francois Mitterrand che già vedeva in lei una possibile inquilina dell’Eliseo. Poi l’ha scoperta il popolo della sinistra che, bon grè o mal grè, ha dovuto sceglierla come sua leader. Lei, Ségolène Royal, ha ottenuto un risultato elettorale forse insperato, che lascia aperta
la porta alla possibilità che una donna diventi inquilina dell’Eliseo. Il suo essere donna, in questa campagna elettorale, l’ha da una parte premiata, dall’altra punita. Premiata perché il mondo intero ha salutato con entusiasmo la possibilità che questa bella signora graziosa
e minuta diventi la prima donna di Francia. Punita perché i «socialisti duri e puri», che certo in Francia non mancano le hanno rimproverato (con una qualche ragione) di non vendere un programma politico ma una presenza mediatica. La sua proposta elettorale era infatti farcita di luoghi comuni, animata più dal buonsenso femminile che dalla passione progressista, destinata a non scontentare nessuno né a destra né a sinistra. Nonostante questo handicap evidente, la Royal ha saputo stringere i denti e non mollare, ottenendo un voto superiore alle aspettative. Adesso potrebbe ottenere la solidarietà di tutta la gauche «radicale» e quella del candidato centrista Bayrou e battere sul filo di lana il frontrunner Sarkozy. Cinquantatre anni, compagna (ma non moglie) di Francois Hollande, col segretario del Ps francese ha messo al mondo quattro figli: Thomas, Clemence, Julien e Flora. Lei non teorizza, non si fa forte di una qualche idea giacobina. Si limita a dire «siamo una coppia politica solidale». Un anno fa i sondaggi hanno scoperto che Ségolène aveva più chance di Sarkozy nella battaglia per la presidenza. Da allora su di lei s'è scritta un'autentica enciclopedia fatta di biografia e interviste, servizi televisivi sulla (possibile) famiglia presidenziale. Il succo di tanto raccontare è che Ségolène è una donna fisicamente attraente ed elegante che però dietro un volto amabile e sorridente nasconde una grande fermezza di carattere e una grande capacità di adattare a se stessa il programma politico del Ps.
È una donna molto ambiziosa, ma le radici dell'ambizione stanno nella sua infanzia. Nasce il 22 settembre del 1953 a Dakar, in Senegal, dove suo padre Jacques è colonnello d'artiglieria. Lei fugge presto ai suoi sette fratelli e alla «guarnigione coloniale», si trasferisce in Francia dove si laurea alla Sorbona e frequenta l'Ena (Ecole nationale d'administration), la fucina attraverso cui è passata gran parte della classe politica francese. Trova il tempo per incontrare Francois Hollande. Presto entra in politica e prima di arrivare dov'è oggi fa le sue brave esperienze amministrative: prima ministro dell'insegnamento primario, dell'infanzia e degli handicappati, poi addirittura ministro della famiglia.
Ma come se la cava in questo percorso? Mostrando grinta ma non uscendo mai da uno spazio per così dire «centrista», che molti socialisti le rimproverano ancora oggi. Ma dell'impegno suo e di Hollande per mostrarsi una coppia felice ci sono numerose tracce, la più importante nel programma televisivo «Vivement dimanche». Per la prima volta, siamo nel 2003, la famiglia va in diretta con un abile mix di naturale e di messo in scena: tutti a tavola papà che espone il menu, due ragazzoni che ridacchiano, due bambine più composte. La Royal diffonde immagini di serenità «borghese».
E al governo si ripete.
Un esempio per tutti, vieta la depenalizzazione della cannabis, in base all'idea che significherebbe «banalizzare la droga».
In Italia una come la Royale non sarebbe stata appoggiata dai ds, piuttosto sarebbe stata dinegrata e affossata
Troppi elementi di Democrazia diretta e partecipativa nei programmi e nelle idee di Segolene per il nostro PD...ho già scritto in merito qualche giorno fa, sono contento che almeno mi sono sbagliato sul fatto che Le Pen sarebbe andato al ballottaggio (sperando che siano state le sue ultime elezioni...)
In Italia una come la Royal sarebbe stata attaccata ogni giorno dalla Sinsitra Radicale, per fortuna i francesi hanno una legge elettorale che farà sparire i cespugli come i
Verdi di Dominique Voynet (1,57%), i comunisti di Marie George Buffet (1,94%), i no global di Josè Bovè (1,32), la Lega comunista rivoluzionaria di Olivier Besancenot (4,11%) :-)
La moderata (o forse solo modesta) Segolene in Italia "sarebbe stata attaccata ogni giorno dalla Sinistra Radicale". Credo giustamente. A furia di correre al centro, il centro è stato "creato" persino in Francia ed ora è l'ago della bilancia. In ogni caso la bilancia pesa solo la merce offerta dal mercato globale e peggio per chi non si adegua.
"Per fortuna i francesi hanno una legge elettorale che farà sparire i cespugli". Già, cosi potranno scegliere tra un post(?)- gollista, una post-socialista ed un Follinista. Che allegria!
In ogni caso la Segolene è talmente "rivoluzionaria" per l'Italia che non possiamo neppure sognarcela! Donna, non sposata, appoggiata da Zapatero. Non passerebbe neppure le pre-primarie.