naturalmente la colpa dell'incidente in foto è dell'albero.
auto - controllo?
"naturalmente la colpa dell'incidente in foto è dell'albero."
Se l'infame arbusto ti taglia la strada mentre stai guidando bel bello pensando ai casi tuoi, agitando con fare minaccioso i rami, CERTO!
http://www.wreckedexotics.com/
Per vedere la deficienza umana a che livelli può arrivare. In alcuni commenti si legge che la gente, non contenta di aver devastato un capitale e aver messo in repentaglio la propria vita e quella degli altri, tutta contenta se ne compra un'altra o esce a bere come se nulla fosse.
Siamo a livelli di demenza pura!
porcaccia che legnate tremende...
certo che alcuni commenti sono davvero terribili, la
demenza allo stato puro...(brrr...)
In Italia, la situazione è preoccupante anche nel mondo delle due ruote: motorini e motocicli rappresentano appena il 3,6% del totale della mobilità, ma incidono per il 26% sulla mortalità generale da incidenti stradali,
motico per cui, dopo lungo tira e molla, a mio figlio ho comprato l'apre cross invece del motorino..i primi giorni si vergognava di andare a scuola, ora pare che la cosa sia piaciuta..
@dedalus... non voglio rovinarti la festa, ma non è che l'ape cross alla fine sia più pericolosa di un motorino...?
*si ribalta con facilità...
*per le dimensioni, ti impedisce di schivare gli
ostacoli...
*sei protetto da un lamierino sottilissimo e sei senza casco...
ps guarda questi quà...
http://www.youtube.com/watch?v=paiKyhAYJS8
"a mio figlio ho comprato l'apre cross invece del motorino"
Una bella bicicletta no? Così fa anche un po' di movimento e non inquina l'ambiente...
@ rotafixa
ti sbagli non è colpa dell'albero
ma di un ciclista distratto
claudio non hai visto bene
l'albero è un ciclista travestito da platano.
lo facciamo in centinaia, a turno. ma i giornali, come al solito, non ne parlano.
Dedalus tuo figlio diventerà come Valentino Rossi, anche lui a 14 anni in quel di Tavullia usava l'ape e guarda che fenomeno è diventato ;-)
ciclista e pure travestito...
sarà contento il tuo amico Bagnasco
E' proprio vero che non c'è più religione... e manco le stagioni per questo...
io voto platano
o noi o loro
(meglio loro)
http://www.ciclistica.it/statici/logo_platano.gif
Ho idee un po' particolari sulla sicurezza stradale e, sperando di contribuire positivamente al dibattito generale, le espongo. Prima però vorrei lanciare due sollecitazioni: la prima nei confronti della Chiesa perchè difenda la vita che va persa sulle strade per effetto degli incidenti stradali con la stessa forza con cui difende la vita in altri ambiti. La seconda per la raccolta di firme perchè sia approvata una legge che vieti la circolazione agli automezzi in grado di superare la velocità massima consentita (130 km/h).
Per andare alle idee un po' particolari cui facevo cenno mi pongo una domanda e la pongo alla classe dirigente del nostro paese: come si può accettare che in Italia ci siano 7/8.000 vittime ogni anno per incidenti stradali? E' una strage indicibile al cui confronto guerre e catastrofi diventano "cosette"!
Secondo me, la questione viene affrontata al rovescio, se vista nell'ottica di una società che si definisce evoluta e civile. Infatti, evidentemente tutti quei morti sono considerati, nell'immaginario collettivo, una specie di tributo, di sacrificio, che la comunità deve all'attuale modello di sviluppo e, quindi, si accettano come inevitabili e si interviene a valle del problema nel tentativo di limitare i danni. E' inspiegabile per me, senza tale concetto di sacrificio, il fatto che per vittime causate in altri contesti si mobilitino opinione pubblica, mass media e fior fiori di intellettuali e per quelle della strada si può dire che tutto tace, pur in presenza di proporzioni numeriche da brivido.
Se fosse vero che la vita, per la nostra civiltà, è un valore assoluto da tutelare senza cedimenti, il discorso dovrebbe completamente ribaltarsi e diventare: I MORTI SULLE STRADE NON CI DEVONO ESSERE. Da questo semplice principio consegue che mezzi e strade devono essere costruiti in modo che anche nella situazione più sfavorevole di incidente la vita sia sempre salvaguardata.
Oggi non è così, evidentemente. In più, passando dal punto di vista collettivo a quello individuale, ognuno di noi accetta di fatto che, utilizzando normalmente automezzi e strade, mette la sua vita nelle mani di "altri" e ne minimizza il rischio quasi come se non lo riguardasse: è incredibile. Io penso che in nessun'altra situazione persone di intelligenza media, non costrette da motivi eccezionali, farebbero lo stesso, eppure per gli spostamenti su strada è cosa accettata da tutti, non ci turba ed è oltretutto difficile da mettere in discussione.
Il grave problema, su cui sorvoliamo tranquillamente, è che, purtroppo, gli "altri" si trovano nelle condizioni psicologiche, emotive, di salute, ecc., più diverse e continuamente variabili e, per questo, del tutto INCONTROLLABILI: questo è quello che non va. E' per questa incontrollabilità a cui si aggiunge l'incontrollabilità puntuale dell'efficenza dei mezzi, che il sistema così com'è non funziona e gli interventi a favore della sicurezza incidono così poco sul numero delle vittime.
Non è ragionevole pensare che la vita è salvaguardata solo quando, tra i tanti, milioni, non ce n'è nemmeno uno che "sgarra". Nella sostanza, tuttavia, pretendiamo di fondare e realizzare la sicurezza sulle strade sul presupposto che tutti gli utenti, indistintamente tutti e sempre, si comportino in maniera ligia alle regole, attenta, rispettosa verso gli altri e ben presente a se stessi: E' UNA VANA PRETESA. Vi prego di riflettere con attenzione su quanto ho appena espresso, è il punto focale del ragionamento.
Ribaltiamo allora il discorso! Che la sicurezza invece di dipendere, com'è attualmente, dalla condizione utopica di "TUTTI GLI UTENTI SEMPRE PERFETTI", sia demandata ai costruttori di automezzi e ai costruttori di strade e sia piuttosto "A PROVA DI IMBECILLE".
Così il sistema funzionerebbe perchè l'operato dei soggetti responsabili può essere tenuto COSTANTEMENTE SOTTO CONTROLLO e perchè le variabili introdotte dagli utenti non inciderebbero sulle conseguenze degli incidenti.
Naturalmente questo significa pensare ad un altro modo di muoversi, a cambiamenti profondi nel modo di produrre e quasi quasi ad un altro modo di vivere e forse di concepire la vita stessa col tutt'altro che trascurabile risultato che 7/8.000 persone ogni anno continuerebbero a stare con noi. Certo ci vuole coraggio a immaginare cambiamenti di tale portata, ma pensandoci bene gli investimenti necessari per adeguare strade e mezzi a nuove regole di sicurezza totale, riguardando le due industrie trainanti dell'economia italiana, l'auto e l'edilizia, potrebbero dare l'avvio ad una nuova rinascita economica del nostro paese, forse addirittura estendibile a tutto l'occidente.
CONCLUSIONI
E' evidente, mi pare, che il genere di misure fin qui adottato a favore della sicurezza stradale, mi riferisco anche alle norme entrate in vigore di recente, influisce molto relativamente sul numero delle vittime. A proposito di questo vorrei fare un inciso. Pare che dette misure dipendano in modo direttamente proporzionale dalla domanda di sicurezza e questa, secondo gli analisti, nel nostro paese è assente e con la sua assenza giustifica lo scarso interesse dei Governi di ogni colore verso la sicurezza stradale stessa. Allora stavo pensando che forse si dovrebbe fare un'opera di sensibilizzazione per sollecitare questa benedetta domanda di sicurezza dalla quale sembra che tutto dipenda. In altre parole c'è una funzione educativa che, specialmente in questioni come questa, chi governa dovrebbe espletare o mi sbaglio? Se ci si riflette bene però, gli spot ed i messaggi shock con cui ci hanno bombardato da un po' di tempo a questa parte, mirano al risultato opposto, mirano cioè a farci sentire colpevoli o potenzialmente tali. Per domandare sicurezza, al contrario bisogna che l'utente si convinca che essa dipende anche e soprattutto da fattori esterni al suo agire, diversamente come fa a chiederla? Se è convinto che dipende da lui, solo a se stesso potrà domandarla, o no!?
Tornando alle conclusioni temo che due sole siano le possibilità che ci si prospettano: cambiare subito rotta in modo deciso o rassegnarci ad avere ancora, per un periodo indefinito, 7/8.000 morti all'anno. A mio avviso la nostra società, rassegnata alla seconda opzione, commette un vero e proprio crimine e il fatto che il criminale sia una comunità intera non ne cambia minimamente la sostanza.
Per di più a giustificazione del fenomeno non si può nemmeno chiamare in causa l'esercizio della libertà individuale dato che la propria incolumità dipende anche e soprattutto dal comportamento degli altri e dato anche che nessuno può vivere una vita normale se decide di rinunciare all'utilizzo delle strade.
Credo che affrontare il problema in modo da giungere, in un tempo ragionevole e predeterminato, ad una riduzione veramente drastica delle vittime della strada, sarebbe un risultato per il quale gli uomini di inizio millennio sarebbero ricordati per sempre al pari di quelli che hanno determinato svolte epocali. Mi viene in mente, per esempio, quando si è messa in discussione e poi abolita la schiavitù. Anche allora, immagino, ci saranno stati gli scettici, quelli che dicevano che una società senza schiavi non poteva funzionare, che era un'utopia solo immaginarla e gli altri che dicevano: "ma la schiavitù è un delitto contro l'umanità, è inaccettabile, bisogna trovare altre soluzioni". Ecco, stiamo commettendo, come per la schiavitù, un inaccettabile delitto contro l'umanità, è nostro dovere trovare altre soluzioni ed oltretutto i ritardi sono imperdonabili.
Sarebbe veramente necessario, non solo in occasione della settimana europea sulla sicurezza stradale, che nell’agenda della politica fosse inserita questa questione perchè sembra assurdo che 7/8.000 morti ogni anno sulle strade italiane e 35 miliardi di costi sociali, non costituiscano una priorità assoluta da risolvere, eppure non si sentono proposte di modifiche allo stato di fatto, in grado di diminuire drasticamente quella atroce strage. In realtà avrei anche capito perché, in effetti i morti non votano e il cittadino che sarà vittima, quando va a votare ancora non sa che lo diventerà, evidentemente, quindi non si tratta di soggetti elettoralmente interessanti, né rappresentano una categoria che può fare pressioni. Allora perché il politico dovrebbe proporre cambiamenti? Io oserei dire per civiltà. Spero davvero che le cose cambino ma ho paura che nessuno voglia cimentarsi fino in fondo con questo problema per le implicazioni economiche prima di tutto e perchè l'efficacia delle misure è facilmente misurabile e con essa la correttezza dell'impiego dei soldi pubblici: basta contare a fine anno le vite salvate.
Cordiali saluti.
Danilo Di Mambro
Roma
eh?
due anni fa, viaggiando in macchina dalla Savoia alla Bretagna e ritorno, mi sono stupito della totale assenza di lavori stradali sulle autostrade e delle pochissime macchine a sfrecciare sulla corsia di sorpasso oltre i fatidici 130. e pochissima polizia. sarà stato un caso
Però le battute salaci di Rotafixa sono veramente carine, va detto..:o)..anche se l'argomento fa venire i brividi, eh ?
Amo guidare, e...ecco..non so come dirvelo, insomma...uhm..vabbè: sono esperta e pure brava !Ovvia, l'ho detto !:o)
Nonostante ciò, ogni volta che guido vorrei avere 8 occhi, l'auto di James Bond o il carro di Benhur con i magli rotanti laterali, od anche un Hammer modificato, per essere sicura di sopravvivere al traffico odierno su autostrade e non.
ah perfetto, i rostri dei carri.
e per fare che, di grazia?
ammazzare quale nemico?
(ps: le ricordo che i magli sono generalmente delle masse consistenti utilizzate per schiacciare, la cui costanza è assicurata da un meccanismo disassato continuo)
Ehm, non sono poi così esperta di magli rotanti (a parte quelli intramontabili di Goldrake)..
Quindi, della Sua dotta dissertazione, Mr (?) Rotafixa c'ho capito pochino pochino.
Comunque utilizzerei 'sti magli per tenere a debita distanza le altre auto, non certo per ammazzare qualcuno !
E me ne farei installare anche uno posteriore (sull'auto, ovviammente) per 'invogliare' a tenere la distanza di sicurezza in autostrada.
Sì, proprio quella cosa lì che è ormai diventata una specie di chimera, ahimè.
Se ti va bene, infatti, dietro di te c'hai la macchina di Topolino (leggi Smart) incollata al paraurti.
Se invece ti va male, il classico Ducato bianco che si crede di essere una Ferrari perchè, poverino, il guidatore è daltonico, e soprattutto, il Ducato generalmente non è suo, quindi: chissefrega ?
Meglio che vada a nanna, eh ?
io invece odio giudare! ma vivo in sicilia, in montagna di fine settimana.. dalla montagna alla città (palermo) non esistono treni,come non esistono treni nel resto della sicilia..qualche autobus ma si viaggia come gli animali,a volte in piedi per due ore e mezza con aria asfissiante,mi è pure capitato di viaggiare su autobus con il tubo di scarico dentro piuttosto che fuori.. ma odio la macchina in città quindi non la porto e "scrocco" passaggi.. mi piacerebbe andare in bicicletta..ne ho una in balcone non acora usata..ho il terrore..chi conosce il traffico di palermo può capire perchè io ho difficoltà a descriverlo..peggiora di giorno in giorno,aumentano le macchina,per ogni persona in età da patenta ha la macchina..i mezzi urbani fanno cagare soprattutto nelle ore di punta,sembra debbano scoppiare da un momento all altro,per una donna è ancora peggio,ti toccano,ti sfiorano..
come si fa? a piedi..
lungo discorso (et vaste programme):
ciò che tento di far capire é che questo modello di mobilit violento aumenta continuamente in violenza solo pensando di proteggersi con mezzi sempre più ampii e dissuasivi. questo porta solo ad un maggior numero di danni, ad una drastica diminuzione della socialità e ad un ampliamento dell'inimicizia personale con il resto degli utenti della strada. chi pensa che questa sia la soluzione é come chi pensa che per assicurare l'acqua potabile il metodo migliore sia accaparrarsi le fonti.
conduce solo alla morte, prima mentale e poi forse fisica (probabilmente fisica).
il percorso deve essere inverso: abbandonare totalmente l'automobile per uso privato, usare al massimo vetture in condivisione pubblica (anche car sharing) ma questo solo dopo essersi ripuliti le vene dalle tossine accumulate in questi decenni.
bisogna prima passare dall'amore (che data dagli anni '60 qui da noi) all'odio per le vetture (che purtroppo sta attecchendo molto lentamente, ma i segnali ci sono), e solo dopo, tra qualche decennio, avere un rapporto meno conflittuale con le vetture private.
al momento è vitale rifiutare totalmente ogni rapporto anche psicologico con le vetture, se non quello di profondissima inimicizia, evidente ostilità, sdegno e sgomento per qualunque aspetto (intimo, privato, sociale, politico, filosofico) dell'uso della vettura per i propri spostamenti quotidiani privati.
questo per rispondere alla signorina dei magli. una risposta, sospetto, del tutto inutile ahinoi.
A me la cosa che ha fatto inorridire è stat la decisione di recidere gli alberi secolari che costeggiano la pineta del Tombolo in provincia di Grosseto in quanto detti alberi erano pericolosi per la circolazione.
Di chi?
Dei soliti imbecilli, che correndo a velocità insostenibili su un tratto stradale ovviamente non costruito con quello scopo, andavano giocoforza a schiantarsi ed a morire contro i poveri alberi.
La decisione mi ha lasciato parecchio incazzato (e non è detto che non mi venga in mente di origanizzare qualche azione di disturbo stradale in zona...).
Sono appena ritornato da un piccolo viaggio in Francia, dove ho potuto notare che di vialoni alberati la Povenza ne è piena. Percontro ho constatato la presenza di pochissime croci in corrispondenza degli alberi, e la presenza di moltissimi olmi centenari a bordo strada... segno che evidentemente il problema dell'auto-controllo (grazie) deve essere per forza di natura italica.
Comunque se volete sentirvi meglio, sembra che in Svizzera il top delle statistiche spetta ai cittadini dell'Est. Una volta tanto l'Italia non primeggia ;-)
proprio ieri uscendo da un incrocio in piena città,io seduta nel lato passeggeri,una macchina a velocità indefinibile sulla corsia preferenziale per pochissimo non sfondava violentemente il lato dove io ero comodamente seduta.è riuscito a frenare non so per quanto,tanto che ha urtato la macchina.poteva finire peggio..
io perderei 10 anni di vita se mi spostassi in macchina in città quotidianamente. in piu noto che esce fuori un lato di me aggressivo,violento,quasi non mi riconosco. e mi fa schifo!
Prima di tutto, grazie per quell''ina', Rotafixa...:o)..chè capita sempre più raramente che venga appellata in cotal modo.
Poi solo una precisazione: il tono dei miei posts è ovviamente ironico, no ? Anche se molto amaro.
Soprusi/violenza non caratterizzano certo il mio stile di vita, se non, eventualmente, nel subirli in quanto guidatrice donna, con tutti i luogocomunismi del caso, che mi possono venire rivolti in tema di guida.
Da qui l'amaro sfogo, appunto.
La realtà del caos automobilistico è comunque un dato riscontrabile ogni giorno da chi si muove con qualsiasi tipo di mezzo che non siano i piedi.
Un futuro con molte meno auto (più realistico) e servizi pubblici più efficienti, ce lo auguriamo tutti.
Ma personalmente mi auguravo anche un vigoroso ed elettrizzante governo di sinistra, ma guarda un pò te invece come siamo messi...:o)...
è un fottuto problema di cultura e cultura della legalità...e in Italia non esiste nè l'una nè l'altra. Basti pensare che Sabato sera ad un centro sociale di Romaun gruppo che suonava (Villa Ada Posse) gridavano : non vogliamoo vivere in una società che ti impedisce di farti le canne quando vuoi guidare". Ecco con tutto che sono antiproibizionista convinto, francamente queste puttanate si possono anche risparmiare...
Mi pare ovvio che non ci sono impedimenti di tipo tecnico per far sì che si azzerino le vittime della strada. In definitiva basta diminuire la velocità dei veicoli ed aumentare i dispositivi di sicurezza di strade e mezzi ed entrambe le cose, dal punto di vista tecnico appunto, non presentano difficoltà. Il problema purtroppo è di tipo politico-economico e riguarda le scelte di chi ci governa, dico purtroppo perchè le soluzioni della politica alla fine, dovendo essere mediate, tengono in maggior conto le spinte più forti rispetto a quelle più deboli. Questo comporta che mantenere un certo modello di sviluppo, a favore del quale spinge una parte del mondo economico, prevale sulla esigenza di salvaguardare la vita dei cittadini. Detto questo mi pongo la domanda: perchè noi utenti della strada, tutti potenziali vittime, dobbiamo essere carne da macello per compiacere un certo tipo di scelte economiche?
Cordiali saluti.
Danilo Di Mambro