Placanica in tribunale: ho sparato in alto
Per la prima volta il carabiniere risponde in aula. Il padre di Giuliani: falso, un fotogramma lo prova
di Gaia Rau
IERI, per la prima volta, Mario Placanica ha accettato di deporre in aula, e di ricostruire quanto accadde il 20 luglio 2001 quando, durante gli scontri del G8 di Genova, rimase ucciso Carlo Giuliani. Il carabiniere, ora in congedo, era stato prosciolto dal Gip dall’accusa dell’omicidio di Carlo per «uso legittimo delle armi». Non ha parlato dunque da imputato, ma da testimone, durante il processo a carico di 25 no global accusati di devastazione e saccheggio. Rispondendo all’avvocato Ezio Menzione, legale di uno degli imputati, Placanica ha affermato di essere stato ferito alla testa mentre si trovava sul defender dei Carabinieri, bloccato in piazza Alimonda. A quel punto, avrebbe intimato ai manifestanti di andarsene, e avrebbe poi sparato due colpi verso l’alto. Per Giuliano Giuliani, padre di Carlo, anche lui presente in aula, tale ricostruzione sarebbe del tutto inattendibile, perché «c’è un fotogramma che mostra chiaramente che gli spari sono stati fatti ad altezza d’uomo, con la pistola orizzontale al terreno». Del resto, spiega Menzione, «quando gli è stata mostrata l’immagine del braccio protratto in avanti, Placanica non è stato più capace di replicare». Per Giuliani, si tratterebbe di un’operazione di «contraffazione della realtà orchestrata dai consulenti del pm», per nascondere il fatto che a uccidere Carlo non fu un proiettile d’ordinanza, un calibro 9 parabellum, ma uno speciale, truccato in modo tale da avere un effetto dum dum. «Hanno addirittura fatto credere che il proiettile abbia incontrato un sasso in aria, per giustificare la sua scamiciatura prima che colpisse Carlo.Un fatto che ha del ridicolo». Ora, continua Giuliani, poiché «un ausiliario con soli sei mesi di servizio non usa un proiettile speciale, possiamo pensare che sia stata un’altra persona a sparare». Placanica ha anche sostenuto che quel giorno, in piazza Alimonda, carabinieri e polizia «sarebbero potuti intervenire per liberare il defender dall’assedio dei manifestanti». Sarebbe questo, per Menzione, il secondo punto importante della ricostruzione: «Placanica non l’aveva mai messo a verbale fino ad ora. Il fatto che le forze dell’ordine presenti in piazza potevano evitare la tragedia, e non l’hanno fatto, getta una luce inquietante sulla vicenda».
Ormai sappiamo tutti che non fu Placanica a sparare: aspettiamo soltanto di conoscere il nome dell'alto funzionario omicida, che sappiamo benissimo non conosceremo mai. Viva l'Italia!
Alla faccia di chi dava del dietrologo a chi, in questa fosca storia, non ci vedeva chiaro.
E complimenti al grandissimo Silvio Franz, fine giurista di questo paio di balle, che continua a Genova la disciplina della quale aveva già fatto pratica alla Spezia: forte (e arrogante) con i deboli, debole (e ossequioso) con i potenti e con i signorotti. Bravo Franz, continua così e magari prima o poi una presidenza del tribunale te la danno.