"Io, i miei figli e la mafia"
di ZITA DAZZI
«Io non ho mai pensato di abbandonare il mio posto. Ma credetemi, questa scelta è anche un tormento che mi porto dentro. I miei figli, quando erano piccoli, hanno avuto tanta paura per me. Sono cresciuti con l´angoscia addosso, per quel che mi poteva capitare col mestiere che mi sono scelta, con le minacce che ricevevo. Io spero che un giorno mi possano perdonare». È una Ilda Boccassini inedita quella che si racconta davanti a un centinaio di ragazzi del terzo anno alla scuola media Cavalieri di via Anco Marzio.
«Ilda la rossa», il magistrato di tante inchieste - dalla strage di Capaci alle nuove Br, passando per il caso Previti e la Duomo Connection - parla nella palestra della scuola elementare Ariberto, seduta accanto alla preside dell´istituto, Francesca Lavizzari, che l´ha invitata per spiegare agli studenti la mafia e i suoi pericoli. Ma la lezione che la Boccassini tiene ai silenziosi, attentissimi ragazzini prende presto i toni di una conversazione intima, quasi privata, molto simile al racconto che qualsiasi genitore farebbe agli amici dei figli parlando della propria vita.
Una vita interessante, indubbiamente, quella del giudice. Una vita che i ragazzini vorrebbero conoscere nei dettagli. «Lei ha mai ricevuto minacce?», chiede ingenuamente un ragazzino biondo e minuto, arrampicandosi su una sedia per farsi vedere dal fondo. Il Pm sorride. «Sì, ne ho ricevute tante. Sono anni che vivo sotto scorta. E ormai sono così abituata a sentirmi "un pacco", che quasi mi sembra strano quando devo andare in giro da sola. Sapete, le scorte comportano degli inconvenienti, ma in certi casi sono anche una comodità».
Il giudice inizia il suo intervento con i toni seriosi di una lectio sulla legalità, come tante volte deve esserle successo nella sua carriera. Ma è quando racconta del rapporto con i propri figli che il suo discorso diventa più accessibile ai tredicenni. «Alice aveva 8 anni quando nel ‘93, dopo la morte del mio amico Giovanni Falcone, accettai il trasferimento a Palermo per seguire le indagini. Alla fine li abbiamo individuati tutti, mandanti ed esecutori materiali. E sono stati tutti condannati all´ergastolo. Ma per i miei bambini non è stato facile. Io mi porto ancora dietro il senso di colpa».
Lei si definisce «giudice "cornuta" cioè "inavvicinabile" nel linguaggio dei boss», ma anche «non buonista, nel senso che pretendo rigore, etica». Ammette di «aver avuto tante volte paura, un sentimento normale, umano» e ride amaramente di un «tassista che mi chiamò "puttana" appena mi riconobbe». Gli alunni sono attratti dagli aspetti polizieschi di quella vita da telefilm. Ma frena l´entusiasmo: «Anche i compagni di classe dei miei figli invidiavano la scorta, l´idea di arrivare a scuola con la macchina a sirene spiegate e i mitra spianati. Ma Alice non ne voleva sapere. Si vergognava. Preferiva andare da sola, piuttosto che io la accompagnassi a scuola in quel modo».
Sono i ricordi di una vita, quelli che la Boccassini regala agli studenti, in un colloquio corale che lei ha voluto tenere quasi segreto. Solo lei, i ragazzi e qualche docente. Si racconta come madre, oltre che come pubblico ministero. «I ragazzi avvertono il pericolo meglio di noi adulti. Una volta sono stati i miei figli a insistere perché chiamassi la scorta: avevano visto estranei sul pianerottolo. Io non volevo ascoltarli. Ma avevano ragione loro. Per fortuna, erano solo ladri. Ma io, con tutta la mia esperienza, non me ne ero accorta».
Agli studenti descrive la sua lunga amicizia col giudice Falcone. Si sofferma sulla strage di Capaci, l´ideazione, l´esecuzione, le indagini, la cattura dei boss. La voce è commossa nei ricordi privati: «Con Giovanni guardavamo la Piovra e dicevamo sempre che la realtà è molto, ma molto più agghiacciante. Giovanni, come Paolo (il giudice Borsellino, ndr) era una persona normale, con tutti i suoi difetti e le sue bellezze. Aveva molti nemici perché era il più bravo di tutti. Anche a voi, immagino, non stanno simpatici i primi della classe. Lui non era ben visto per lo stesso motivo. Ma aveva un forte senso dello Stato, un´etica, un senso del dovere unico. Ho imparato tutto da lui. Per me è stato un dovere morale trovare i responsabili della sua morte. Se uno cerca dei risultati, deve soffrire. L´etica la puoi avere solo se hai il coraggio di rischiare, se non hai paura. Sono passati 15 anni dalla morte di Giovanni. Io provo ancora rancore e rabbia. Non è bello, ma devo ammettere che è così. Bisogna anche saper riconoscere i propri errori, per crescere».
http://www.associazionecontrotuttelemafie.org/
la stima nei confronti di questa persona non può che essere grande. pari all'amarezza per come è stata massacrata durante i processi di Milano da chi aveva anche un ruolo istituzionale
Ho i miei dubbi che la bocassini sia un pm imparziale, che applica la legge. I continui riferimenti all' etica -che appaiono nello scritto- fanno pensare ad una visione giustizialista del mondo..che, immagino, piaccia al giacobini alberto.
"I continui riferimenti all' etica "
eh si praticamente bestemmie ...
eh si praticamente bestemmie ...
per un giudice (o pm) ahimè si, bestemmie..
i riferimenti all'etica purtroppo sono necessari quando ci sono dei soggetti potenti che vogliono far passare il messaggio che sono giuste la corruzione, l'evasione fiscale e certi atteggiamenti "border line". Quelle stesse persone si sentono sotto attacco quando hanno a che fare con persone moralmente migliori di loro e quindi fanno di tutto per denigrarle, magari dicendo loro che sono "giacobini".
dedalus ma tu hai precedenti penali ?
perchè queste accuse di giustizialismo le ho sentite solo da indagati e condannati.
curioso, però, che a sinistra ci sia la stessa idea della legge di karl schmitt.. (capisco travaglio, che è di destra)..
e/o condannati.
Quando vedremo Ilda Bocassini Procuratore Capo della DIA allora questo paese avrà qualche speranza.
nessun precedente..(e spero così del futuro).
Ma il problema è che i giudici devono applicare la legge, non moralizzare il paese a suon di bastonate.
Perchè la moralizzazione porta inevitabilmente allo stato etico e quindi al totalitarismo.
Un esempio stupido: non ho dubbi che fabrizio corona sia un farabuttello qualunque (probabilmente ricattatore o estorsore); ma è legettimo che stia tre mesi agli arresti preventivi, in attesa che parli? Mentre, magari, qualche omicida condannato se ne va spasso per il paese?
la differenza fra un corona e un omicida condannato la conosci già bene e stai facendo un giochetto del cavolo .
i giudici applicano le leggi che sfortunatamente per te mirano a moralizzare il paese.
puoi provare a farti fare leggi ad personam anche tu , in modo tale che tu possa essere escluso da questi furori giacobini.
a me la boccasini tutto sembra meno che una "moralizzatrice". Stiamo parlando di un giudice che ha ottenuto brillanti risultati nei campi più diversi (lotta al terrorismo, alla mafia, alla corruzione), che ha avuto pochissime e tutte alla fine ritrattate accuse di faziosità, che, a fronte dei risultati ottenuti, sta avendo una carriera normalissima, a dimostrazione che poi tutte queste protezioni politiche non ci sono. E che non si butterà in politica, penso, come Di Pietro o la Parenti perchè, a occhio , il magistrato è quello che vuol fare, e sul serio, e bene....
Un pò di rispetto per chi lavora seriamente, eccheccavolo!!!
@ Antonella
Mi dispiace, ma le leggi regolano la vita civile, non la morale. Si trovano su piani concettuali differenti, quando si parla di diritto.
Violare una norma etica-morale porta ad una stigmatizzazione sociale, violare una norma di diritto positivo ad un intervento della sovranità statale.
A volte possono confondersi, ma è chiaro che un giudice non deve farsi sviare da una questione di etica. Detto questo, la Boccassini è un magistrato che svolge rettamente il proprio lavoro e, se vuoi, interpreta in maniera eticamente corretta il proprio ruolo istituzionale di potere dello stato.
tutta la mia stima per Ilda Bocassini e per la vita passata in trincea.
di molti che ne parlano male e la criticano un consiglio.sciacquarsi la bocca prima di parlare.
ad un paese che ha proposto fino al 2006 come icona un pres del consiglio pluri-indagato per reati di vario tipo,intrallazzatore pieno di conflitti di interesse, beh preferisco 100mila volte la Bocassini.
giacobino?meglio che mafioso.
potrà fare i discorsi che vuole ma i processi sono contro persone che han fatto reati dedalus.
E se fa discorsi etici li farà connessi ai reati in questione.
Dedalus, come sempre dimentichi di attivare il cervello e di leggre con attenzione quanto dice la Bocassino; i continui riferimenti all'etica sono chiari e precisi. Lei afferma semplicemente che Falcone era supportato da un senso etico forte e poco comune che gli ha consentito di non fermarsi davanti alle minacce ed ai pericoli, laddove avrebbe, dal punto di vista formale, potuto farlo senza venire meno al suo ruolo. L'Etica dal punto di vista tecnico non influenza l'applicazione della legge, ma la grande discrezionalità che i magistrati hanno in una serie si scelte (per esempio fino a che punto spingere delle indagini) fanno sì che l'Etica, la Morale rientrino fortemente nelle loro scelte e siano elemento forte nel determinarle. Tutto questo non ha a che fare con il giustizialismo di cui parli. E, sfortunatamente per te e per noi, non ha a che fare con te.
Adimant: si accende in automatico, stai tranquillo. Sono i vecchi modelli, come te, che necessitano un'accensione manuale.
La grande discrezionalità dei magistrati e la loro etica (chiamiamola così) sono esattamente uno dei motivi per cui la magistratura è vista come di parte. E te ne accorgi nel caso di woodcock, che passa la vita ad arrestare vip (vips?) con accuse improbabili a fantasiose (non che si tratti di gentiluomini, ma i reati o esistono o non esistono).
In ogni caso falcone (non a caso avversato dal csm) era assai diverso da ida la rossa.
A stabilire se i reati hanno avuto luogo o meno ci sono i processi. Non penso che tu sia un tale conoscitore della procedura penale da potere contestare quanto fa Woodcock o chiunque altro, e comunque tutto questo non c'entra assolutamente niente con il discorso sull'etica, nè c'entra qualcosa il tuo (e soltanto tuo) giudizio sulla differenza tra Falcone (che era avversato da parti del csm, non da tutto il csm) è la Bocassino.
Da notare che la discrezionalità dei magistrati e la loro etica, al più, sono 'due' dei motivi per cui la magistratura è vista come di parte, non 'uno' dei motivi. La differenza è tutt'altro che banale, non essendo, la discrezionalità la stessa cosa dell'etica. In personaggi come Falcone, Borsellino e molti altri (morti o vivi che siano) la discrezionalità viene in ogni caso sottoposta all'Etica. Laddove non sia così non è assolutamente detto che si sia di fronte a cattivi magistrati, ma semplicemente si è davanti a magistrati che fanno il loro mestiere secondo la legge (fino a prova contraria). Se sei in grado di dimostrare, con un ragionamento giuridico fondato, che gente come Woodcock o la Bocassino commette errori nell'applicare la legge allora parla, altrimenti taci.
la cosa migliore sarebbe che al pari dei medici i giudici siano responsabili delle loro azioni (di fu un referendum vinto, ma invano). Così -ad esempio- quelli che avevano torturato tortora, invece di far carriera (come hanno fatto) sarebbero stati chiamati a rispondere delle loro azioni..
Dedalus, la responsabilità penale dei magistrati nell'ambito delle loro funzion è sempre esistita. http://www.csm.it/pages/penale.html
Leggendo in Internet (e anche i commenti che trovo su questo blog) mi rendo conto che, forse, i politici che abbiamo ce li meritiamo tutti. Io suppongo che un lettore di un blog come questo, o comunque un fruitore di Internet in generale, sia mediamente più informato di un cittadino italiano medio che prende le proprie informazioni dai media tradizionali. Però, non si sa come, nonostante l'incredibile dilagare del malaffare, della sottrazione di soldi pubblici da parte dei nostri politicanti ecc. ecc. c'è ancora qualcuno che dà del giustizialista e del forcaiolo a persone che non fanno altro che chiedere il rispetto della legge da parte di tutti. Boh, non so più cosa pensare...