è un'espressione che c'è in Cseslaw Milosz, "La Mia Europa", 1959 Parigi. un libro che gronda dolore. Milosz spiega del proprio "DNA di sinistra", e al contempo grida che si tolga questa cosa del Dna dai dibattiti pubblici (o almeno, lo sento gridare io così).
Carolina
questo è uno dei migliori interventi letti su omb...
è noto da tempo che il dna umano è identico ovunque, in ogni etnia.
Post delizioso. :D
Rotafixa (faccio la precisina ;-) anche se non sono un'esperta in materia): A dire il vero, alcune malattie sono più diffuse in alcuni ceppi etnici che in altri: il che farebbe pensare a una predisposizione genetica come un possibile fattore. Anche se poi i ceppi genetici davvero isolati sono pochissimi - che poi è il motivo per cui i genetisti amano i sardi e gli islandesi...
In fatto di scienza non si perde l'occasione di scrivere inesattezze.
Non esiste una razza (etnia) pura perché per essere pura, dovrebbe prevedere che tutti i suoi membri siano omozigoti, cioè con geni identici.
Nella realtà gli individui sono ibridi perché i genitori appartengono a differenti varietà della stessa specie.
La razza è un gruppo di popolazione la cui completa informazione genetica è diversa da quello di altri gruppi. E questo è un dato scientifico: noi europei abbiamo un patrimonio genetico differenti dal patrimonio genetico degli orientali, diversamente avremmo tutti gli occhi a mandorla. O viceversa.
Attualmento il genere umano è diviso in 5 razze: questa suddivisione deriva dagli studi che partono da Linneo fino ad arrivare agli odierni genetisti cha hanno ormai da tempo rilevato le differenze contenute nell'mtDNA (DNA mitocondriale) in tutto il genere umano
Dire che il DNA è uguale in tutte le razze è alquanto naif.
cosa mi tocca leggere!
pure le mostruosita' della esistenza delle razze!
e che gli omosessuali sono malati? che le streghe fanno incantesimi? che il sole gira attorno alla terra?
allora, per chi crede ancora in queste stupidaggini oscene una lettura obbligatoria:
Geni, popoli e lingue / Luigi Luca Cavalli Sforza
Milano : Adelphi, 1996
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Luca_Cavalli-Sforza
Che gli orientali abbiano gli occhi a mandorla e un'altissima percentuale della loro popolazione sia congenitamente carente di alcool-deidrogenasi, non l'ho scoperto io.
Capisco che è difficile accettare le scoperte scientifiche, è accaduto parecchie volte nella storia, ma queste sono caratteristiche dettate dal patrimonio genetico, e le caratteristiche del patrimonio genetico servono agli studiosi per catalogare il genere umano.
Che poi tutti gli uomini sono figli di Dio (di Confucio, Elohim, Allah, Budda e chi più ne ha più ne metta), va bene. Ne prendo atto.
"gli orientali abbiano gli occhi a mandorla"
mi si scusi ma questa e' una affermazione ascientifica. conosco un sacco di persone con gli occhi a mandorla che non sono orientali e un sacco di orientali (non operati) che non li hanno.
poi questa degli occhi e' una mania occidentale, in oriente la principale caratteristica che notano e' il nasone enorme che hanno gli occidentali. ma anche questo non e' scientifico senno' brigitte bardot sarebbe giapponese...
cosi' come il famoso "culetto blu" (o 'culetto mongolo') dei neonati non e' una esclusiva orientale (se ne trovano anche in friuli). idem per la struttura del capello (la cui sezione e' tendenzialmente circolare o ellittica).
ribadisco, per spazzare via la spazzatura razzista niente di meglio di un buon libro.
"Che poi tutti gli uomini sono figli di Dio (di Confucio, Elohim, Allah, Budda e chi più ne ha più ne metta), va bene. Ne prendo atto"
col cazzo! (a parte che Confucio e il Buddha non sono mai stati considerati degli dei).
il monoteismo, quello si', e' una convinzione valida solo localmente. Io non sono figlio di dio, semmai sono suo zio.
non ci posso credere..... stiamo ancora messi così....
ci sono il genoma e il fenoma però.. e fanno entrambi parte degli studi.. es. gli occhi a mandorla sono fenoma, ovvero frutto di adattamento all'ambiente. pare infatti che siano dovuti a una particolare situazione climatica (vento che sollevando sabbia te li può scassare gli occhi). ma comunque, anche se c'avessero dei "problemi" genetici, io non capisco che cosa me ne dovrebbe importare!!! altrimenti che cosa fai, se una persona c'ha la thalassemia o una particolare predisposizione al cancro la ammazzi?? ma non so io... ma basta.. questa è tutta cultura (o incultura) spacciata inopinatamente per natura.
Carolina
"ci sono il genoma e il fenoma però..."
eggia' carolina, e sono due cose ben diverse:
i bantu dell'africa, ad esempio, hanno rapporti genetici molto stretti con gli svedesi piu' che con i 'boscimani' del kalahari. eppure a vista ci sembrano tutti "negri"...
ma il bello delle razze e' che ogni volta che cerchi di individuare delle caratteristiche di una, ti ritrovi che o non ci puoi mettere dentro quasi nessuno o includono praticamente tutto il mondo.
comunque cavalli sforza ha fatto un bel lavoro divulgativo, prendendo come esempio un gene che dovrebbe essere 'tipicamente' indoeuropeo, che vale la pena di leggere.
e mi permetto di suggerire, oltre al testo divulgativo giustamente indicato da tonii, una cosa un po' più corposa, e che al momento rappresenta lo stato dell'arte in materia, di luca luigi cavalli sforza, paolo menozzi, alberto piazza: "storia e geografia dei geni umani", nella biblioteca scientifica adelphi.
impegnativo (anche nell'acquisto), ma non può mancare nelle case degli umani interessati al proprio genere.
la lettura per l'estate.
w Tonii e Cavalli Sforza. quoto in pieno.
Carolina
ps
per chi non ha proprio voglia di sfregarsi il cervello lungo vie impervie, ci si può decentemente rivolgere anche a desmond morris, ottimo divulgatore di antropologia.
"la scimmia nuda" ad esempio
(anche sei io preferisco "l'animale donna", eheheheh)
La storia della vita sulla terra è tutta genetica, ma la sua matrice originaria sfugge, incurante, alle occhiute ricerche dei razzolanti razzismi. E’ evidente che Alessandra non voleva aprire la bottiglietta pandorianina del matriciale genetico terrestre, né, appunto, proporre una sinfonia di commenti pangenetici. E’ vero piuttosto che apre la seria questione del linguaggio politico e della sua aderenza alla realtà. Se il linguaggio politico si esprime attraverso ripetizioni di modi di esprimersi dietro i quali c’è il nulla, soprattutto oggi che è l’era della comunicazione questo linguaggio mostra tutta la sua pochezza. C’è solo da sperare che la pochezza del linguaggio non esprima esattamente il pensiero che lo muove.
Brava Alessandra che mostra di saper osservare in modo altro le cose di tutti i giorni.
alberto ha ragione a riportare la discussione sull'impostazione di alessandra (che anch'io, nuovamente, applaudo).
la sua sbertucciante descrizione di una povertà lessicale nella comunicazione di messagi politici è davvero un buon inizio, e mi scuso per aver contribuito a far dirazzare il 3d.
però devo dire che un neologismo politico di stampo sloganistico, recentemente, mi piace parecchio: "deriva centrista". lo trovo perfetto nella sua ironia, anche se è legato a concetti miserelli.
:-) il problema de concetti miserelli è che sono pur sempre sentiti da qualcuno: per esempio, "mi avete massacrato le palle" è un concetto alquanto misero, eppure se una persona lo percepisce, lo percepisce in modo vivido e assai difficile da sindacare.
Carol