Né con Bush né con Zapatero
di Matteo Rossi (segretario cittadino Ds) Maurizio Martina (segretario provinciale Ds)
Viviamo nel tempo dell'incertezza e della paura. I grandi mutamenti del mondo contemporaneo generano inquietudine e cambiano profondamente la vita di tutti. Pur nella loro diversità, la bocciatura della Costituzione europea da parte di Francia e Olanda e il risultato del referendum italiano sulla fecondazione assistita sono fatti che possono essere accomunati dal timore di vedere l'uomo diventare strumento, e non fine, dell'economia, della politica, della scienza. E non è un caso che uno dei messaggi di Giovanni Paolo II che più ha lasciato il segno nel mondo sia stato quel «Non abbiate paura!» nel quale si potrebbe racchiudere tutta la forza del pontificato di Papa Wojtyla.
Se questo è il punto, come noi crediamo, è ora di cominciare a pensare il mondo ponendoci innanzi tutto i problemi etici determinati dalla continua ridefinizione dei confini della nostra conoscenza. La politica non può delegare questo lavoro alla sola scienza, ed è evidente che sono esattamente questi dilemmi a spiegare perché la religione entra oggi con forza nel dibattito pubblico. Oggi l'uomo è esposto a rischi e poteri sempre più incontrollabili ed è un fatto importante che cerchi una guida spirituale. Il punto è che egli deve incontrare anche una risposta politica. Oggi più che mai tocca infatti alla politica, con tutti i limiti che può avere questa attività umana, assumere una dimensione coraggiosa per rispondere alle domande profonde del nostro tempo.
La grande questione da affrontare insieme, laici e cattolici, è non abbandonare l'uomo alla solitudine di fronte agli stravolgimenti odierni della vita. Non accettare, quindi, lo spettro della decadenza. Lo spirito che deve animare questo tempo deve essere quello della «condivisione», dell'«unità nella diversità», come spesso afferma una personalità come Chiara Lubich. Proprio qui, noi crediamo, sta il nesso potenziale di un nuovo rapporto fra laici e cattolici nel nostro Paese: concorrere, ciascuno con il suo libero pensiero e con pari dignità morale, alla definizione di nuove risposte ai grandi mutamenti della società contemporanea. Aprire un nuovo dialogo capace di interpretare un nuovo modo di farsi società, un nuovo sguardo sull'umano. Il coraggio di condividere una nuova prospettiva per la vita.
Anche nella sfera politica in cui ci riconosciamo occorre avere la forza di declinare il principio della laicità in forme nuove: non relativismo etico dove laicità è «ognuno faccia ciò che vuole purchè non disturbi gli altri», ma assunzione comune di responsabilità.
Una laicità individualistica non sarebbe la risposta a milioni di persone che, nell'epoca della globalizzazione, cercano percorsi collettivi di valore. Ci sono sfide che vanno aperte anche con il coraggio di mettere in discussione i tabù del nostro tradizionale dibattito. Ci sono valori che meritano ampiamente di essere condivisi, e deve esserci un confronto sereno rispetto a quali siano gli strumenti migliori per servirli. La libertà dei genitori di scegliere per i propri figli l'educazione che più ritengono adeguata non può essere un valore solo per la Chiesa. Il sostegno alle fiscalità del mondo del volontariato che assume una funzione pubblica non è solo una proposta per qualche associazione di impegno cattolico. È un'idea moderna di Stato sociale al quale dobbiamo contribuire anche noi. La stessa centralità della famiglia non può essere contestata solo perché si pensa, come noi pensiamo, che per le tante giovani coppie di fatto di oggi sia meglio un nuovo strumento come il patto civile di solidarietà che nessun matrimonio e quindi nessun diritto e nessuna garanzia, nemmeno giuridica.
Occorrono risposte nuove. Noi sappiamo che il modello non può essere l'unilateralismo di Bush. E per altro verso, crediamo non lo sia nemmeno quello di Zapatero. Noi pensiamo che non servano modelli, bensì l'originalità del nostro Paese. Serve un nuovo «spirito costituente» per quel che riguarda grandi questioni come il governo delle bioscienze, la pace, l'educazione e l'etica condivisa di un popolo. Nel dopoguerra furono le forze cattoliche, liberali, socialiste e comuniste e dar vita alla nostra Carta costituzionale. Oltre l'atto giuridico in sè si affermò un «sentire comune» capace di segnare un intero popolo. Oggi come allora, i grandi cambiamenti interpellano la politica e le sue forze. La differenza non è solo tra schieramenti elettorali. La differenza la si dovrà misurare innanzitutto attorno alla capacità di interpretare questa sfida, oltre la quotidianità. Noi vorremo essere della partita, convinti come siamo che Bergamo può rappresentare un interessante laboratorio.
Un po' come Bidussa, completamente vuoto di proposte anche se piu' aderente alle angoscedei cittadini comuni.
ma allora siete completamente nevrotici. vi siete appena lanciati entusiasti su questa accozzaglia che è il PD, forse non hai ancora capito che da quelli come Martina prenderete gli ordini.
Dategli tempo, rispetto al resto dei congiurati è molto giovane.
Sembra comunque che stia crescendo bene...
ma che tempo vuoi dargli? quando uno è doroteo è doroteo, che abbia 25 o 65 anni.
ma davvero sti due deficienti sono nei ds? e citano la fondatrice dei focolarini, persino....
forse è giusto che i ds muoiano, se questo è il risultato.
ma i ds, nel senso dell'apparato, non muoiono affatto, sono una delle due colonne portanti del doroteismo del PD. Marini e D'Alema sono quelli che comandano. e tra un po' di anni avremo i superdorotei che nasceranno dall'apposita scuola quadri. e i baldi Scalfarotti Majorini e compagnia bella saranno il fumo per attirare il voto dei gonzi.
Non parlano per noi nè per nostro conto, non ci comandano e non ci comanderanno.
Finita l'inutile e dispendiosa lotta tra le mozioni si comincia la lotta sui principi. Ora si vedrà chi ha voglia di lottare e chi di mugugnare.
e intanto anche Angius se ne va! ma voi andate pure alla pugna contenti. guarderemo i massacri da un luogo ben riparato.
Bravi, rimaneteci.
...il nulla che avanza! Neppure Ciccio-Rutelli sarebbe riuscito a dire niente come questi due.
"Viviamo nel tempo dell'incertezza e della paura"... esilerante. Ottima scelta ripropore questa perla.
d.