Billy Ray (L'inventore di favole) vs Robert De Niro: 3 a 0. Scontro regolare. Dove, infatti, il barboso e logorroico
The Good Shepherd non centra il punto,
Breach va a segno sin dalla scena di apertura. Il protagonista giovane (Ryan Phillippe) è, senza dubbio, tra gli attori più sopravvalutati della sua generazione ma la sceneggiatura è di ferro ed il ritmo regge senza scompensi, nonostante scene e temi siano, talvolta, troppo insistiti. La ridondanza claustrofobica delle inquadrature, infatti, in cui assistiamo al giovane agente in prova alle prese con la sua prima missione importante (e che missione!), in cui deve fare le scarpe all'anziano agente doppiogiochista virtualmente inattaccabile. Il morboso tema della religione come panacea per tutti i mali (sino a rasentare il fondamentalismo).
L'angoscia del lavorare per un'intera carriera in un ufficio senza finestre di cui la maggior parte dei colleghi ignora l'esistenza. Tutto questo e molto di più, si trova in questi 111 minuti di narrazione su un episodio realmente verificatosi: due mesi di missione h24, tesi ad acciuffare la più sfuggente e pericolosa spia americana che, grazie al proprio ruolo dirigenziale nell'FBI, ha trafugato segreti significativi, bruciando agenti sotto copertura e danneggiando molti piani americani durante l'ultima fase della guerra fredda. Se tale lunghissimo progetto non fosse culminato nella tragedia dell'11 settembre (il tradimento di Hanssen si è scoperto proprio nel febbraio del 2001), oggi il mondo avrebbe maggiormente riconosciuto il lavoro di Eric O'Neill, l'unico che riuscì ad afferrare il geniale Robert Hanssen. E' lo stesso O'Neill, peraltro, ad aver lavorato come consulente per Breach, rendendolo così realistico ed accurato. A compensare le carenze interpretative di Ryan Phillippe, brilla indiscusso sulla scena un grandissimo Chris Cooper (Oscar nel 2003 per
Il ladro di orchidee) che riesce a farci percepire l'ambiguità del giano bifronte Hanssen come se si trattasse di lui in persona. Unica personalità femminile di rilievo è l'onnipresente Laura Linney (
L'uomo dell'anno) che qui interpreta Kate Burroughs, l'agente anziano che coordina il progetto per l'arresto di Hanssen. Mossa di marketing pienamente condivisibile, l'inserimento nel cast di uno degli eredi
naturali di Denzel Washington, Dennis Haysbert (
Il colore della libertà,
Jarhead). Quest'ultimo noto al grande pubblico per aver interpretato, nella serie di culto 24, il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti d'America. Film da gustare.
genere: spionaggio/docu-fiction
consigliato: a coloro che "Non mi basta James Bond. Voglio The West Wing!"
sconsigliato: a chi ama le commedie romantiche
Internet Movie Database
In collaborazione con Binario Loco