L'autore fa bene ad interrogarsi sui due risvolti della medaglia. Ci sono sempre. Ogni aspetto dell'esistenza umana carica un debito da qualche parte nell'infinito mare delle vite di questo pianeta.
Senz'altro uno dei discorsi che mi ritrovo sempre a fare, tra me e me, è che la miseria degli altri fa sempre gola a qualcuno. Qualcuno che può sfruttare la condizione del laureato senegalese, che magari parla anche 3-4 lingue, che può solo utilizzare per spacciare merce contraffatta. Qualcuno che ha i mezzi per far incetta di storpi ed handicappati, strapparli magari ad una famiglia, per scaraventarli nel limbo della metropolitana di Milano. Qualcuno a cui fa comodo la cronica recessione delle zone sottosviluppate del territorio, da cui si possono raccogliere guerriglieri, soldati, poliziotti, impiegati dell'amministrazione che mai sputeranno nel piatto dove mangia anche tutta la la loro famiglia. Qualcuno a cui fanno comodo le migliaia di disoccupati che possono essere sfruttati a cottimo al servizio della Grande Distribuzione.
Ed è per questo motivo che non riusciamo a costruire una società equa e solidale, che non si vogliono realmente risolvere i problemi del sottosvilupo planetario, che nessuna casa farmaceutica in realtà vuole guarire i malati.
La miseria degli uni che consolida il potere, il successo, il dominio e la ricchezza degli altri sono argomenti triti e ritriti milioni di volte, diventando quasi un clichè, una macchietta pseudo-intellettual-filosofica, solo perchè innocentemente troppo "semplici", banali, scontati.
Purtroppo certe Verità risplendono in tutto il loro ingenuo e triste candore alla luce di un sole cocente, e noi spesso ce ne stiamo all'ombra che Esse gettano sul mondo, senza renderci conto che milioni di gesti altrettanto semplici -ma voluti- possono costruire una Realtà migliore.
Aggiungiamo anche che non ci sarebbe offerta se non ci fosse domanda. Come per la droga e per la prostituzione. Ci vogliono DUE parti per concludere una transazione.
E se non può l'estensore diciamolo in tanti che i grossisti fornitori sono gli stessi che piangono per i mancati introiti, La mano destra piange, la mano sinistra incassa.
Come diciamo che Casini padre e figlio prendono le percentuali dalle mammane e dalle cliniche private, che Fini è pagato dai trafficanti di droga...
Abitando in una zona commerciale, vedo quotidianamente l'assurdo gioco di guardie e ladri fra vigili e abusivi col lenzuolo. E mi chiedo sempre tre cose.
1. Il commercio abusivo e di quelle cose che creano quell'insicurezza che tappa in casa gli anziani e che fa votare Lega?
2. Qual' é il costo del tipo di repressione attuale?
3. Tollerare il commercio abusivo è di sinistra?
Possibili risposte. 1. Il commercio abusivo fa percepire insicurezza poiché è una pratica nello spazio pubblico non codificata, illecita. Ma il paradosso è che un fattore di insicurezza reale è il possibile e improvviso intervento delle forze dell'ordine. Nel fuggi-fuggi che ne deriva esiste la concreta possibilità (e capita spesso) di "finire in mezzo", venire spintonati ecc...
2. Il costo della repressione attuale è alto: ore e ore di lavoro di forze dell'ordine sprecate ad aspettare (assieme al commerciante abusivo) il possibile cliente da multare, pattugliamenti a vuoto perché comunque gli abusivi sono più rapidi a scappare che la polizia ad intervenire: un estenuante e ripetitivo gioco di inseguimenti, minacce, rari sequestri, poche multe e tensioni infinite. Ma soprattutto uno spreco di risorse umane ed economiche enorme.
3. Se un cittadino decidesse di costruire una veranda nel marciapiedi di fronte a casa sua, se un bar mettesse sedie e tavolini fuori senza autorizzazione, da bravi e democratici difensori dello spazio pubblico, ci incazzeremmo subito. Se un individuo privatizza un pezzo di marciapiedi per vendere borsette false, e l'individuo è anche nero, subito ci scatta il senso di colpa del "già-colonialista, neo-sfruttatore", ma anche le limpide riflessioni di Civati, e tolleriamo. Forse dovremmo capire che siamo davvero in pochi ad emozionarci così. Non è solo lo zelante vigile urbano o il sindaco della Lega ma anche il democratico-medio, a vedere nel commercio abusivo un banale atto illegale, da reprimere come qualsiasi altro, come viene fatto in tutta Europa. (uao, questo si che è un luogocomunismo!)
non credo sia un luogocomunismo quello dell'europa in cui ci sarebbe meno tolleranza.
a versailles, davanti gli ingressi per l'area della reggia, ho visto macchine della polizia piombare sui venditori in maniera inquietante, da pellicola ameircana di film d'azione. sono rimasto sconcertato, sembrava una retata a dei trafficanti di armi, invece venivo presi di mira venditori di cartoline..
a barcellona amici mi hanno invece raccontato di aver visto degli ambulanti messi in fuga dalla polizia, ma non come da noi, dove bene o male non ci sono grossi tumulti ne conseguenze spiacevoli, almeno nella maggior parte dei casi.
in spaggna gli ambulanti scappavano disperati, come se rischiassero veramente grosso ad essere presi, tanto che uno di loro non ha esitato a saltare da un muro alto 5-6 metri, atterrnado malissimo e scappando claudicante...
non so voi, ma io cose del genere a roma, dove abito, non ne ho mai viste..
il tema è molto interessante, condivido i punti espressi da civati...come mi fa specie leggere pubblicate su quotidiani e riviste le multe somministrate agli ambulanti per vendita di cd e altro...
@Ga'...
A venezia ho assistito alla bellissima scena dei due poliziotti che osservavano la merce dell'ambulante, spaparanzata a terra dinnanzi (se ricordo bene) ad una bottega Benetton.
Scambiarono qualche battuta con il simpatico immigrato e proseguirono con nonchalance la loro "ronda".
Forse è questo che fa aumentare l'insicurezza del cittadino. La percezione che verosimilmente, quando avrai veramente bisogno, "forse" il sistema ti difenderà. Se ne ha tempo e voglia.