Dovevano essere trenta. Sono già più di quaranta
Pd, a 24 ore dal varo il Comitato promotore strapieno di nomi. Scoppia il caso donne, poche
di Simone Collini
DOVEVANO essere una trentina, i membri del Comitato promotore del Partito democratico. Ma a ventiquattr’ore dall’insediamento dell’organismo che dovrà guidare politicamente la fase costituente fino all’Assemblea del 14 ottobre i nomi in lista sono lievitati a quaranta. In realtà, liste definitive ancora non ci sono. E questo perché con il passare dei giorni i nodi da sciogliere anziché diminuire sono aumentati. In primis, la questione della rappresentanza femminile.
Prodi aveva proposto una composizione paritetica uomini-donne; poi, al vertice di dieci giorni fa a Palazzo Chigi convocato per stabilire la “road map”, si è stabilito che «almeno un terzo» del Comitato «sufficientemente ristretto ed agile» sia composto da donne. Quota che si è faticato a raggiungere. Anche perché il terzo di nomine spettante a Prodi (un terzo in quota Ds e un terzo Margherita, è l’accordo) che in partenza doveva ospitare personalità della società civile, alla fine era in parte occupato da esponenti non solo riconducibili ai partiti, ma anche uomini: da Amato a Levi a Santagata, da Illy a Cacciari a Soro, da Scoppola a Gitti, da Vassallo ad Andreatta.
Da qui la doppia correzione di rotta: si è proposto di far entrare anche in quota Ds e Margherita personalità della società civile e contemporaneamente di aumentare a 40 i membri del Comitato per permettere l’inserimento di più donne. Ma invece che avvicinare la soluzione, la modifica a quanto stabilito dieci giorni fa l’ha allontanata. Perché ora Ds e Margherita, che hanno preso contatti con esponenti del mondo della cultura, dell’economia e dell’ambiente, sono in attesa di risposte; perché è diventato più difficile scegliere i dirigenti da inserire; e perché anche con l’aumento di posti la quota femminile rimane inchiodata nella migliore delle ipotesi al 30%.
Prospettiva che non va giù né alla coordinatrice delle donne Ds Vittoria Franco, che per prima aveva proposto l’aumento per raggiungere la rappresentanza paritaria, né alla senatrice della Margherita Marina Magistrelli. Le quali sono pronte a far recapitare a Prodi una lettera per ribadire che il Pd «o nasce nuovo o nasce male», cioè o fa del «riconoscimento del ruolo delle donne» e dell’«investimento sulle donne» un «tratto distintivo della propria fisionomia» oppure le conseguenze saranno negative. E dev’essere veramente esasperata dalla situazione attuale Vittoria Franco se cita come riferimento positivo Sarkozy, dev’essere veramente esasperata Marina Magistrelli se dice che «senza una quota significativa di donne, senza un segnale di netto cambiamento, molte di noi non parteciperanno alla Costituente». È proprio il cambiamento il punto. E non è casuale che la senatrice diellina dica, in questi giorni in cui si fatica a chiudere le liste per i troppi nomi da inserire: «Non credo che sia utile alla causa che i ministri partecipino al gruppo di lavoro per la costituente del Pd. La loro partecipazione significherebbe esattamente quello che non vorremmo succedesse nel Pd e cioè che si solidifichino posizioni inamovibili che riproducono se stesse di fase in fase».
I nodi dovranno essere sciolti entro oggi, quando i tre coordinatori, il diessino Maurizio Migliavacca, il diellino Antonello Soro e il prodiano Mauro Barbi, si vedranno a Santi Apostoli per trovare la soluzione ai problemi ancora aperti. Ci saranno anche Salvatore Vassallo e Stefano Ceccanti, per una prima valutazione delle regole per l’elezione della Costituente.
Mi vergogno di aver votato questo governo. Però cari politici miei questa volta, anche se passassero cinque anni, state tranquilli che non mi scorderò tutto quello che avete fatto (indulto, legge bavaglio, base militare Vicenza, proseguio della GUERRA in Afghanistan, buffonata del PD ecc.ecc.) e tutto quello che non avete fatto (abrogazione delle leggi vergogna del governo precedente, modifica legge elettorale, legge antitrust SERIA ecc.ecc.). E non importa se ci sarà ancora il bau bau Berlusconi perchè mi ricorderò come lo avete accolto da amiconi voi del PD. E come me, cari politic miei, la pensano anche moltissimi di quelli che vi ha votato alle ultime elezioni. Godetevi gli ultimi mesi di privilegi perchè vi assicuro che passeranno molti anni prima che vincerete di nuovo delle elezioni.
non capisco che problema ci sia queste sono poltrone a costo zero per la comunità. baratterei volentieri migliaia di poltrone nel pd in cambio dell'abolizione di poche unità di poltrone da assessori
Questo accadeva quasi un annetto fa:
"Con la nomina di altri tre sottosegretari il governo Prodi ha raggiunto quota 102 membri, superando così il record dell’Andreotti VII che giurò il 13 aprile 1991 e che annoverava 101 esponenti"
Direi che sono per lo meno coerenti...
molto interessante il post di Bruno... infatti all'Andreotti VII successe l'Amato I e tangentopoli. Se tanto mi da tanto, Prodi cadrà - come merita mille e una volta per aver tradito ogni lettera di ogni parola di ogni riga di ogni pagina del programma sulla base del quale lo avevamo votato - dopo la serie di sconfitte prossime venture alle amministrative, seguirà un governo di emergenza e poi, speriamo, una nuova tangentopoli che, però, spazzi via davvero tutti stavolta, a cominciare da berlusconi e Pd, giù giù sino a lcdm e Geronzi.
Cosa verrà dopo non lo so. Spero una democrazia appena dignitosa, ossia un balzo in avanti epocale per il nostro paese.