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«I'm a picker, I'm a grinner, I'm a lover and I'm a sinner, play my music in the sun» (Steve Miller)
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Alberto Biraghi
Tessere e candele
Ogni qualvolta vado ad accendere un cero in Chiesa, c'è sempre un funerale. La situazione che si crea è sempre la stessa: becchini sul sagrato che attendono il termine della funzione, ridono e scherzano tra di loro, mangiano un panino tracannando una birra. I parenti e amici del defunto che piangono, che si stringono, che si danno coraggio, il mio cellulare che fa Tarzan, tutti che si voltano verso di me incarogniti, come dargli torto, io che mi vergogno come Caino. Oggi ho voluto evitare e senza rimorsi indotti dal timor di Dio mi sono fiondata alla fermata per prendere il bus e andare in piscina.
Oggi a Genova piove. Quando piove il traffico si blocca come l'intestino di uno stitico per cui sono arrivata in piscina puntuale per il corso, ma in ritardo per rinnovare la quota associativa annuale.
Acquagymmo giuliva, sembro un'oca, poi finito il corso vado su dalle docce felice e fiera quando mi accorgo che la tesserina ha finito il credito.
Panico.
Tutte si accorgono della mia situazione ma fanno orecchie da mercante.
Per 20 centesimi. Nessuna mi ha voluto prestare la propria tesserina.
Che schifo, penso, ma dov'è finito l'altrusimo? Tra i loro capelli sfibrati che intasano il piatto doccia?
Allora vado a scrocco, aspetto che le stronzette lascino il box e se la spia è ancora rossa e ferma mi ci butto sotto.
Fanculo.
Spogliatoio.
Culi in faccia spalmati da creme che non saranno mai efficaci.
Chiacchere stupide.
Mi vesto, pago la reiscrizione, scappo via fumando e sculettando evitando le pozzanghere e catturata da nuovo fervore religioso ritorno in Chiesa, mi faccio sti due discorsi col Signore mentre accendo la candela bruciandomi le dita come al solito, come va e come non va, se becchi tizio lassù salutamelo e se becchi quell'altra madala a quel paese da parte mia; insomma le solite cose.
Poi gli chiedo se mi farebbe anche il favore di far venire una bella diarrea a quelle troie che non mi hanno voluto prestare la loro pregiata tesserina.
Faccio il segno della Croce, mi genufletto ed esco, lancio 50 centesimi alla zingara... lavo la coscienza facendo beneficenza.