Bresso, presidente del Piemonte: 'Ci conteremo all' elezione della costituente del Pd'
Molti delusi nel nuovo partito lancerò la componente laica
Dobbiamo lavorare per allargare gli spazi di libertà, non per restringerli Ora viene messa in discussione perfino la teoria dell' evoluzione
di MARCO TRABUCCO
TORINO - «Dopo una manifestazione come il Family Day credo sia indispensabile che qualcuno nel partito Democratico si faccia carico di difendere i valori della cultura laica. Per questo lancerò l' idea di una componente che lavori con questo obiettivo». Mercedes Bresso (Ds), presidente del Piemonte, si è trovata in prima fila qualche giorno fa nell' affrontare le divisioni dell' Unione sul tema della famiglia. Martedì scorso i consiglieri regionali Dl avevano infatti votato un ordine del giorno di Forza Italia che sanciva l' adesione ufficiale del Piemonte al corteo di piazza San Giovanni. E ieri erano lì, insieme al centrodestra.
Del Family Day le ha fatto più impressione il numero di manifestanti o il fatto che tra di loro ci fossero molti vostri elettori?
«Non so se ci fossero molti nostri elettori. Diciamo che c' era qualche nostro eletto».
E' per contrastare loro che lei, considerata dai cattolici un' atea irriducibile, vuol creare la corrente laica del Pd?
«Non voglio contrastare nessuno. E non chiamiamola corrente, perché non lo sarà. Chi mi definisce mangiapreti sbaglia: la mia è un' etica protestante, rigorosa con sé e tollerante con gli altri. Non certo quella di certi leader del centrodestra che erano in piazza a Roma, esempi di ogni genere di famiglia atipica, sepolcri imbiancati che nella vita fanno ciò che vogliono, però si inginocchiano».
Allora perché si lancia?
«Perché nei Ds sento in giro molta delusione e non solo tra coloro che avevano aderito alle mozioni Angius e Mussi e, almeno per ora, restano nel partito, ma anche tra tanti compagni della mozione Fassino. Mi sono chiesta: "Dove si va?". E mi sono risposta: "Si resta qui e si dà battaglia per sostenere le nostre idee". Ne parlerò già domani nella direzione nazionale Ds».
Come pensa di muoversi?
«Se, come sembra, l' assemblea costituente del Pd sarà eletta sulla base di liste che devono presentare un programma, mi pare sensato far nascere un polo che si proponga di difendere alcuni principi fondamentali. Poi lì ci conteremo: una testa, un voto, ha detto Prodi. Sono d' accordo. E sono convinta che saremo maggioranza».
Quali sono i principii irrinunciabili?
«Primo: che laicità vuol dire rispetto dei diritti di tutti. Secondo: che il partito Democratico deve lavorare per una società in cui gli spazi di libertà si allargano e non si restringono. E non deve accettare tentazioni fondamentaliste. Per il resto sono la prima a dire che nel nuovo partito ci deve essere un gran numero di cattolici».
I tanti di piazza San Giovanni però la pensano diversamente. La sua iniziativa non è destinata solo ad aprire un nuovo fronte con i cattolici della Margherita?
«Non è detto: l' altro giorno ne parlavo con Franceschini ed è stato il primo a dire che riconoscere il magistero della Chiesa e il suo diritto ad esprimerlo non vuol dire che lo si possa imporre ai cattolici in politica. E se è vero che un milione di persone sono tante, non è che per questo il Paese deve essere irregimentato su quella posizione. La famiglia poi non è che uno degli aspetti, forse nemmeno il più grave, della regressione in corso nella nostra società: si sentono cose strampalate, viene messa in discussione persino la teoria dell' evoluzione e autorevoli rappresentanti della Chiesa si dicono d' accordo».
Oltre alle questioni etiche cos' altro ritiene irrinunciabile?
«L' adesione al partito socialista europeo: si può discutere sul nome, magari inserire la parola democratico, ma l' Europa sociale passa da lì. E poi l' ambientalismo che oggi è trascurato nel Pd: non si può lasciarne l' esclusiva alla sinistra radicale».
finalmente qualcuno con ruolo rilevante all'interno dell'ex partito ds comincia a dire qualcosa di serio e a prendere le distanze dall'attuale immobilismo del partito rispetto alla questione della laicità.
Aver scelto consapevolmente di aderire al pd perchè si serrassero le fila della sinistra ,affinchè non andassero dispersi voti e consenso in altre sigle che apparentemente rappresentano le minoranze ma in realtà sottraggono forza e visibilità, non significa aver abiurato al progetto di un diverso governo delle cose e dei fatti.
Mercedes Bresso è sepre stata una figura atipica all'interno del partito, ha sempre conservato una sua specificità e una sua linea politica autnoma rispetto all'apparato e al funzionariato del partito piemontese, ha anticipato un certo modo di operare legato più alla società civile, con un occhio attento alla realtà economica e produttiva e non solo a quello di bottega.
La sua candidatura a presidente della regione non è stata affatto scontata, conosce bene la palude entro quale si rischia di finire se non si hanno ben chiari i rapporti di forza e se non si conosce perfettamente il territorio in cui si opera, che lei abbia rilasciato tale intervista a repubbllica è un esplicito segnale della misura ormai colma, è ora di fare chiarezza e che comincino ad essere identificabili non solo le sigle ma i fatti e gli obiettivi ma soprattutto a fianco di chi vogliamo essere per ottenerli.
Non è la prima volta che Torino assurge al ruolo di apripista rispetto a scelte decisive per l'Italia tutta, dubito che questa voce discordante rimarrà isolata ed inascoltata , troppi sono ormai i malumori e le incomprensioni tra i vertici e la base della sinistra laica e riformista per rischiare di finire inascoltata.
Con Mercedes Bresso, alla fine degli anni settanta, ho passato giornate a raccogliere firme per i referendum e nottate ad attacchinare manifesti del partito radicale. Ecco una persona che, al contrario chennesò di un rutelli, ha cambiato casacca ma non ha perso la memoria.
tempo sei mesi e la fanno fuori
scusate ma come si fa a far partire un nuovo partito sull'onda della delusione anziché dell'entusiasmo? è una contraddizione troppo stridente. capirei se dentro un vecchio partito, la Bresso dicesse: "si rimane qui e si lotta" ma in uno del tutto nuovo, che parte sulla base di alcunché, non ha minimamente senso. fa la voce grossa, ma si adeguerà passo passo.
Non so, io penso che faccia bene a lottare all'interno. Ormai quel partito è nato, sarebbe opportuno cercare di farne uscire qualcosa di buono, altrimenti non valeva neanche la pena di provarci (infatti).