Quell’emergente cattolicesimo popolare che non vedete
di Paola Binetti
Non è facile capire cosa accada oggi nel mondo cattolico, dove un laicato organizzato sempre più autonomamente appare alla ricerca dei modi più efficaci per affrontare i problemi del proprio tempo ed esprimere i suoi valori. C’è il segno di un grande fermento, che guarda alla modernità non con la logica di chi vuole vincere una sfida, imponendo la propria cultura e il proprio stile, ma con l’approccio di chi percepisce la straordinaria opportunità di nuove sintesi culturali, sociali e politiche.
È possibile incontrare questi nuovi movimenti, che sono una parte importante del mondo cattolico, solo riducendo le interfacce ideologiche che fanno da filtro e non permettono di cogliere i cambiamenti in atto. Sono tanti e stanno dove i nuovi problemi sociali si impongono alla attenzione di tutti, stanno dalla parte delle persone che rivelano bisogni improcrastinabili e per i quali le vecchie soluzioni mostrano una strutturale incapacità a soddisfare le nuove richieste. Occupano uno spazio nuovo proprio perché sono cattolici in cerca di risposte ancora non sperimentate, non hanno pregiudizi né attaccamento a formule di vecchio stampo. Appaiono così frastagliati e diversi anche tra loro da rendere sorprendente credere che siano capaci di trovare linguaggi comuni e soluzioni su cui convergere.
Eppure questi cattolici alla ricerca di ideali non hanno paura e sono capaci di trasformare i rischi che si profilano all’orizzonte in veri e propri fattori di protezione per se stessi, per le loro famiglie, per l’intera società. La mia ipotesi è che sia giunto il momento di riflettere seriamente, anche sotto il profilo politico, su questo emergente cattolicesimo popolare che incarna lo spirito del tempo con le sue contraddizioni e con le sue potenzialità. Vale la pena provare a capire chi siano queste persone che vogliono far sentire la loro voce e per questo si impegnano in nuove forme di dialogo anche con la mutevole realtà politica dei partiti di oggi.
Paola Gaiotti ha dato un contributo a questo dibattito, rispondendo ad un mio articolo sul tema e altri giornalisti hanno voluto inserirsi nella discussione a cui tento di dare un ulteriore contributo.
Occorre dire che la pluralità delle esperienze dei movimenti rende assai improbabile immaginare la possibilità di una manipolazione che dall’alto suggerisca tattiche e strategie: hanno i loro obiettivi, amano la loro autonomia, propongono le loro identità. In questo riflettono quell’amore alla libertà, che è nel dna del cattolicesimo e che ha la sua maggiore e migliore espressione proprio nella tensione verso il dialogo e verso il confronto con la modernità. Il mio invito a riflettere su queste nuove espressioni del mondo cattolico è dettato dal senso di responsabilità di chi, percependone il valore, è convinto che non rappresentino affatto una visione culturale superata, ma il dinamismo profondo che caratterizza le nuove linee di tendenza. Nella recente vicenda sui Dico ad esempio è mancata la giusta interazione con loro, con una apertura reciproca ad un confronto laicamente fondato. Si è partiti dal presupposto che la mediazione iniziale, fatta nell’alveo della cultura del cattolicesimo democratico, avesse già una sua compiutezza che la sottraeva ad ogni altro tipo di confronto, compreso quello con questo tipo di cattolicesimo popolare. Non si è voluto accogliere il distinguo da loro sollevato tra dico e diritti individuali delle persone e non si è adeguatamente compresa l’urgenza di promuovere e difendere la famiglia. Molti hanno identificato i diritti individuali con i Dico, per cui dire no ai Dico è diventato, per una fantasiosa proprietà transitiva, un tutt’uno con il dire no ai diritti individuali. Tutt’altro il messaggio del Family day, esperienza complessa che includeva anche questa nuova cultura cattolico-popolare. Tutti in cerca di soluzioni capaci di tutelare sia la famiglia che i diritti individuali, come una voce non sospetta: quella di Fassino, sta ripetendo da qualche giorno.
Il cattolicesimo popolare ha voluto far sentire la sua voce, intervenendo direttamente nel dibattito ed esercitando il suo diritto di cittadinanza attiva. Sì ai diritti della famiglia con una serie di azioni positive da innescare subito, senza ulteriore ritardi, e si ai diritti individuali, di tutti! A partire dalla identificazione di quei bisogni concreti che in questi mesi abbiamo imparato a riconoscere. A cominciare dall’accoglienza della diversità che non è discriminazione ma solo una concreta azione positiva per uscire dalla genericità e mettere a segno iniziative positive mirate. Unicuique suum recitava un vecchio adagio e questo vogliamo ribadire anche, ma non solo!, con la voce del cattolicesimo popolare.
giuro che ci ho provato , lo giuro. Ma bastano 20 righe a farmi venire la schiuma alla bocca.
Ma cosa dice? ma in che lingua parla?
Dunque, io ce l'ho fatta. Praticamente non dice un cazzo di diverso da quello che dicono le prime tre righe. Cmq, te lo riassumo. Esistono tanti modi di intendere il cattolicesimo, ed ogni gruppo è libero e non prende ordini dall'alto (!!!). Lo definisce cattolicesimo popolare, probabilmente da opporre al cattolicesimo curiale. Insomma, è una salsa buona che contempla i preti pedofili che abbiamo visto qualche giorno fa, la Chiesa usuraia che caccia i disabili che non pagano l'affitto e che presta i soldi dello IOR, più tutti i cattocomunisti a sinistra che non vogliono scegliere fra un partito e la loro anima... Almeno ho capito questo, ma è davvero una giungla di cazzate
"Sì ai diritti della famiglia con una serie di azioni positive da innescare subito, senza ulteriore ritardi, e si ai diritti individuali, di tutti! A partire dalla identificazione di quei bisogni concreti che in questi mesi abbiamo imparato a riconoscere."
Questa interpretazione ha l'avallo autorevole, e quindi insindacabile di Fassino.
Questo è un esempio di "affermazione del tutto e del contrario del tutto" da studiare all'università.
Questa è la profondità politica e morale della Binetti, che peraltro si definisce cattolica. Bhà
In questo riflettono quell’amore alla libertà, che è nel dna del cattolicesimo
che cosa!!!???
W il PD!
Ma è la ciliciata che copia fassino o viceversa?
No, nessuno copia nessuno, solo che la Binetti afferma che anche una voce autorevole (quella di Fassino) sta cercando di salvare capra e cavoli
nel Partito di Dio nessuno copia nessuno, sono entrambi ispirati direttamente da Lui
non dice un cazzo di niente.
Non dice niente che possa definirsi una notizia o un'opinione e quindi non c'è il materiale per un articolo.
La cosa che m'inquieta è che l'Unita abbia pubblicato questo articolo, probabilmente su segnalazione di qualcuno... e mi chiedo quale sia il senso poltico di tutta questa operazione.
marta, che quantità di monossido di carbonio politico ci vuole per farti scappare e salvarti la vita?
disclaimer: non votavo ds, non voterò pd.
come tutti, cerco un senso prima di andare via. lì (nel settore umano "partecipazione politica") è introvabile
non capisco,ma non capisco per niente,perchè chiunque esso sia (istituzione chiesa o altro),debba perdere il suo tempo per negare dei diritti,DIRITTI, a qualcuno se questi a maggior ragione non causano limiti in questo caso alla famiglia tradizionale?
perchè i dirigenti politici,giornalisti e altri hanno estrema considerazione della parola clericale? io sono stanca,sono stanca.. basta. secondo me stanno proprio esagerando!
perche l 'italia è un paese cosi bigotto?
Io credo che quello che la Binetti insinua in questo articolo è ben più pericoloso di quanto avete fin qui sottolineato. Cattolicesimo popolare - dice. In parole povere sostiene che il rigurgito integralista pro famiglia, anti-dico, etc etc, viene dal popolo, non dalla curia e tantomeno dai politici. Anzi, i politici ( e immagino si riferisca ai suoi - sigh - colleghi di centrosinistra) non si sono resi conto di questa spinta popolare. Da qui il fallimento dei Dico.
Certo, che l'integralismo nasca spesso dal basso, dalle classi sociali più povere e più ignoranti è una scoperta dell'acqua calda. Ma noi lettori di onemoreblog, così saputelli, così intellettuali, così brillanti nell'utilizzo delle nuove tecnologie, così convinti che il mondo vada nella nostra direzione, dovremo riflettere sulla voragine culturale che sempre più separa chi ha accesso a tutto, da chi non ha accesso a quasi nulla.