Anna, Fiorenza e Paola a cena da Piero
Per parlare di testamento biologico
di m.ze.
«Anna, Fiorenza e io stiamo facendo un grande lavoro insieme. C’è un rapporto molto bello tra di noi, di grande collaborazione. Domani sera saremo a cena a casa di Anna, per parlare del testamento biologico. Sappiamo di avere punti di vista diversi ma anche di poter arrivare a una sintesi». Anna Serafini, Fiorenza Bassoli e Paola Binetti. Prove tecniche di Partito democratico attorno a un tavolo in casa Fassino. Stasera. «Non c’è nulla di strano in questo, io ci credo davvero nel Pd. Ciò che trovo strano è l’esclusione delle organizzazioni gay alla Conferenza nazionale sulla Famiglia. Che bisogno c’era di prendere questa posizione così dura? Chi avrebbe contestato gli inviti? Noi, no di certo». A parlare è Paola Binetti, la teodem tanto temuta dall’ala laica del futuro Pd, sia Dl che Ds. La senatrice parla durante una pausa dei lavori in Senato e si dice amareggiata per come è andata l’altro giorno al Convegno dei due partiti sulle politiche familiari. «Era andato tutto bene. Dagli interventi dei relatori di entrambi i partiti erano emersi punti di grande convergenza. Abbiamo fatto tutti un gran lavoro. Anche Anna e io con le nostre relazioni avevamo cercato di mettere in evidenza i punti che avevano sempre unito due culture, quella socialista e quella laica, così diverse, già durante la fase di stesura della Carta Costituzionale». Lei, che in vita sua ha visto due piazze soltanto - quella per Trieste libera cinque decenni fa e quella per la pace in Iraq - ed è pronta a vedere quella del 12 maggio, è una novizia della politica. «Ma sono convinta che sia possibile arrivare a una sintesi alta con i Ds su tutti i temi che attengono ai valori della vita». «Capisce perché Rosy Bindi non doveva dire quella cosa in quella sede? Non c’entrava nulla. Quel convegno avrebbe dovuto conservare il tono e l’obiettivo con cui era stata pensata: sviluppare le maggiori convergenze possibili su un tema così importante come la famiglia», dice. E poi, «sono amica anche di Paola Concia, di Gayleft. L’altro giorno non si aspettava quell’annuncio plateale del ministro. Nessuno di noi se lo aspettava. Ecco, io ho guardato Paola e mi sono detta “perché farle questo sgarbo?”».
E una bella bomba? Tre piccioni con una fava...
mi toccherà scrivere l'ennesima lettera di insulti a Padellaro.
ma dai pippo ! lo fai davvero?
ahahah
non sarà mica una cenetta "lesbica" con annesso "guardone"?
Mah!
Ma come si fa a votare uno che invita a cena certa gente?
e certo che rosy bindi non doveva dire quelle brutte cose, meglio dircele tra noi davanti al caminetto ad una cena intima e per pochi eletti, l'ho sempre detto io che le vere decisioni in Italia si prendono nei corridoi e davanti ad un piatto di maccheroni al ragù.
Vuoi mettere come si ragiona bene a pancia piena?
Apriamo le case e i terrazzi che a Roma c'è sempre quella bella arietta fresca fresca del ponentino, certe donne si sa nei salotti e nelle sale da pranzo son sempre le regine .
Se penso che questi sono i risultati dell'emancipazione femminile mi vien da piangere.
"ma dai pippo ! lo fai davvero?"
in passato l'ho fatto, ma non erano insulti, gli avevo semplicemente scritto di non esagerare sdraiato a tappetino (detto in modo più diplomatico) sulla linea di Fassino & co, che tutto ciò stava diventando ridicolo e che per parte mia da lettore non avrei più comprato il giornale e lui si offese moltissimo e mi rispose di non insultare.
Si scambiavano collants a forma di cilicio?
Il problema è che un tempo c'era la DC che era l'unico partito di riferimento per la Chiesa Cattolica, tanto che poteva permettersi di far finta di nulla su certe ingerenze ed abbozzare.
Ora con la proliferazione dei partiti "cattolici" c'è una gara ad essere più realisti del re da parte di Margherita, UDC, Udeur, etc.
Se il monarca è Benedetto XVI, figuriamoci questi cosa si devono inventare...