Sarà anche l'ultimo della serie (chiudendo così la trilogia) ed avrà pure la cifra sfortunata nel titolo, ma è innegabile che
Ocean's 13 sia molto divertente e ben fatto. Non riveleremo la trama di questa truffa per amicizia (recentemente apparsa fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes) che, a mo' di matrioska, include vicende secondarie, buffe e ben congegnate, nè ci si dilungherà sul breve ma perfetto cameo di Monsieur Vincent Cassel che, con un "gruzzoletto" di battute, riesce a farci sentire parigini anche a Las Vegas. Menzione d'onore per il bravissimo Carl Reiner, leggenda della commedia con ben sessant'anni di carriera alle spalle (sua è l'invenzione del
Dick Van Dyke Show), che ci regala il ruolo più
british del film.
Ciò che, invece, merita di essere descritto è il lavoro di team che fa di questa saga della truffa e di questo episodio in particolare, la prova che l'industria cinematografica americana offre il meglio di sé di fronte ad una birra e un remake. La serie diretta da
Steven Soderbergh è l'esempio lampante del trend hollywoodiano del decennio: metti assieme un pugno di super-star e il successo viene da sè. E così, Soderbergh rilancia, aggiunge attori (qui la new entry è il mitico Al Pacino) e compone il solito mega cast tutto al maschile (se si eccettua la presenza di Ellen Barkin, laddove il secondo episodio vedeva Julia Roberts). E per far fare gruppo a tante prime donne, ecco che gli Americani ti creano un vero e proprio
Ocean's Club, circolo ricreativo ideato dal produttore Jerry Weintraub per gli attori, al fine di enfatizzare il senso di cameratismo tra una ripresa e l'altra "obbligandoli", in tal modo, a trascorrere insieme il tempo libero tra un ciak e l'altro.
Sua è l'interpretazione del "valuta-alberghi" Kensington Chubb, che ingannerà l'avido miliardario alberghiero Bank (un brillante ed energetico Al Pacino), cui il mastodontico ed iper-kitsch hotel-casinò (che ricorda molto il celebre sette stelle di Dubai, il Burj Al Arab) intorno cui ruota l'intera vicenda, trae il nome.
Clooney e Pitt - amici sinceri anche nella vita privata - sono talmente affiatati da farci pensare che, nelle pause tra un film e l'altro, dormano insieme in un letto a castello, mentre Matt Damon ce la mette tutta per farci credere - impresa titanica - di avere più di un'espressione, oltre a quella da paresi facciale che indossa perennemente.
Chi l'avrebbe detto, inoltre, che la banda di Danny Ocean sarebbe riuscita nella titanica impresa di rendere sexy (sebbene un po' plasticosa) l'ormai datata - ma sempre bravissima - e sempre androgina Ellen Barkin (tristemente ricordata dai più per l'ormai "quasi maggiorenne"
Nei panni di una bionda). D'altra parte, si trattava di un debito di riconoscenza, visto che la scena d'amore tra lei e Matt Damon in
Ocean's 12 è stata tagliata in fase di montaggio. Un'ultima curiosità: Jerry Weintraub, su richiesta della banda di manigoldi più famosa di Hollywood, è apparso in tutte e tre le pellicole. Ebbene sì. In quest'ultima, lo vedete nei panni del brillante giocatore d'azzardo Danny Shields. In conclusione,
Ocean's 13 è sicuramente tra le commedie brillanti più belle della stagione. Decisamente e sempre sopra le righe ma è giusto che sia così.
genere:
I soliti ignoti in salsa glamour hollywoodiana
consigliato: a tutti (bambini esclusi, ovviamente)
sconsigliato: a chi preferisce horror e film romantici