"E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo"
Poteva essere tranquillamente un brano tratto da "mein kampf", dalla lettera di qualche terrorista irlandese, dalle memorie del "che" o da qualche tirata di robespierre (che, forse, però, avrebbe avuto accenti più frugal-moralistici). Anche il buon benito tra le "coscienze virili", il "pulsare della città futura" ed il sentirsi "inesorabile" ci si sarebbe trovato parecchio a suo agio.
Curioso questo neo-machismo verbale che mette insieme travaglio e i partigiani, di pietro e dolores ibarruri...sta tornando il culto dell'azione?
Alberto, mi stai diventando no global!
Attento perchè il sito perderà l'audience moderato-democratico-riformista-fascioqualunquista, ed aumenteranno le intruse naziste come la gentile signorina Nadia del post sul 25 Aprile...
Mah, dedalus, io credo che si possa/debba andare oltre la forma (oggettivamente datata) per concentrarsi sulla sostanza. Questo pensiero di Gramsci - come la gran parte dei suoi pensieri - è attualissimo, un invito alla partecipazione e alla consapevolezza. Non lo snobberei solo per i toni un po' gotici, con la vuota retorica fascista ha nulla da spartire. La traduzione è: "non lasciare che altri decidano per te, rimboccati le maniche e contribuisci a progettare e costruire il tuo futuro".
Dead men walking. Non si tratta del perché, ma del cosa e come fare. Al di là di ogni plausibile provocazione: il modo ecco, la rappresentatività della resistenza. Dubbiosi, complessi, sempre meno "virili",autocompiaciuti e autodiscolpanti per le nostre stesse debolezze. Inconsapevoli prodotti di questa democrazia. Siamo invisibili perché forse non troviamo il modo di rappresentarci.
Ma sì, ci vorrebbero poche idee ma chiare, un senso virile dell'azione e farla finita con le debolezze e gli onanismi mentali della democrazia.
Basta con i bizantinismi dll'uomo senza qualità; ci vogliono idee grandi e uomini che sappiano morire ed uccidere per esse.
Che ne dite di Allah e del suo profeta?
E del capitano Kurtz?
Kurtz era Colonnello.
Che cosa rimane però a noi, che partecipiamo solo alle votazioni senza avere altre possibilità per esprimere dissenso? A mio avviso solo l'impegno nel sociale ed il diritto di critica.
Gramsci scriveva per altri tempi, pur rimanendo un ottimo spunto ed un monito a non lasciarci andare
un brano come questo è uno schiaffone agli "anaffettivi sociali", che gramsci definisce indifferenti. forse per il cambiamento della società nel frattempo intercorso io tenderei più a vederli come "zavorra", più che astanteria: l'ampliarsi e il rafforzarsi dei meccanismi rappresentativi rende gli inerti molto forti, perché fanno numero e quindi rientrano nei conteggi delle opinioni. oggi anche l'indifferenza sposta o addirittura crea consenso. sono molto pericolosi -e non è un caso che alcuni sagaci commentatori che ho imparato a riconoscere su questo blog offrano la trasformazione più velenosa dell'indifferenza vituperata da gramsci: hanno capito, prima degli altri, la tossicità sociale dell'indifferenza/zavorra mascherata da ragionamento, distinguo o "opinione" anche di fronte a orrori palesi e immediatamente distinguibili come tali da una persona libera. si tratta, nel maremagno dell'indifferenza, di una fascia ristretta, con la quale non può esserci altro che scontro e inimicizia; mentre con i "non attivi" ma non attivamente zavorranti bisognerebbe impegnarsi a rimettere in movimento la loro anima anchilosata.
Grazie Alberto. Proprio ieri, su Il Mattino, leggevo un articolo sulla necessità di riscoprire, ccome lettura politica, i diari di Gramsci, attualissimi e fondamentali per capire la storia d'Italia nel secolo scorso. Bella la tua iniziativa di riproporre qui un brano di Gramsci.
Peccato ci sia gente come Dedalus che queste cose non le capirà mai.
"Ma sì, ci vorrebbero poche idee ma chiare, un senso virile dell'azione e farla finita con le debolezze e gli onanismi mentali della democrazia."
dedalus caro, gli onanismi sono solo i tuoi.
Il culto dell'azione te lo sei inventato di sana pianta, io vedo semmai il rispetto della propria coscienza e l'elogio dell'impegno personale, contro all'indifferenza e all'ipocrisia devastante che avanzano e rischiano di contagiare (lo hanno già fatto) soprattutto le nuove generazioni: quelle che han sostituito Gramsci con Gucci, Marx & Malatesta con Dolce & Gabbana.
La donna dei nostri paesi, la donna che ha una storia, la donna della famiglia borghese, rimane come prima la schiava, senza profondità di vita morale, senza bisogni spirituali, sottomessa anche quando sembra ribelle, più schiava ancora quando ritrova l’unica libertà che le è consentita, la libertà della galanteria. Rimane la femmina che nutre di sé i piccoli nati, la bambola più cara quanto è più stupida, più diletta ed esaltata quanto più rinunzia a se stessa, ai doveri che dovrebbe avere verso se stessa, per dedicarsi agli altri, siano questi altri i suoi familiari, siano gli infermi i detriti d’umanità che la beneficenza raccoglie e soccorre maternamente. L’ipocrisia del sacrifizio benefico è un’altra delle apparenze di questa inferiorità interiore del nostro costume.
L’unica forma di liberazione femminile che è consentito comprendere al nostro costume, è quella della donna che diventa cocotte.
Antonio Gramsci
In famiglia il Duce amava ripetere: «Le donne devono badare alla casa, mettere al mondo dei figli e portare le corna».
Nascondersi dietro l'aggettivo "virile" per rovesciare le idee di Gransci è patetico.
Gramsci parlava di altro mi pare o l'argomento non piace?
Anche l'Alighieri è troppo "virile"? Infatti dice:
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Viene di dar ragione a JLB, proprio a causa degli indifferenti che trasformano nella pratica il significato della democrazia: "un curioso abuso della statistica".
rischia di diluire le responsabilita' di chi governa, proprio come un alibi, sui votanti, indifferenti e non. rischia di dar potere a chi manovra e sfrutta.
@rota scrive:
"anaffettivi sociali", che gramsci definisce indifferenti
triplo salto logico mortale con avvitamento...credo che gramsci parlasse di tutt'altro e in tutt'altro contesto,equivoco pretestuoso e voluto per regolare qualche conto in sospeso con qualche sagace blogger
Per il resto un passo di Gramsci discutibile e sopra le righe
Io non so se, alla fine dei conti, aver sostituito hitler e stalin con dolce e gabbana sia poi un male..società più molle, vero, dove è più difficile contare (anche per la sua accresciuta complessità rispetto ai tempi dell' "ordine nuovo"); democrazia forse apparente, ma sicuramente meglio del totalitarismo..io non rimpiango tempi peggiori, dove gli uomini erano più autentici e quando uscivi di casa prendevi autentiche mazzate sulla testa dal vicino. Forse c'era un'idea più chiara della verità, della morale, del dovera, ma preferisco il relativismo;perchè quelle verità e quelle morali erano fondate sul nulla.Il pensiero di gramsci nella frase citata sarà pure un appello contro gli "anaffettivi sociali", ma è un pensiero -di fondo- settario. Come tutto il pensiero comunista.
Secondo(...)me, dire oggi "sono partigiano" fa venire da ridere anche da Santoro. Però basta poco.
Credo che il punto della discussione non riguardi l'essere di questo o quel colore politico, ma del fatto che adesso tutto ci scivola addosso senza scomporci più di tanto. Le parole di Gramsci sono belle e dovrebbero essere proposte ai ragazzi, a scuola.
Dedalus, il tuo pensiero è davvero triste e adatto ad una persona senza spina dorsale...
Medusa, non toccarmi dedalus per cortesia! Il suo qualunquismo qui è fondamentale, poi da uno che rosica per il tuttologo televisivo di turno cosa ti aspetti?
Dategli spazio, ha tanto da dire!
E se non è spina dorsale, saranno palle in testa!
Gramsci era contro ogni forma di totalitarismo e questo è espresso più volte nei "Quaderni", perciò chi ha capito il contrario vada a leggere bene ciò che il filosofo e intellettuale italiano ha scritto. Il Pensiero e l'agire umano sono i due concetti base della riflessione gramsciana; tutti noi pensiamo prima del nostro 'fare' quotidiano. De resto, se tutto il mondo studia il suo pensiero da questo punto di vista, non credo che un'élite di pochi possa competere con gli studiosi sparsi nelle Università USA, in Asia e in Europa, che hanno tradotto e studiato le opere del pensatore filosofo italiano Antonio Gramsci. Bisogna essere sicuri prima di parlare, e provare quanto si afferma, altrimenti verrano pronunciate "VERBA VOLANT". Le parole inutili nascono dal non sapere nulla di quanto si afferma.