Clementina facci sognare
di Marco Travaglio
Oggi l’Unità non sarà in edicola per uno sciopero sacrosanto (gli editori stanno cercando di far fuori il direttore Antonio Padellaro e di rimetter mano al contratto di collaborazione di Furio Colombo). Dunque non uscirà nemmeno la rubrica “Uliwood Party”. Chiedo ospitalità al sito per dire quel che penso delle intercettazioni del caso Unipol.
Se in Italia non esistesse Berlusconi con la fairy band dei Previti e dei Dell’Utri, ce ne sarebbe a sufficienza per chiedere le dimissioni di Massimo D’Alema da vicepremier, di Piero Fassino da segretario dei Ds e di Nicola Latorre da vicecapogruppo dell’Ulivo al Senato. Quello che emerge dalle loro telefonate con Giovanni Consorte (e, nel caso di Latorre, anche con il preclaro “compagno” Stefano Ricucci) ha un solo nome: conflitto interessi, e dei più gravi. Naturalmente tutto il dibattito è falsato dalla presenza in Parlamento di Berlusconi e della fairy band, al cui confronto il gravissimo conflitto d’interessi Ds-Unipol-coop rosse impallidisce. Ma in un paese normale (espressione cara a D’Alema), nel quale dunque Berlusconi & C. fossero già stati sbattuti fuori dalla vita pubblica, i telefonisti rossi se ne dovrebbero andare su due piedi.
Fassino doveva incontrare il banchiere Luigi Abete (chissà perché, poi) e non sapeva cosa dirgli: perciò chiedeva a Consorte di scrivergli i testi. Poi si lamentava perché Chicco Gnutti era andato a una cena elettorale di Berlusconi: credeva che anche lui fosse un “compagno”, solo perché aveva partecipato all’orrenda scalata Telecom insieme a Consorte e Colaninno, e osservava che Gnutti stava puntando sul cavallo sbagliato, il Cavaliere, che prevedibilmente di lì a un anno avrebbe perso le elezioni.
Intanto Latorre amoreggiava con Ricucci, un tipo che Enrico Berlinguer non avrebbe sfiorato nemmeno con una canna da pesca. Ci scherzava, lo trattava da pari a pari, faceva il tifo per lui.
D’Alema, che com’è noto è molto intelligente, avvertiva Consorte delle possibili intercettazioni telefoniche (“attenzione alle comunicazioni”) parlandogli al telefono: una mossa davvero geniale, machiavellica, volpina. Poi lo esortava ad “andare avanti” nella scalata alla banca romana, abbandonandosi a un tifo da stadio (“facci sognare!”). E si occupava personalmente della quota detenuta in Bnl da Vito Bonsignore, pregiudicato per corruzione nonché europarlamentare dell’Udc.
Stiamo parlando dei tre massimi dirigenti de Ds che, due estati fa, negavano spudoratamente di essersi occupati dell’Opa di Unipol alla Bnl, affermando di essersi limitati a rivendicare il buon diritto dell’assicurazione delle coop rosse a partecipare alla contesa bancaria. Latorre negava addirittura di aver passato il suo telefono a D’Alema perché parlasse con Consorte. I cavalli sui quali questi insigni statisti puntavano sono poi finiti tutti sotto inchiesta per gravissimi reati finanziari. Ricucci addirittura in galera e in bancarotta. Consorte e Gnutti hanno condanne non definitive per insider trading.
Se questa non è una gigantesca “questione morale”, come solo Parisi, Di Pietro e pochi altri politici dissero fin dall’estate 2005, non si sa proprio che cosa lo sia. Ma, nelle reazioni del Botteghino alla divulgazione di brani di intercettazioni, non c’è un’ombra di autocritica, di ripensamento, di riflessione. Anzi si sentono e si leggono frasi copiate pari pari dalla propaganda berlusconiana e craxiana: “veleni”, “attacco”, “operazione scandalistica”, fughe di notizie”, “circuito mediatico-giudiziario”. Condite con attacchi vergognosi alla giudice Clementina Forleo, che ha fatto semplicemente il suo dovere, applicando una legge demenziale - la Boato - varata da destra e sinistra amorevolmente a braccetto nell’estate 2003. Se ieri, per tutta la giornata, sono usciti brandelli di intercettazioni, è soltanto perché, con una decisione giuridicamente inedita quanto discutibile, il vertice del Tribunale di Milano ha stabilito che gli avvocati difensori degli 83 indagati del caso Antonveneta potessero soltanto prendere appunti dalle centinaia di pagine di trascrizioni, ma non prelevarne copia. Se, come dovrebbe avvenire in un paese civile, e come infatti avviene in America e in Inghilterra, gli atti giudiziari non più segreti venissero messi integralmente a disposizione delle parti e anche della stampa, si saprebbe tutto subito, e si eviterebbe di costringere i giornalisti a pendere dalle labbra di questo o quell’avvocato, a fidarsi dei loro appunti non certo completi né disinteressati. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Ma qui non c’è alcun “attacco”, nessuna “operazione”, nessun “circuito mediatico-giudiziario”. Si chiama, molto più semplicemente, “informazione”. I cittadini da oggi sanno qualcosa in più delle scalate bancarie illegali all’Antonveneta, alla Bnl e alla Rcs avviate dai furbetti del quartierino sotto l’alta protezione dello sgovernatore Fazio, dell’allora premier Berlusconi, dei vertici dei Ds, della Lega Nord e di Forza Italia (ci sono anche i berlusconiani Cicu, Grillo e Comincioli, al telefono con Fiorani). Ed è doveroso che sappiano, visto che su quelle telefonate il Parlamento sarà chiamato molto presto a votare pro o contro l’autorizzazione a usarle nei processi ai furbetti.
Invece il senatore-avvocato Guido Calvi, già difensore di Ricucci e di D’Alema, nonché attuale difensore dell’ottimo Geronzi, dunque in pieno conflitto d’interessi anche lui, dice cose assurde contro i giudici di Milano e contro i giornalisti. Invoca interventi della Procura per “bloccare” le notizie che doverosamente la libera stampa fornisce ai cittadini. E chiede l’immediata approvazione al Senato della legge-bavaglio-Mastella, già varata dalla Camera con maggioranza bulgara: tutti i partiti affratellati, nessuno escluso. I voti del centrodestra all’ennesima porcata non mancheranno: Berlusconi ha già solidarizzato con D’Alema e D’Alema ha già solidarizzato con Berlusconi per la splendida contestazione (uova a parte) subìta da Bellachioma a Sestri Ponente. E la Cdl ha già annunciato con non userà politicamente quelle telefonate, onde evitare che a qualcuno, a sinistra, salti in mente di usare i gravissimi reati della fairy band berlusconiana per rinfacciare finalmente la questione morale alla destra.
Persino Veltroni perde la testa e vaneggia di “crisi del sistema democratico”: ma non per il contagio del conflitto d’interessi che infetta il maggior partito della sinistra, bensì perché è finalmente affiorato alla luce del sole. Come se il problema non fosse ciò che i suoi compagni dicevano al telefono con personaggi ben poco raccomandabili, nel pieno di un’Opa e di una contro-Opa, in spregio alle più elementari regole del libero mercato; ma il fatto che finalmente tutto ciò stia venendo fuori. Hai la faccia sporca? Invece di andarti a lavare, dai la colpa allo specchio che la riflette. E tenti di romperlo, lo specchio, per non vedere mai più la faccia sporca. Che schifo.
Ps: questa è la chiusa dell'articolo "Hai la faccia sporca? Invece di andarti a lavare, dai la colpa allo specchio che la riflette. E tenti di romperlo, lo specchio, per non vedere mai più la faccia sporca. Che schifo."
Ed ecco, pronti a non deludere le aspettative, che inizia il lavoro per rompere lo specchio.
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/politica/anto-intercetta/decreto-intercetta/decreto-intercetta.html
Attenzione, questo articolo è inedito visto che oggi l'Unità è in sciopero!
È bene diffonderlo!
Vorrei solo osservare che il senso dell'articolo di Travaglio non è quello che Mauro sembra suggerire. Travaglio non ha fatto del benaltrismo, non ha sostenuto la tesi che ormai va per la maggiore del "sono birbantelli, ma gli altri sono peggio, per cui sotto sotto volemosebbene". E io - a differenza della vasta schiera di farisei che con grande tristezza ho visto formarsi in questi giorni nelle file del centrosinistra - sono d'accordo con Travaglio: fra il ladro di macchine e il pluriassassino, io non scelgo il ladro di macchine. E me ne vanto, contentissimo per una volta di deficitare completamente di pragmatismo e realismo politico.
Clementina sposami!!!!!!
Mauro, poi mi spiegherai come mai, se la destra è "infinitamente peggio", solo con la sinistra al governo si riescono a fare le cose che obiettivamente sono, queste sì senza dubbio, infinitamente peggio: l'indulto, Mastella alla giustizia e la legge sudamericana e liberticida contro le intercettazioni, che adesso si affretteranno ad approvare prima della pausa estiva...
Questo deve farci riflettere anche su quanti danni faccia a noi cittadini comuni (e sottolineo comuni per ricordare che noi siamo i sottoposti, le vittime della casta al potere) il fideismo, o, per dirla più rozza, il tifo da stadio per una o l'altra fazione, ché tanto una è "sempre meno peggio"...
In qualche punto (pochi) sono d'accordo con Travaglio. Perché negare di aver fatto una telefonata? perché negare di aver sperato che una banca venisse gestita in futuro da amici della mia posizione politica? perché mai aver avuto paura dei Travaglio?
Ma bisogna partire da lontano. Una parte politica non ha il fine di perseguire il "bene comune", vecchia bugia cattolica, usata per convincere i contadini a continuare a soffrire su questa terra a beneficio dei nobili, in vista delle ricompense nell'aldilà.
No, deve fare con determinazione e CON DUREZZA le cose che aiutano a realizzare gli interessi della sua base di consenso (che non è, non può essere "tutta la società"). E quindi, è giusto anche cercare di avere dalla propria parte gli strumenti che consentono di agire con forza e con efficacia: le banche, ad esempio, oppure le holding come ASAM, ecc.
In quest'ottica, gli "altri" si muovono con determinazione e senza sensi di colpa. I "poteri forti" (se questa espressione ha mai significato qualcosa, nella vicenda RCS li abbiamo visti all'opera!) non hanno mai avuto nessun tentennamento a proteggere Abete e la sua gestione (e tanto più RCS). Rutelli, disgustoso come sempre, non ha avuto esitazioni a schierarsi dalla parte dei più forti.
E noi dovremmo vergognarci di aver "fatto il tifo"? Ma dovrebbero vergognarsi tutti quelli di noi che non lo hanno fatto!!!
Certo, bisogna anche: - che non ci sia nemmeno il più lontano sospetto di interessi personali (ahi, quelle consulenze di Consorte....) - che si scelgano gli alleati giusti (non i "furbetti", imbroglioncelli e un po' stupidi.....) - che ci si pongano obiettivi realistici (passi BNL, ma conquistare RCS? via, non fatemi ridere....) - che poi, una volta fatte le mosse, si sappia fare un uso giusto dello strumento (bene ASAM, ma poi, perché darla in mano al fallimentare Sapelli?)
Ma se queste condizioni sono rispettate, intervenire, per un politico di sinistra, non è un "diritto". E' un DOVERE. E se questo avviene "in spregio alle più elementari regole del libero mercato", mi spiace, caro Travaglio, NON ME NE IMPORTA NIENTE. Tanto alle "regole del libero mercato" ci credi solo tu ( a volerti far credito di buona fede), gli "altri" se ne fanno un baffo tutti i santi giorni, salvo strillare come vestali stuprate quando fa comodo.
a' larry, che pigli fischi x fiaschi? hai sbagliato blog, qui nessuno regge le mutande sporche a nessuno, soprattutto di gente che si è sempre riempita la bocca di cose di sx e le tasche con quello che TAGLIAVANO ai poveracci. forse non hai capito che abbiamo molto CHIARO, senza cadere nell'adorazione per il nanoboss come fai tu, che il pesce comincia a puzzare dalla testa anche a sinistra e che per non buttare tutto è il caso di AMPUTARE al + presto
mi sono sempre chiesto se effettivamente il pesce comincia a puzzare dalla testa e se del caso il resto del pesce sia commestibile. Francamente credo di no se un pesce puzza dalla testa io butto anche il resto, l'amputazione non serve a nulla occorre mangiare carne
@kamillo: io veramente non mi stavo riferendo al pubblico di questo blog quando parlavo di farisei. Se tu ti sei sentito chiamato in causa il problema semmai è tuo, non mio.
Non ho capito la questione del nanoboss, ma non fa niente; diciamo che sia stato un delirio da calo glicemico e non ne parliamo più.
Scusa Paolo, io non so di BNL più di quanto dicano i giornali, ma di ASAM so pressoché tutto. Ho letto ogni riga, verbali di assemblee e consigli, pareri di esperti. Posso sostenere un confronto con chiunque e dimostrare che l'operazione è una bufala, in tutto e per tutto. Ed è anche una porcheria, messa in piedi da Penati per ragioni che non voglio dire (sono mie deduzioni non comprovabili), ma che è impossibile ricondurre al bene comune. Milioni pubblici al vento. Nel cesso. O in tasche indegne. Il fallimentare Sapelli è un burattino che conta zero, chi tira i fili è il professore di applicazioni tecniche e la sua cosca di parititolati (vedi Tondelli oggi su il Riformista, ma puoi anche sentire Bruschi).
Non solo non voglio questa gente, tanto arrogante e presuntuosa quanto incolta e incapace, ma neppure questi metodi da Unione Sovietica di serie B. Voglio un'organizzazione leggera, americana, federale, fondata su sistemi di controllo solidi e ben tutelati. Voglio una trasparenza assoluta che questo sistema - per meccanismi e cultura - non può e non vuole dare.
Scusa, Paolo, lo dico con tristezza (io fino a oggi non ho mai votato altro che PCI/PDS/DS/Ulivo/Unione): Previti ha fatto danni morali al Paese, questi (che io ho votato) fanno danni morali ma anche danni tangibili.
Dai Biragùn, ricordati che il Previti si è fregato almeno mille miliardi di soldi tuoi e miei. E sto parlando solo del reato accertato.
Quanti di questi soldi non sono diventati ambulanze per salvare chi lo meritava, o accidentalmente investire il Belva? Quante scuole non hanno avuto finanziamwenti sì che un piccolo rom non ha avuto il necessario appoggio per continuare gli studi, è ritornato a rubare e fuggendo da uno scippo ha causato una morte?
Il male può essere a domino e la rabbia sarà in proporzione (ame!). Se non piazza della Concordia anche il vostro Piazzale Loreto mi va benissimo.
Nonnoulisse, sono d'accordo... ma chi ha dato a Previti il salvacondotto che non era riuscito ad ottenere in cinque anni di governo Berlusconi, malgrado ci abbiano provato in tutti i modi?
Cosa bisogna dedurre, in definitiva, dai dati empirici a nostra disposizione - ossia, che le porcate peggiori si sono realizzate SEMPRE sotto governi di centrosinistra (legge contro i pentiti di mafia e rito abbreviato, depenalizzazione dell'abuso di ufficio, bicamerale e superinciucione nella prima legislatura, indulto e mastellopoli in appena un anno di questa)?
Qualcuno dopo dieci anni, a questo punto, una risposta la deve dare a questo interrogativo, perchè se io combatto Berlusconi per poi vedermi fatto da quelli che gli si oppongono ciò che lui nemmeno sognava di fare... insomma, ho materiale di riflessione.
Ragazzi non facciamoci inc@#are come al solito. Bisogna pensare cosa fare se passa la legge bavaglio al Senato...non possiamo fargliela passare liscia, ci vuole una mobilitazione di massa!
@ Paolo Zinna in particolare:
Ci sono due problemi, paralleli ma che si sostengono:
1. La considerazione che una parte politica, per perseguire gli interessi dei propri rappresentati, abbia diritto a, addirittura deva, calpestare le regole istituzionali, "tanto gli altri lo fanno". Questo è stato l'orribile assunto del PSI, che meritatamente ne è defunto, come confido succederà al PD. OK, se le regole non van bene si rompono, ma apertamente e non sottobanco da parte dei dirigenti.
2. Che i dirigenti dello stesso quindi si sentano (o nel caso dei più smagati si dichiarino senza sentirsi) autorizzati a condurre tali operazioni all'oscuro dei rappresentati, in alleanza obiettiva coi loro omologhi delle altre forze politiche - donde le convergenze corporative su indulti, depenalizzazioni, mastellismi ed altro.
E si autoconvincono di agire rettamente, o piuttosto di essere al di fuori delle considerazioni etiche, compatti tra loro! (a quel punto le uniche regole condivise son quelle della corporazione, ed anche l'accumulo di beni personali a partire dai pubblici va insieme). Se un D'Alema non si vergogna di frequentare (per di più saltando un importante CdM) un finanziere (Tronchetti P.) che ha indirettamente molto beneficato di atti molto discutibili dello stesso D'Alema a fronte di pesanti perdite per la collettività, vi stupite delle sue scuse puerili sulle intercettazioni? no, è che considera puerile l'etica e lo stato di diritto, e risponde di conseguenza.
Vogliamo chiamare questa grave malattia "craxismo" e dedurre che per contenerla vanno abbattuti i capi (in tutti i sensi) malati? politicamente, s'intende.
@janko: da quando le "regole del libero mercato" sono diventate le "regole istituzionali"? a me pareva che fossero favole usate ipocritamente da chi ha il potere economico e crede di aver diritto a mantenerlo per diritto divino. Perciò, non mi paiono meritevoli di tutela. Proprio per questo son d'accordo con te, le regole che non van bene si rompono, apertamente, senza sentire nessuna vergogna. Questo non "perché anche gli altri lo fanno", ma perché proprio intrinsecamente non valgono niente sul piano etico. Il fatto che "gli altri lo fanno" serve solo a dimostrare che, nello stracciarsi le vesti, gli "altri" mentono sapendo di mentire.
Il secondo punto non lo capisco bene. Ci vedo diversi aspetti confusi insieme.
1 Che Tronchetti sia molto discutibile pare anche a me. Non mi piacciono lui, il suo ambiente, i suoi svaghi, ecc Se fossi al posto di D'A., troverei inopportuno frequentarlo e me ne asterrei. Ma "inopportuno" non vuol dire "censurabile" sul piano etico, cerchiamo di ricordarlo. Sarebbe censurabile fargli favori, ma non mi pare che D'A. gliene abbia fatti.
2 Dove avrei affermato che i leader della sinistra siano "al di fuori delle considerazioni etiche"? Solo che le mie "considerazioni etiche" sono completamente diverse (e forse molto più severe) di quelle di Travaglio, Beppe Grillo e simili.
3 indulto, Mastella e simili non c'entrano un ...
4 prendo sul serio invece la tua considerazione circa il "condurre tali operazioni all'oscuro dei rappresentati" perché anch'io do grandissimo valore alla trasparenza e alla condivisione delle decisioni. D'altro canto, si potrebbe osservare che le operazioni economiche di qualunque tipo non riescono mai, se devono venir sottoposte alla preventiva pubblica discussione, che inevitabilmente ne fanno conoscere i dettagli anche agli avversari. Direi anzi che quello sulla segretezza e la conseguente centralizzazione delle decisioni è un dibattito che fa parte della storia della sinistra europea, in fondo ci sono buone ragioni dalle due parti.
@ alberto: non pretendo di saperne più di te, avrai ragione tu. Ma il fatto che, nello specifico, ASAM sia la peggiore porcheria, non
porta alla conseguenza che la Provincia X sbagli a volersi dotare della società Y per gestire le proprie infrastrutture. Si dovrà poi, si deve, giudicare a posteriori se l'operazione è stata condota bene o male ha o non ha dato i risultati attesi ecc. Per Milano sarà pur stato un disastro, ma potrebbe essere che invece a "Trapani" si sia fatto benissimo.
PS, OT, scusa, ma perché hai fatto sparire "preview"?
Paolo: non mi disturba l'ipotesi di una SpA che diventa proprietaria di ciò che è mio. Mi preoccupa che un personaggio come Penati (con tutti i suoi accoliti) possa gestirla. Questo è il problema. Fino a quando non esisteranno regole e relative pene per chi le infrange, le controllate saranno terra di conquista per politicanti di pochi scrupoli.
Vedi, se un Penati qualunque dichiara che guadagnerà 12milioni (qui, su OMB, di suo pugno (o del suo dipendente-amico-socio-sodale-consulente-compagno di bisboccia Franco Maggi) e invece ne perde 9, io e te ci rimettiamo capitale interessi passivi sul debito (230milioni di euro, tanto inestinguibile che a breve potremmo perdere la proprietà del bene), ma Penati può continuare tranquillo fare lo sbruffone, mirare a poltrone e cariche, intascare quattrini nostri e fare viaggi, soprattutto restare lì, col suo culo incollato alla poltrona, a prendersi la verità in faccia e fottersene e riderci sopra. Tanto in Italia non esiste responsabilità per i politici della sua levatura.
Negli Stati Uniti un'operazione come quella di ASAM avrebbe condotto almeno alle dimissioni e probabilmente a un impeachment. Qui da noi porta a una risata tra compari di merenda e a un brindisi alla faccia dei contribuenti, con la benedizione di Bersani, Vimercati (quello vero, non la fotocopia provinciale) e compagnia brutta.
A queste condizioni non ritengo lecito sottrarre il bene pubblico al controllo del consiglio, cioè dei cittadini. Ecco, fino a quando un Penati e un Vimercati potranno prendere un Sapelli e assegnargli patrimoni enormi della collettività per vedere se riesce a dilapidarli più in fretta di loro, questa non sarà una società civile. E di conseguenza non meriterà regole civili.
OT A me il preview funziona.
Questione morale pecunia non olet?
Onore tra i ladri, signori, e che onore!
Paquero... già l'italiano medio, di suo, non si ribella se non gli infilzano almeno (almeno!) un palo rovente su per il sedere... ma poi, pensi che questi nostri signorotti parlamentari siano fessi? ti ricordi come e quando è stato approvato l'indulto? un blitz di due settimane, conclusosi con precisione cronometrica la sera del 31 luglio...!
questi qui fanno la stessa cosa per la legge contro le intercettazioni, ci scommetto la testa di berlusconi, il cuore di d'alema e l'apparato genitale di bertinotti... la approveranno a metà estate, con il popolaccio servo e mazziato, tanto di sx quanto di dx, al mare a godersi l'unanime pastasciutta sulla spiaggia, ché il relax estivo è certo più importante di cose astratte come informazione, democrazia, giustizia...
No, Paolo Zinna. Non condivido nessuna delle tue argomentazioni, in quanto:
1. Non ho parlato di libero mercato, anche se c'è anche quello. In primo luogo c'è la separazione tra forza politica, che rappresenta un settore sociale (o più), ed il settore sociale stesso: quando la forza politica diventa attore sociale fuori dal suo àmbito istituzionale, diviene autoreferenziale, non fà più il suo mestiere di rappresentanza. Quanto al libero mercato, che in questi casi è questione accessoria, è comunque istituzionalmente statuito: la forza politica, per di più non secondaria, che lo vuole cambiare lo dice apertamente e preme per questo, ma lo rispetta finché è in vigore; quanto alla "vergogna" che dici, non capisco che c'entra.
2. Non ho assolutamente (come è chiaro da quanto ho scritto) attribuito a te il concetto che i (od alcuni) dirigenti del PD (che NON è "la sinistra") siano al di fuori delle considerazioni etiche: sono io che ho affermato che appaiono considerarsene fuori, e non credo proprio di essere il solo a notarlo. Quanto al fatto che le tue personali considerazioni etiche siano più severe di quelle di Travaglio o Grillo, non mi interessa: sono direi certo molto lontane dalle mie, ma soprattutto quello che importa non è l'etica personale, ma quella collettiva, visto che stiamo parlando di fenomeni sociali, e di questa i signori di cui sopra mostrano di sbattersene.
3. Diversamente che a te, non mi importa neanche nulla dell'ambiente, degli svaghi etc. di Tronchetti Provera (neanche li conosco), mentre mi importa moltissimo che questo signore abbia guadagnato molto comprando a basso prezzo Telecom (il suo pacchetto di controllo) e rivendendoselo a più, senza investirvi quasi nulla nel frattempo a nostro discapito: e tutto ciò è stato possibile data la svendita iniziale da parte dello Stato, con l'aggiunta dell'ASST, quindi bruciando soldi nostri, operazione gestita all'epoca proprio da D'Alema (in mezzo c'è stato Colaninno, che ha fatto il suo guadagno ed ha svicolato rapidamente): quindi il comportamento di D'Alema non è stato solo inopportuno, ma proprio censurabile.
4. Indulto, Mastella e simili c'entrano eccome, perché sono la dimostrazione di una convergenza obiettiva e corporativa tra gruppi dirigenti di organizzazioni politiche formalmente avverse - e la stessa convergenza si è vista nell'intreccio Consorte-Fiorani-Ricucci etc.
5. Le operazioni economiche che hanno bisogno di "segretezza" come dici, non avrebbero proprio dovuto esserci, alla luce del punto 1... ed anche di tutti gli altri. A maggior ragione vale la trasparenza verso i rappresentati.
Volevo solo rispondere all'epiteto di "benaltristista".
Il mio intento non era affatto minimizzare lo schifo che sta venendo fuori grazie alle forleo, tutt'altro!
Era solo un ulteriore stimolo a vedere TUTTA la parte politica (tranne qualche rara eccezione) come un gruppo di persone divise da interessi diversi, ma unite nella disonestà. Dobbiamo reagire contro tutta questa gente!
Quando vennero fuori le prime intercettazioni su unipol, i parlamentari della destra non dicevano "Avete visto, siete sporchi!" ma "Avete visto, siete sporchi ANCHE VOI".
Detto questo, si deve ammettere che non tutti delinquono alla stessa maniera, e con la stessa gravità. A destra sono peggiori e più pericolosi, e non ci sono cazzi! E in più, a sinistra, sotto sotto, in fondo in fondo, qualcuno di loro si vergogna. Ma questo non mi impedisce di schifarli per aver tradito oltre le aspettative il mio voto.
Travaglio:lucido, libero e spietato come sempre.....che Dio ti benedica!!!