Lo strappo di Pansa: non sono più di sinistra
«Coalizione spappolata. Il Pd? Il mio Piemonte è rappresentato da Petrini»
di Aldo Cazzullo
Sinistra, addio. «In Italia la sinistra non c'è più. È finita. Non lo dico io, lo dicono loro. Ci sono dieci sinistre, come riconosce lo stesso Fassino. Sta franando il Palazzo: viene giù tutto quanto, e li seppellirà. La Seconda Repubblica è morta. Comincia la Terza».
Giampaolo Pansa non ha mai risparmiato critiche a quella che considerava la sua metà del campo. Ma lo faceva, appunto, da uomo di sinistra. «Ora non ci credo più. Non parlo più di sinistra e di destra perché sono categorie superate. Capisco i giovani, che non si riconoscono in un linguaggio antico. Se dovessi misurarli con le vecchie regole, allora direi che è di sinistra Montezemolo ed è di destra Bertinotti. Destra estrema, destra conservatrice».
«In passato ho creduto in Prodi. Ora ho perso anche l'ultima illusione, e non per colpa sua. Prodi guida una coalizione spappolata. La sua presunta alleanza è un baraccone. Conosco le fatiche del Professore per arrivare in fondo a ogni giornata fatta di liti, ribellioni, piccoli ricatti: una lotta che piegherebbe dieci Maciste. Prodi oggi è prigioniero di una banda di folli. Un Gulliver legato da migliaia di lillipuziani. Non scommetterei uno stipendio sul fatto che arrivi al 2011».
Non è delle vicende personali che parla Pansa, gli attacchi e le solidarietà negate dopo essere stato costretto a interrompere le presentazioni dell'ultimo libro, La grande bugia.
Di questo scriverà nel prossimo saggio, atteso per l'autunno. È l'attualità politica a indurre Pansa a questo passo. «Ho molta stima del direttore di Repubblica, ma non sono d'accordo con il suo ultimo editoriale. Ezio Mauro pensa che la politica e la sinistra possano ancora autoriformarsi. Io no. Né mi pare che il Partito democratico potrà indurmi a cambiare idea. Vedo che il mio Piemonte, la patria della sinistra italiana, la terra dove sono nati o si sono formati Gobetti, Gramsci, Togliatti, Terracini, Bobbio, è ora rappresentato da Carlin Petrini. Non da Chiamparino, uno dei rari politici seri, forse l'unico che possa presentarsi ai cancelli di Mirafiori senza essere subissato di fischi. Al suo posto ecco Carlin, che già il cuoco rivale Vissani indica come ministro dell'Agricoltura. Mi diranno che sono qualunquista. Mi viene da rispondere: evviva il qualunquismo. Evviva l'antipolitica. La politica italiana si è coperta di discredito con le sue stesse mani. Ha fabbricato la propria rovina».
Pansa non crede che la via d'uscita possa essere il ritorno di Berlusconi. «Entrambi i blocchi sono in sfacelo. Il centrodestra non è messo meglio, e i risultati delle amministrative di oggi non cambieranno nulla. Quando sento Berlusconi indicare come capo del centrodestra italiano una ragazza come la Brambilla, l'istinto è di chiamare gli infermieri, che lo portino via. No, la destra no». Ad Antonello Piroso di La7 Pansa aveva detto di non voler più votare. «Ma mi riconoscerei in un governo di centro democratico — aggiunge ora —. Un sistema in cui, se suonano al campanello alle 4 di mattina, penso sia il lattaio molto in anticipo e non la polizia che mi viene a cercare». Allude a Visco? «Ma no. Non ho alcun timore: le tasse le pago tutte. Però ha ragione Cesare Salvi, quando dice al Corriere che il caso Visco è grave. O ha mentito il comandante della guardia di finanza, e allora dev'essere radiato dalle forze armate; o ha mentito Visco. E allora deve dimettersi» Sul Bestiario, uscito venerdì scorso sull'Espresso, Pansa ha avuto parole di speranza su Luca di Montezemolo. «Non sono tipo da folgorazioni. Ogni volta che lo vedo mi viene in mente la vecchia battuta di Fortebraccio: "Arriva Agnelli, scortato da Luca Cordero di Montezemolo, che non è un incrociatore". Però il suo discorso all'assemblea di Confindustria l'ho seguito per intero e mi è piaciuto. Il Bestiario l'avevo scritto prima; sono stato contento di aver trovato conferme. La crisi del sistema, il costo impazzito della politica, i mille impedimenti burocratici che avviluppano la vita dei cittadini: condivido. E non mi è dispiaciuto neppure il titolo che Sansonetti ha fatto su Liberazione: "Montez", come un conquistador. Magari! Se Montezemolo fondasse un suo partito, mi iscriverei subito. Sarebbe la prima tessera che prendo in vita mia. E penso proprio che "Montez" voglia scendere in politica, anche lui giura il contrario. Ma i vecchi partiti lo ammazzeranno. Tireranno fuori di tutto per usarlo contro di lui. Gli metteranno non i bastoni, ma le spade tra le ruote. Non lo lasceranno campare, né a destra né a sinistra».
«Certo, l'ideale sarebbe che uno dei due blocchi, più facilmente il centrodestra, riconoscesse in Montezemolo il leader. E che Berlusconi si facesse da parte, o Prodi cercasse un'alleanza al centro. Ma le prime reazioni non lasciano presagire nulla di buono. Prodi ha commesso un errore clamoroso. Avrebbe dovuto fare propria la critica alla politica e ai suoi costi. Invece se n'è uscito con un sussiegoso "si commenta da solo". Ma come si fa! Da juventino, mi sono chiesto per tutta la stagione perché Deschamps non facesse giocare Bojinov, un fuoriclasse. Allo stesso modo mi chiedo: perché Mario Monti deve occuparsi solo dei convegni alla Bocconi? Non sarebbe un ottimo ministro dell'Economia? E Mario Draghi, deve fare tutta la vita il governatore della Banca d'Italia, o non potrebbe spendersi come premier di un governo? Purtroppo la vecchia politica, e anche le tante vecchie sinistre, sono pronte a tutto, pur di difendere il proprio potere residuo. Per proteggere la loro stessa agonia». È un addio, quello di Pansa alla sinistra, che si immagina doloroso, sofferto. «Invece sono tranquillissimo. Questi sono gli scabri pensieri di un signore che a ottobre compirà settantadue anni. Faccio il giornalista da quasi mezzo secolo, dall'età di ventun anni sono sempre andato a votare, e ho sempre votato o a sinistra o per il centrosinistra. A volte penso che sono troppo anziano e capita anche a me di cominciare ad avere idee che non condivido. Però, se devo fidarmi delle reazioni di cui mi accorgo quando dico le mie cosacce, siamo davvero in tanti, e anche molto più giovani di me, a pensarla nello stesso modo».
Uno che lavorava già da quando aveva vent'anni? Quindi almeno quarant'anni di confidenza con il Potere. Apposta prende le microstorie che gli capitano intorno all'ombelico e le usa come paradigma della storia della Resistenza.
Pansa è inoppugnabile quando documenta pagine oscure e sanguinose, omesse per anni, della storia italiana, ma questa presa di posizione in favore di Montezemolo è davvero incomprensibile.
Sono un quasi coetaneo di Pansa e anch'io a volte mi accorgo di avere idee che non condivido. Ma poi mi dico, "se stai un po' rimbambendo e hai la fortuna di rendeterne conto, abbi il il buonsenso di tenertele per te" (forse perché non faccio il giornalista e quindi non ci perdo nulla a restare in silenzio).
Credo però che questo sia il vero problema dei nostri tempi: non lasciamo abbastanza spazio ai giovani, Abbiamo incistato una gerontocrazia che prevarica a tutti i livelli (economico, politico, culturale, mediatico) le nuove generazioni impedendo loro di esprimersi liberamente.
Liberiamo l'aria, lasciamoli esprimere!.
la verità è che i commentatori di Repubblica-L'Espresso sono gli stessi da quarant'anni e ormai si sono rincoglioniti. Pansa, Pirani, Mafai, Scalfari e compagnia bella. vadano in pensione e facciano spazio a qualche giovane bravo (che purtroppo però al loro livello ancora non si trova, o perlomeno non lo trovano perché lo cercano fra i raccomandati scemi alla Diaco mentre dovrebbero cercarlo fra i brutti sporchi e cattivi). si salva solo Bocca che scrive articoli spesso dozzinali, ma sforna ancora libri di grande spessore storico e letterario.
"Prodi oggi è prigioniero di una banda di folli"
E noi siamo prigionieri delle cazzate di Pansa. Prima su tutte, l'esser mai stato di sinistra.
Pansa, Pansa, quo usque tandem abutere patientia nostra? Questo cialtrone ha ricoperto di infamie Bertinotti quando era "antigovernativo", e continua a farlo adesso che è "governativo". Questo per la lucidità e coerenza politica di Pansa.
I suoi libri sui partigiani non sono altro che un solleticare gli appetiti dei lettori di Libero e de il Giornale. Totalmente fuori contesto, privi di note ecc. Peccato, perché la verità su quei giorni andrebbe finalmente raccontata al di fuori della versione pelosa voluta dal pci o di quella infame dei vetero-neo-sempre-fascisti.
Sempre in tema di verità&cialtroni, spendo due parole per Sofri. Il cialtrone ha scritto, bel bello, sul Foglio di essere stato contattato a suo tempo da un non meglio precisato uomo dello stato per compiere un omicidio per loro conto.
Non so se mi spiego. Una cosa della massima gravità buttata lì, come se fosse un dettaglio. E scritta in modo allusivo, vago, tipicamente massonico. Bravo! Questo sempre per la serie "io so' io e voi nun siete un cazzo" e non avete diritto a sapere. E invece, adesso, dovremmo esigere da questo grandissimo cialtrone 2 nomi: 1) quello dell'uomo dello stato (che pare sia il defunto Umberto Federico D'Amato, allora capo del servizio segreto del Viminale); 2) quello della mancata vittima. Che spero non sia Aldo Moro. Perché se così fosse...
"Sempre in tema di verità&cialtroni, spendo due parole per Sofri. Il cialtrone ha scritto, bel bello, sul Foglio di essere stato contattato a suo tempo da un non meglio precisato uomo dello stato per compiere un omicidio per loro conto.
Non so se mi spiego. Una cosa della massima gravità buttata lì, come se fosse un dettaglio. E scritta in modo allusivo, vago, tipicamente massonico. Bravo! Questo sempre per la serie "io so' io e voi nun siete un cazzo" e non avete diritto a sapere. E invece, adesso, dovremmo esigere da questo grandissimo cialtrone 2 nomi: 1) quello dell'uomo dello stato (che pare sia il defunto Umberto Federico D'Amato, allora capo del servizio segreto del Viminale); 2) quello della mancata vittima."
sottoscrivo completamente. io continuo a pensare che Sofri ce lo ritroveremo bel bello in qualche prossimo consiglio dei ministri. perché così doveva essere fin dall'inizio, e sarebbe già avvenuto se per un incidente di percorso il nostro non fosse finito in galera. c'è tutto un plot che si sta sostanzialmente realizzando, anche se con qualche anno di ritardo sui tempi previsti. un piano, come dire, di "rinascita democratica".
Dopo D'Elia segretario alla camera, Sofri ministro, e prossimamente Curcio premier... Provenzano quand'è che lo faranno presidente della repubblica?