Argomento straordinariamente fertile di spunti, il rapporto degli "altri" coi potenti. Vedi per esempio, l'atteggiamento della stampa vs. Tronchetti o Vaccarella (Viva travaglio che lo ha scritto!).
Però, Alberto, facci capire di più: mi pare una storia divertentissima....
i politici sono sbarcati in massa su Internet coi loro blog auto-promozionali, imbarazzanti oltremisura e privi di contenuti. l'altra faccia del Web 2.0, che non mi piacerà fintanto che non verrà promosso un aggiornamento della netiquette che impone di accettare le critiche e lo sberleffo in modo unilaterale, e metta in cattiva luce la smaccata autopromozione di se' e dei propri amici.
Ho la netta sensazione che tanti siano sempre i soliti ipocriti italiani, lo scranno è l'unico vero obiettivo...
Paolo, da capire non c'è granché, né c'è molto da ridere ahimè. I quotidiani sono feudo dei MinCulPop, alla faccia dei proclami di indipendenza dei miei colleghi che ci lavorano. Inciuci e conflitti di interessi, scambi di inviti a cena tra giornalisti e maggiorenti. Feste, canne, happy hour sono consumati in assoluta promiscuità. Le carriere sono influenzate dai partiti. Si dice di Berlusconi, ma quanto a lottizzare l'informazione il centrosinistra gli tiene testa benissimo, non occorre avere delle talpe, basta leggere con un briciolo di attenzione.
Comunque alla prima occasione te ne racconto delle belle.
Posso fare il coglione della situazione, per una volta?
Io credo che il tuo blog (stupendo, sai bene che per me è lettura quotidiana) stia alla politica comunale/provinciale come un quotidiano tipo l'unità o la repubblica stanno alla politica nazionale. Infatti fra i vari argomenti trattati, oltre alle cose italiane in generale, il tuo lavoro strettamente giornalistico si concentra sui fatti comunali/provinciali.
Su questo blog scrivono appunto esponenti di questo ambiente: corritore, scalfarotto, civati, con le quali immagino siate legati da sincera amicizia e stima.
Non credi che in questo ci sia un leggero conflitto di interessi e che tu sia il primo a pubblicizzare le loro idee e a fare anche campagna elettorale per loro?
Dunque: il problema di questa riflessione è che secondo me questi tre ragazzi meritano effettivamente il massimo impegno per dar loro visibilità. Ma questo è sufficiente per (auto)considerarti DIVERSO dagli altri giornalisti? Sul piano puramente logico/formale non vedo tutta questa differenza.
Un abbraccio.
Caro Mauro, per usare un luogocomunismo "ti ringrazio di aver fatto questa domanda che mi dà l'opportunità di chiarire meglio il mio pensiero".
Da che mondo è mondo i mezzi di informazione si schierano. Si schierò Montanelli quando disse di turarsi il naso e votare DC, si schiera Scalfari quando scrive l'editoriale nel venerdì pre-elettorale, si è schierato perfino il Corsera (editoriali di Paolo Mieli e Sergio Romano) alla vigilia delle politiche 2006. Fa parte del gioco e OMB - nel suo piccolo - non si sottrae. Ma quando sosteniamo chi sentiamo in linea coi nostri temi (trasparenza, laicità, diritti, innovazione, moralizzazione della politica, eccetera), lo facciamo in assoluta autonomia. Prima delle comunali milanesi abbiamo dato una serie di nomi da votare (Adamo, Maran, Sacerdoti, eccetera) alternativi alla nostra scelta (lista Ferrante). Ovviamente non rinunciamo alla funzione di controllo e critica. Siamo pronti - se caso - a censurare, anche duramente, i nostri candidati. Diamo spazio in modo laico. Anche a esponenti di destra (vedi Bruschi, Dapei, De Nicola, Fidanza, eccetera) quando fanno qualcosa in cui ci riconosciamo.
Ben altro è l'atteggiamento di quella stampa che si schiera in modo ambiguo. Il caso più evidente - per quel che riguarda il centrosinistra locale - è Repubblica, che non manca di fare da cassa di risonanza a un'amministrazione quantomeno discutibile come quella della provincia di Milano, in modo che appare totalmente acritico. Possibile per esempio che sulla vicenda ASAM (quella con cui - secondo l'opposizione - Penati ha contribuito a finanziare le manovre di Consorte strapagando un pacchetto di azioni Serravalle a Marcellino Gavio) sia uscito un solo articolo critico (Alessandro Penati, nessuna parentela) a fronte di decine di interviste spalmate? Possibile che il lettore di Repubblica debba aspettare il libro di Gianantonio Stella per sapere che Penati è nel CdA di una strana società a capitale in parte occulto (Eventus srl, produzione e commercializzazione di materiali edili) a fianco del sindaco leghista di Albano Sant'Alessandro? O - peggio - che spende mezzo milione di euro pubblici l'anno per l'ufficio stampa e quasi 300mila euro di "spese diverse e funzionali per gli uffici della direzione, del segretario e dell'ufficio stampa"? E ancora, ha senso che si riportino regolarmente atroci banalità - per esempio quelle dette da Mirabelli nell'intervista che ha dato spunto per l'ultimo quiz - senza stigmatizzare?
Mauro, a me pare che la differenza sia evidente, che ne dici?
"Ben altro è l'atteggiamento di quella stampa che si schiera in modo ambiguo."
Effettivamente non avevo valuto che QUI sta il punto dolente. Tutti siamo faziosi, e il grande inganno che ci ha fatto l'informazione italiana negli ultimi anni è stato quello di spacciarsi per neutrale, dandoci l'illusione di poter essere arbitro e garante.
Corriere, repubblica (e per i più tonti anche vespa mentana e alcuni tiggì) hanno marciato sull'autorevolezza guadagnata nei decenni passati per farci "fidare di loro" in quanto "oggettivi". Da questo punto di vista Emilio Fede fa meno danni, perchè ci permette di filtrare le sue parole: noi sappiamo benissimo chi è, cosa fa e perchè lo fa, di conseguenza l'inganno si realizza più difficilmente.
Bravo Alberto: continua a dirci chiaro e tondo per chi fai il tifo e perchè! Ma continua a sceglierteli bene come hai fatto finora! :)
Saremo severissimi!!! ^_^