DOPPI INCARICHI
Gli onorevoli «incompatibili»
Stipendi da Eni, aeroporti e fiere
di Sergio Rizzo
Anche questo, per Franco Giordano, fa parte dei costi insopportabili della politica. «A Latina ho scoperto che un senatore di Forza Italia becca anche un compenso in quanto presidente di Acqualatina: 100-150 mila euro l'anno», ha detto mercoledì al Corriere, aggiungendo di non voler «fare il nome». Ma a chi si riferiva il segretario di Rifondazione comunista è presto detto: Claudio Fazzone, nominato presidente della società pubblica controllata dai comuni pontini addirittura il 28 giugno del 2006, un mese e mezzo dopo che era stato eletto a palazzo Madama.
Com'è possibile? La legge del 1953 sulle incompatibilità parlamentari non consentirebbe incarichi in società pubbliche. Ma l'applicazione della norma è spesso elastica. Talvolta, di fronte a un parlamentare recalcitrante a lasciare l'incarico, la giunta per le elezioni, competente anche per le incompatibilità, preferisce far scorrere il tempo. Per arrivare magari alla scadenza del mandato prima che all'inevitabile prova di forza. È accaduto così che tre senatori siano stati dichiarati incompatibili l'ultimo giorno della scorsa legislatura. Quando, ovviamente, quella decisione era del tutto inutile.
Il problema si è riproposto nella nuova legislatura, con lo sbarco in Parlamento di almeno una cinquantina di amministratori pubblici. Molti non sono stati opportunamente rinnovati. Altri sono rimasti imbullonati alla poltrona. Pochi hanno lasciato l'incarico. Per esempio Augusto Rocchi, deputato di Rifondazione comunista che tre mesi fa ha comunicato le proprie dimissioni all'azienda municipalizzata di cui era consigliere, la Cap holding controllata dai comuni lombardi e dalle Province di Milano e Lodi, badate bene, non per «incompatibilità». Bensì «per i numerosi impegni che derivano dalla nomina a deputato». Impegni che evidentemente non hanno impedito al suo collega parlamentare dei Verdi Camillo Piazza, che ha seduto con lui nello stesso consiglio della medesima azienda, di rinunciare alla poltrona. Rocchi se n'è andato, Piazza è rimasto.
Ed è rimasto al suo posto anche il senatore della Lega Nord Dario Fruscio. Soltanto che lui non è consigliere di una qualsiasi municipalizzata, ma dell'Eni: la compagnia petrolifera ancora controllata dallo Stato. Un posto che vale 134 mila euro l'anno. Anche se non è soltanto una questione di soldi. Il fatto è che nella sua veste di parlamentare Fruscio esprime pubblicamente opinioni su questioni che riguardano l'azienda pubblica, quotata peraltro in borsa, della quale è consigliere.
Non ha mollato, almeno a giudicare dalle carte disponibili a oggi, nemmeno Sestino Giacomoni. Già assistente del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, era stato nominato consigliere di amministrazione della Sace, la società del Tesoro che gestisce i crediti all'export. E lì sta ancora. Come lui, anche Giorgio Oppi. Eletto deputato nell'Udc di Pier Ferdinando Casini, non ha sentito la necessità di lasciare il consiglio di amministrazione di Italia Lavoro, società controllata dal ministero del Lavoro. E nemmeno il suo collega di Forza Italia Giuseppe Fini ha avvertito una spinta in tal senso: perciò è ancora amministratore unico di Rovigo Fiere (azionisti Regione Veneto e Camera di commercio di Rovigo).
Difficile dire se il suo sia un caso meno spinoso di quello di Pietro Fuda. Anche il senatore eletto in Calabria con la lista Loiero risulta tuttora essere amministratore unico, però non di una società fieristica: bensì della Sogas, la società che gestisce l'aeroporto di Reggio Calabria. Consola appena sapere che prima di lui quella carica era ricoperta da un europarlamentare di An: Umberto Pirilli. Ma gli aeroporti, evidentemente, esercitano potenti influssi magnetici. A un anno dalle elezioni il deputato di Forza Italia Luigi Fabbri, per esempio, è ancora consigliere dell'Aeroporto di Pavia: anch'egli, al pari di Fazzone, nominato dopo le politiche.
commenti..?
Ma che cazzo c'è da commentare!!!???
@Marco: ovviamente non c'è l'ho con te!
Per la casta che ci affligge l'unico rimedio è il forcone, spero che presto molti se ne accorgano...