Ricerca, Europa e welfare le tre sfide di Sarkozy
Quando Nicolas Sarkozy ha varcato la soglia dell’Eliseo è cessata la discussione, alquanto inutile, su chi egli sia, se rappresenti una novità politica, se sia simile a Silvio Berlusconi. Tutto questo è di scarso rilievo e niente dice della sfida politica che avrà di fronte, prima di tutto con se stesso.
Sono almeno tre le prove su cui Sarkozy dovrà misurarsi e tutte e tre riguardano l’asse identitario della Francia
La prima prova riguarda la modernizzazione. Sarkozy l'ha indicata con una scelta a effetto. Il futuro della Francia non è nella letteratura, nell'investimento delle risorse nelle scienze umane. Lo slogan riguardava l'inutilità di finanziare la ricerca e o studio delle lettere classiche. Dietro non c'era un rifiuto del latino, C'era - e c'è - la decisione di entrare in rotta di collisione con la Cina. Uscire dalla fascinazione per il latino, infatti ha un solo significato: convogliare risorse sulla sfida dei prossimi decenni e la sfida si chiama investimento nell'ambito della ricerca scientifica e per tutti nell'informatica e il suo nucleo è nella matematica teorica.
Confrontarsi con la Cina o con le superpotenze economiche oggi significa sviluppare know-how, se si vuol restare ad una soglia di competitività. Altrimenti il progetto è nessun investimento nello sviluppo, abbassamento del rapporto tra lavoro vivo (persone fisiche) e lavoro morto (macchine), conseguente all'abbattimento dei costi per unità prodotta ottenuto con l'abbassamento del costo di manodopera. Certo c'è anche l'economia finanziaria, ma il rilancio non avverrà secondo questa strada. E non avverrà perché il rapporto modernizzazione/ricerca chiama in causa la questione dell'Europa.
Qui sta la seconda questione. L'Europa, appunto. Non è la ratificazione del trattato, bensì la capacità dell'Europa di produrre una politica che sia anche una risposta alla questione energetica, non più affrontata come “emergenza”, ma come idea di sviluppo. Dentro a questa partita la Francia non ha solo il problema del rilancio del suo nucleare o dello studio per un nucleare pulito. Lo sviluppo del nucleare significa anche come pensare un nuovo multilateralismo fondato su una forza europea. Dopo l'Iraq, il problema è se l'UE sia in grado di esprimere una forza militare coordinata, uscendo dalla condizione attuale di “liberi tutti” e di ordine sparso (questo è stato alla fine l'effetto del dopo 11 settembre).
La terza prova riguarda il popolo elettorale del candidato Sarkozy, scelto da due distinte fasce sociali: gli ultrasessantenni e i ventenni. La popolazione elettorale di Sarkozy è quella di una Francia che invecchia e che dunque chiede non solo ordine, ma anche protezione sociale. Ma è anche una Francia in cui nessuno dice esplicitamente che tutta la struttura dell'assistenza sociale pubblica sia da sottoporre a profonda revisione. Ovvero una politica verso i giovani in termini di primo impiego e casa e una verso gli anziani nel senso dell'assistenza indiretta.
Dunque da questo lato il problema sarà rappresentato dalla capacità di accompagnare lo sviluppo eventuale con politiche che consentano un alleggerimento del carattere pubblico del paese. Non è un problema da poco. E' sufficiente osservare i dati di consenso a Sarkozy: se i salariati del settore privato hanno si sono espressi a maggioranza (54%) a suo favore, nel settore pubblico il consenso a Sarkozy scende al 35%. In breve una riscrittura del welfare. Forse molti pensano che il welfare rappresenti una politica “naturalmente” di sinistra”, ma sbagliano. Il welfare e le politiche di assistenza selettiva, sono un'idea e una politica di Bismark. Alla sinistra e alla storia del movimento operaio pertiene, invece, l'idea dell'autoassistenza e del mutualismo.
Dunque Sarkozy rappresenta anche una scommessa politica che mette a nudo molti nodi dell'Europa. La questione oggi è quella della modernizzazione dell'UE e della sua uscita dalla condizione di nano politico. La “rottura” di Sarkozy, se avverrà, sarà nella riapertura di un nuovo modello di sviluppo industriale in cui si congiungono riscrittura delle regole reali dell'Europa e questione delle risorse energetiche. Lì sta la sfida anche dell'Europa a se stessa.
17.05.07 08:22 - sezione
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