«Stipendi d'oro e Comune bloccato Dalla giunta Moratti solo promesse»
I consiglieri dell'Ulivo: al palo ticket d'ingresso e periferie
di Maurizio Giannattasio
«La montagna ha partorito un topolino». Il topolino, secondo l'opposizione del centrosinistra, è il sindaco Letizia Moratti. Un anno dalle elezioni. L'altra sera è toccato alla Lista Moratti fare il punto di un anno di governo. Ieri è stata la volta delle Liste dell'Ulivo per il Partito democratico, ossia Ds e Margherita insieme.
Il giudizio non è lusinghiero. «A cominciare — hanno spiegato la capogruppo Marilena Adamo, Pierfrancesco Majorino, Andrea Fanzago, Carmela Rozza, Pierfrancesco Maran, Aldo Ugliano, Marco Granelli e Marco Cormio — dal tanto decantato piglio manageriale nella gestione della cosa pubblica, che nella realtà dei fatti ha portato invece a un aggravamento dei costi, grazie a pratiche anche di natura clientelare, e a una sostanziale paralisi della macchina comunale». Ogni riferimento all' inchiesta aperte dalla Procura e dalla Corte dei Conti è assolutamente voluto. Sotto tiro le assunzioni di superdirigenti a fronte di una spesa da milioni di euro.
L'Ulivo elenca le inadempienza della giunta di centrodestra confrontandole con i punti del programma della Moratti: «Si va dalla sperimentazione del ticket d'ingresso ancora ferma al palo — attacca la Adamo, capogruppo dell'Ulivo — alle politiche sull' immigrazione, dall'urbanistica alle periferie abbandonate al degrado, fino alla vicenda di Metroweb, su cui siamo stati purtroppo facili profeti».
Rincara la dose il margheritino Andrea Fanzago: «Dopo un anno di Moratti il risultato è che la macchina è bloccata, non arrivano più delibere in aula e tutto quello di positivo che ha ottenuto Milano è arrivato grazie al Governo Prodi: dai finanziamenti per la linea 4 del metrò, ai finanziamenti per l'Agenzia dell'Innovazione e per l'Expo». Un impegno del governo che evidentemente non ha ripagato il centrosinistra, visto il risultato elettorale in provincia di Milano. Ma l'Ulivo pone soprattutto una questione di «etica politica»: «Chi governa le istituzioni deve sentire il dovere morale di dire la verità su tutto — conclude l'Adamo —. Su Metroweb, sulla fusione tra Aem e Asm. Bisognerebbe, nello stesso modo, gestire i rapporti con il governo perché non si può sottoscrivere un accordo con il ministro Amato il 23 febbraio e indire lo stesso la manifestazione sulla sicurezza. Oppure, battersi insieme a noi perché ci sia il numero chiuso sui rom, chiedere l'aiuto della Provincia e poi lasciare libero il centrodestra di manifestare contro i campi. Vuol dire che non ti assumi la responsabilità degli accordi».