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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
L'uomo dell'anno
«Credo che anche i gay debbano sposarsi. Anche loro hanno il diritto di soffrire come noi». E' una delle battute più esilaranti di un film leggero, inutile e divertente, che ha l'unico difetto di essere doppiato. Indimenticabile interprete Good Morning Vietnam e Attimo Fuggente, Robin Williams è un genio incapace gestire le proprie qualità. Probabilmente vittima delle mani avide di qualche manager senza scrupoli, è finito a interpretare di tutto e di più, inflazionandosi e buttandosi via. Ma resta un genio e basta un plot appena sopra la media per vedrelo dilagare. Ovviamente - come detto - il doppiaggio in questo caso permette di cogliere una frazione del suo talento, il resto si intuisce. Ma è un talento grande, che a tratti ricorda il miglior Woody Allen.
«Due ebrei stanno aspettando Hitler per ucciderlo. Sanno che passerà alle 12.30, ma il dittatore non compare. Arriva l'una, l'una e mezzo, le due. Nulla. Uno dei due dice all'altro: "speriamo che non gli sia successo qualcosa!"».
Un film radicato nella cultura ebraica americana, una storia impossibile e sgangherata (esempio: i nomi dei due candidati sono quelli delle due maggiori aziende americane che producono cereali, Kellog e Mills), ma da cui si esce leggeri. Buono per capovolgere una "giornata no".
03.06.07 11:44 - sezione
cinema