G8, gli scontri e la fiera delle vanità
di Vittorio Agnoletto
Gli scontri di piazza hanno ancora una volta coperto l’immenso lavoro di analisi, critica e proposta prodotto dalle reti altromondialiste in occasione del G8 di Heiligendamm. Le provocazioni delle forze dell’ordine tedesche e le azioni di pochi facinorosi hanno impedito di svelare al mondo che i «re del G8» sono nudi. La ritualità stanca di un vertice che oltre che illegittimo è ormai anti-storico - considerata la resistenza a non includere i nuovi Paesi emergenti, Brasile, Sudafrica, Cina e India - si riflette nella reiterazione di promesse che sono irrealizzabili senza la messa in discussione dei modelli economici e sociali dominanti.
Il «G8 ha fallito» non è più solo uno slogan. È la drammatica realtà denunciata dal movimento, dalle ong, dalle chiese e da tutte le persone impegnate per «un altro mondo possibile». A poche ore dal summit tedesco i dati sull’impegno dei Paesi ricchi nella lotta alla povertà globale vanno tutti nella stessa direzione: stanno facendo poco, sicuramente non abbastanza. Di certo i buoni propositi celebrati nel 2005 al G8 di Gleneagles sono rimasti lettera morta.
Gli otto «grandi» in Scozia si erano solennemente impegnati ad aumentare gli aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) a 50 miliardi di dollari all’anno entro il 2010, metà dei quali destinati all’Africa, in modo da garantire il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio fissati dalle Nazioni Unite per il 2015. Ma secondo l’Africa progress panel presieduto da Kofi Annan, a due anni di distanza, gli stanziamenti effettivi rappresentano soltanto il 10% di quanto promesso. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse), rincara la dose annunciando per il 2006 un -5,1% negli Aps delle trenta nazioni più sviluppate che la compongono. E Concord, una confederazione che rappresenta mille e seicento ong europee per l’emergenza e lo sviluppo, denuncia che nello stesso anno il dato dell’Unione Europea è stato «gonfiato» del 30%: circa 11 miliardi di euro dei presunti aiuti corrispondono in realtà ai fondi per la cancellazione del debito, in primo luogo per l’Iraq e la Nigeria; 1,6 miliardi sono andati all’educazione degli studenti stranieri in Europa e 1 miliardo è stato speso per l’asilo dei rifugiati politici nell’Ue. In questo modo, sempre secondo Concord, i 27 hanno speso solamente lo 0,3% del loro Prodotto nazionale lordo in aiuti veri e propri, mancando l’obiettivo collettivo per il 2006 pari allo 0,39%.
Sul fronte della lotta alla povertà è sempre l’ex segretario Onu, Kofi Annan, che ci fa sapere che l’Africa sub sahariana è la sola regione che si stima non raggiungerà nessuno dei principali obiettivi posti per il 2015: dimezzare il numero degli affamati, assicurare l’istruzione primaria a tutti i bambini, ridurre di due terzi la mortalità infantile, ridurre di tre quarti la mortalità materna, arrestare e invertire l’infezione da Hiv/Aids. Nel 2006 l’economia del continente è cresciuta del 5,4%, ma avrebbe bisogno di raggiungere almeno il 7% per fare progressi sostanziali e ciò non è possibile nel quadro vigente di accordi internazionali.
Sia le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio che quelle dei trattati bilaterali portati avanti da Stati Uniti ed Unione Europea in previsione di un fallimento del Doha round, così come attualmente definite, sono infatti non solo inadatte a supportare questo auspicato sviluppo ma addirittura dannose. La liberalizzazione selvaggia degli scambi tra «davidi e golia» dell’e conomia mondiale, l’imposizione urbi et orbi di un regime internazionale di brevetti ad esclusivo vantaggio delle multinazionali farmaceutiche e biotech, così come la richiesta pressante di privatizzare i beni e i servizi pubblici essenziali, minano alle radici la sovranità degli Stati africani e ogni loro residua possibilità di auto-determinazione. Un esempio su tutti è rappresentato dagli Epa (in italiano Ape) ovvero gli accordi di partenariato economico tra Unione Europea e Paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) che dovrebbero essere siglati entro il 31 dicembre 2007. Il fine ufficiale dei negoziati è quello di stabilire «nuovi aggiustamenti negli scambi» per la promozione di uno «sviluppo sostenibile» che possa contribuire «in quegli stessi Paesi allo sradicamento della povertà». Nella realtà, come denunciano milioni di contadini e la stragrande maggioranza della società civile africana - chiese comprese - essi non sono altro che accordi di libero commercio che, se attuati, aumenteranno il predominio e la concentrazione di società, beni e servizi europei nelle aree dei Paesi poveri interessati agli accordi.
È come se l’Unione Europea, dopo aver sfruttato le sue colonie, aver sottratto all’Africa materie prime e risorse umane attraverso l’abominevole tratta degli schiavi, continuasse la via del ladrocinio, promuovendo una partnership basata sui propri interessi, proponendosi ipocritamente come sensibile e attenta a quelli del Sud del mondo. Ciò che in questo modo si tradisce, non sono solo i valori fondanti della Ue ma - fatto ancor più grave - le attese che la stragrande maggioranza dei Paesi poveri e in via di sviluppo nutrono nei confronti del progetto europeo. La speranza da parte loro è quella di vedere presto realizzato un nuovo modello di relazioni Nord-Sud, alternativo e autonomo da quello praticato dagli Stati Uniti d’America.
E intanto il circo del G8 va in scena a Rostock. Ma ancora per quanto?
L'angelica signora Merkel ha dichiarato di apprezzare i manifestanti "buoni", in quanto indicherebbero ai signori del G8 la giusta strada da percorrere.
Il fatto è che non bisogna affatto indicare loro la strada: bisogna bloccargliela.
Bla bla bla. La proposta di Agnoletto qual'è? Mi è sfuggita? Oppure è non far niente fino a quando non si sveglia il genio della lampada? Perchè non dice che usando il mais per fare il carburante il prezzo delle tortillas in Messico è decuplicato, mentre i contadini africani non possono vendere i loro prodotti in Europa perchè l'UE finanzia solo i propri agricoltori dato che, a suo dire, garantiscono la genuinità del prodotto nonché per proteggerli dalla concorrenza che creerebbe migliaia di disoccupati? Oppure ha paura che dire queste cose gli causi le critiche degli ambientalisti e le ire degli imprenditori agricoli e dei braccianti di casa nostra. Non tutto quello che dice Agnoletto è sbagliato, ma i poveracci della terra vogliono proposte serie e supportabili politicamente, non vane parole. "le provocazioni delle forze dell'ordine" "azioni di pochi facinorosi". Non è stato questo a nascondere l'attività dei "re nudi", ma l'incapacità di un movimento che non ha trovato un capo credibile. E' inutile illudere le persone. Ci vuole serietà e concretezza nei programmi per superare questa situazione.
Bla bla bla? Giggi, a me pare che degli scontri si parli soltanto nelle prime 3 righe, mentre nel resto dell'articolo trovo dati, numeri, cifre; tu no?
Poi mi sono stancato di sentir dire "non sapete proporre soluzioni alternative": vattele a scovare, non puoi aspettarti che ti vengano riepilogate ad ogni uscita pubblica. Oltre al fatto che si tratta di cose stranote: mai sentito parlare di riduzione del debito? Non ti basta sapere che l'America fa lo scudo spaziale ma non ratifica il protocollo di Kyoto, e l'ovvio motivo per cui non lo ratifica? Mai visitato il sito di Make Poverty History? A Genova c'erano le piazze tematiche, ci hai curiosato? E se proprio non trovi informazioni in merito nonostante gli sforzi, questo non significa che allora le cose debbano restare come stanno perchè è il migliore dei mondi possibili (per noi che abbiamo il culo al caldo).
Ah, dimenticavo: nessuno nel movimento desidera avere un "capo", credibile o meno.
Ma guarda tu, mi tocca anche difendere Agnoletto.
:)
così strano
Di grazia, l'esigenza più pressante per il movimento sarebbe di trovare un capo? Fai un salto in Valsusa e senti un po' che ne dicono ;-)
Senza sapere come funzionano certe logiche economiche tipiche del turbo-capistalismo occidentale è difficile comprendere chi critica il G8. Purtroppo se "noi" stiamo bene è perchè da decenni ci sono zone del mondo che vengono sfruttate da organi come Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e, ultima creazione, il WTO. Per capire questi meccanismi consiglio un paio di libri: La privatizzazione del mondo di J.Ziegler e Confessioni di un sicario dell'economia di J.Perkins