Ségolène Royal, ieri
Sarà perché non posso votare, sarà perché le scuole di banlieue sono al centro del dibattito, sarà perché Sarkozy ha fatto un comizio domenica in cui ha attaccato senza mezzi termini il Maggio 68, ma a me il meeting di ieri di Ségolène Royal è piaciuto proprio tanto. Complice un cielo magnifico, a dispetto della pioggia che era annunciata, lo stadio si è riempito ben 2 ore prima dell'inizio del concerto. Alla fine, 40000 mila persone dentro lo stadio e 20000 fuori.
Un po' di musica rap all'inizio (la banlieue… i miei amici e io, tutti insegnanti in quei luoghi così temuti soprattutto da chi vive altrove, ci siamo sentiti in classe e per niente in un giorno di festa: quante volte dobbiamo dire smettetela con la musica! durante le nostre lezioni? Sempre la stessa musica di rivolta, di tristezza urbana), poi rock e più arrivavano sul palco cantanti famosi più entravano nello stadio politici che contano. Sul palco si alternavano musica a interviste ad attori, artisti che sostengono la candidatura di Royal. Poi, puntualissima, è arrivata la candidata.
Come ogni volta, l'inizio del discorso è penoso. Quando vuole fare la solenne è disarmante. Parla lentissimamente, sembra una maestrina d'altri tempi che fa il dettato. Poi però, quando parla delle cose in cui crede e si lascia andare, trascina ed entusiasma. Senza attaccare mai la personalità di Sarkozy, facilmente disprezzabile data l'aggressività e il nervosismo del personaggio, ha dimostrato quanto la sua politica non sia efficace e il bilancio del ministero da lui gestito sia catastrofico. Ruolo centrale all'educazione, alla famiglia che deve educare, alla scuola. Basta con chi dice che i disoccupati sono solo pigri da disprezzare. Basta con chi vuole creare l'odio fra “la Francia che si alza presto” e quella che dorme fino a tardi (per prendere in giro Sarkozy, a Parigi ora ci sono dei ragazzi che si alzano alle 5 di mattina, scendono per le strade con i tamburi e svegliano tutti). E basta soprattutto con tutta questa paura degli immigrati, dei disoccupati, degli stranieri, dei musulmani, di chi abita in banlieue. Tutte queste paure, per Sarkozy, altro non sono che il risultato del Maggio 68, colpevole di aver tolto moralità e rispetto dell'autorità. (Sarkozy si dimentica che se può diventare presidente della Repubblica è grazie al 68: un presidente divorziato, risposato con una che già ha figli con un altro…ma scherziamo?) Ad ascoltarlo, sembra che per le strade di Parigi ci siano di nuovo barricate, fuoco, rivoluzioni. Ma non ha ancora capito che i cantanti da strapazzo che lo sostengono non sono François Mauriac e lui stesso non è il général de Gaulle! Qui la platea ha fatto un lunghissimo applauso liberatorio. Che in questo Paese ci sia bisogno di ricordare che è grazie al 68 che oggi le donne possono prendere la pillola anticoncezionale e le coppie possano divorziare è semplicemente destabilizzante.
Guardando poi i risultati del primo turno, si vede che a votare in massa per l'uomo che toglierà tutte le paure sono soprattutto gli abitanti dei posti in cui non ci sono moschee, arabi, disoccupati. Nella città dove lavoro, da sempre a destra, per la prima volta la sinistra ha vinto, con un eccellente 40% per Royal. Il che significa che chi vive in zone difficili, e che può da un momento all'altro ritrovarsi senza la macchina, bruciata dal primo criminale di passaggio, sa che la politica di Sarkozy non funziona e che i problemi, e le relative paure, vanno affrontate in altro modo. Chi vede la banlieue in tv invece muore di paura.
Stasera ci sarà il primo dibattito televisivo fra i due. I sondaggi danno Sarkozy sempre in vantaggio e Royal in rimonta. Affaire à suivre.