Uno dei film francesi in concorso è un cartoon scritto e diretto da una iraniana. È tratto da un fumetto...
Sarkozy o no, viva la Francia delle mille culture. Altro che Italia
di Alberto Crespi
In Liguria piove, appena dopo Ventimiglia inizia la Francia ed esce il sole: anche il padreterno ci regala una facile metafora di Cannes 2007, del suo orgoglio nazionalista e delle briciole lasciate ai cugini poveri. Ormai lo sanno anche i sassi: niente film italiani in concorso, pochi titoli sparsi nelle varie sezioni, un riscatto mondano che speriamo funzioni (il trentennale della Palma a Padre padrone, l’arrivo di Nanni Moretti per lanciare il Torino Film Festival, l’omaggio a Dario Argento con la copia restaurata di Suspiria).
Non sarà un festival «azzurro», e sarà un bene: lasceremo da parte le tristezze di casa nostra e ci confronteremo con il mondo. Avremo modo di riflettere, ad esempio, sul diverso significato di un neo-presidente come Sarkozy rispetto a certi figuri che hanno vinto le elezioni in Sicilia; avremo modo di verificare come funziona, in un paese governato dalla destra, il multiculturalismo che nell’Italia di centro-sinistra dovrebbe essere la norma, e qui l’eccezione.
Il cinema è, in questo senso, un’ottima cartina di tornasole: confrontare il nostro provincialismo con la produzione francese sarà proficuo, senza per questo trascurare l’eccesso di supponenza che a volte rende i nostri cugini lievemente insopportabili. Un esempio? Uno dei film francesi in concorso (un cartone animato) si intitola Persepolis ed è firmato dall’iraniana Marjane Satrapi. La signora lo ha tratto dal suo fumetto omonimo, che racconta la sua adolescenza nell’Iran di Khomeini. Tra gli appassionati di fumetti «adulti» il film è assai atteso. Pare che sia pieno di una «esthétique noire mais drole», un’estetica nera ma buffa. Ecco: la Francia è (da tempo) il paese dove il fumetto di un’esule iraniana può diventare un caso letterario e cinematografico, mentre l’Italia è (ancora) il paese dove gli immigrati stentano a trovare spazi nel mondo della cultura. A parte Ozpetek, che per altro è più italiano di molti italiani veri e da tre-quattro film racconta esclusivamente il suo mondo privato, per non dire il suo condominio.
Volete una controprova? Sulla rivista cine-musicale Les inrockuptibles, una delle testate che qui in Francia battezzano le mode, leggiamo una notizia assai interessante sotto lo stuzzicante titolo «L’Islam en sitcom». Canal+ sarà la prima televisione europea a trasmettere una serie che ha avuto grande successo in Canada. Il titolo di questa sitcom, dovete ammetterlo, è strepitoso: La petite mosquée dans la prairie, ovvero «La piccola moschea nella prateria». Si svolge nell’immaginaria cittadina di Mercy (in inglese vuol dire «pietà») e racconta la tragicomica quotidianità di una comunità musulmana sperduta nel Canada rurale più profondo. Prendendo spunto dall’impresa di costruire una moschea nel Far West, si demoliscono i luoghi comuni su entrambe le religioni in campo (Islam e cristianesimo) e si sfottono intolleranze e pregiudizi a 360 gradi.
Curiosità nella curiosità: come Persepolis, La piccola moschea nella prateria è scritto da una donna, la musulmana praticante (ma evidentemente laica: sì, si può fare!) Zarqa Nawaz. Sarà mai possibile vedere questi due lavori in Italia? Speriamo.
il fumetto e' godibilissimo. soprattutto la storia di quando entra nel 'movimento anarchico' (in austria se non ricordo male).
i compagni d'oltralpe sono anche loro un po' dadamaoisti... ;-)
Storia interessantissima anche quella del film: supervisione completa da parte dell'autrice, disegnatori francesi pur con soldi americani rifiutando di esternalizzare... E noi, patria di Bozzetto e Luzzati? Le gabbianelle... Persino nei cartoni ci facciamo riconoscere...
Ci sono alcune differenze però tra il caso italiano e quello francese. Innanzituto lì la cultura del fumetto è molto più sviluppata. Io non me ne intendo, ma in Francia e Belgio vedo molte librerie con specializzate con fumetti bellissimi. Qui i 'fumettari' che conosco mi sembrano tutti persi dietro a orribili manga e residuati marvel.
Poi i Francia ci sono già molti immigrati di seconda generazione. La maggiorparte degli immigrati da noi non è ancora in grado di 'produrre culturalmente'. Quando lo saranno, ne riparleremo...Anche se con ogni probabilità, anche allora, non daremo loro nessuno spazio, perchè ...ha ragione nonnoulisse, ci facciamo sempre riconoscere. :-)
Bello Persepolis, lo sto leggendo in questi giorni e lo consiglio. Sopratutto perché parla di un paese affascinante come l'Iran. Per quel che riguarda i fumetti, la scuola franco/belga ha una grossa tradizione ma non sottovalutiamo l'Italia. Abbiamo avuto e abbiamo ancora molti autori importanti. Certo è vero che vige ancora lo stereotipo lettore di fumetti=sfigato .
Un'altra cosa che mi sembra importante è che questo splendido fumetto racconta una storia che ci fa conoscere il popolo dell'Iran. Il nostro sistema d'informazione malato non fa mai vedere altro che gli uomini di potere, in modo da subornarci facilmente a odiare e temere una nazione intera nei panni del solo Ahmadinejad.
Va anche detto che in Francia nessuno dubita del fatto che il fumetto sia un'arte. In Italia, i vecchi soloni della kultura continuano a menzionarlo solo come termine di paragone negativo, spesso e volentieri del tutto a sproposito.
Persepolis è une delle migliori graphic novel mai disegnate ed è straordinaria anche "Pollo alle prugne", l'opera successiva della Satrapi
Dovendo sopportare da anni l'ingerenza cattolica, mi è del tutto estranea questa passione per il mondo mussulmano..secondo me è il solito, classico, errore "buonista" di una parte della sinistra. I mussulmani sono come i cattolici, se non peggio.
Dedalus: Non so se la Satrapi sia musulmana. Di sicuro è *molto* critica con il regime degli ayatollah, e ama molto l'occidente - in cui vive e lavora, vive a Parigi e collabora anche con il New York Times. (A occhio, penso sia agnostica. E orgogliosa di essere persiana, ma quello è un'altra cosa.)
Speriamo.
Ma tu diresti mai "orgoglioso di essere italiano", "inglese", "crucco" etc.?
Perchè certi orgogli nazionali sono "buoni" e altri sono orridi "nazionalismi".
Probabilmente, tuttavia, il fumetto sarà fatto bene.
Non l'ho visto.
ecco, bravo, fai una cosa buona per te ogni tanto: vattelo a leggere
(tutti a cianciare "contro l'islam" e mai nessuno che si sia filato le donne che da dentro - iran, algeria, marocco, arabia - chiedevano aiuto: sara' che il maschilismo italiano non ha nulla da imparare da nessuna cultura... come i ridicoli missini per anni schierati contro qualsiasi diritto femminile e ora che sostengono di fare la guerra in afganistan per "liberare le donne": penosi)
Ah sì, e le aiuti te le donne schiacchiate dall'islam..allegrone?
Sei il classico benaltrista, di qualunque cosa si parli svicoli per viottoli che non c'entrano nulla.
Dedalus a cuccia e vatti a leggere Persepolis prima di dare aria alla tua notoria vena poetica.
Un fumetto non dovrebbe essere troppo faticoso neanche per te...