"ASAM non funziona": Sapelli accusa e rischia
La resa dei conti è forse arrivata. Di sicuro i ferri già corti si fanno cortissimi. Che la situazione sull’asse Asam-Provincia di Milano non fosse esattamente distesa è noto da un po’. Ma la distanza tra Palazzo e i vertici della holding, voluta da Filippo Penati per raccogliere le ingenti partecipazioni dell’ente da lui presieduto, si è fatta più larga di settimana in settimana. Annunciata a suo tempo come lo strumento societario che avrebbe consentito di risolvere la grave situazione d’indebitamento cui la Provincia penatiana si espose verso Banca Intesa per acquistare da Gavio il 15% di Serravalle, ma anche per coordinare e “fare regia” in campo infrastrutturale, la società guidata da Giulio Sapelli vive da mesi una profonda crisi di scopo. A cosa serve Asam? Cosa fa? Per quale finalità pubblica si spendono in essa soldi pubblici?
Domande che circolano sotto la pelle dell’amministrazione provinciale, della maggioranza, dell’opposizione e della cittadinanza, e che si sono fatte via via più forti, nei mesi scorsi, mentre anche il quadro politico e istituzionale andava contribuendo a confondere la prospettiva futura di Asam. Con la nascita della Cal, la società mista tra Anas e regione Lombardia benedetta da Di Pietro e inserita in finanziaria, infatti, è sembrato ultimarsi un processo di marginalizzazione dell’Asam, che si trova a rispondere ad un azionista di maggioranza pubblico che resta sprovvisto di competenze costituzionali, da un lato, e vede nascere un’altra società a capitale pubblico che si muove sullo stesso scacchiere infrastrtturale in cui è presente l’azionista Provincia. Ma, a differenza di questa, è fornita di adeguati poteri. La nascita della Cal e la firma delle convenzioni col governo per Pedemontana e Brebemi sono lì a testimoniare di questa situazione. Peraltro, uno stato di tensione permanente ha caratterizzato nell’ultimo anno i rapporti tra palazzo Isimbardi e le sue partecipate e tra le partecipate “minori” e la Serravalle guidata da De Marco. In questo reticolo di rapporti difficili, infatti, si verificarono le dimissioni di Giuliano Asperti, ex ad di Tem, e di Marco Vitale che invece era alla guida di Pedemontana.
E’ in questo contesto, dunque, che bisogna leggere la giornata di ieri e, soprattutto, la relazione che Giulio Sapelli ha tenuto alla commissione di garanzia e controllo del consiglio provinciale, presieduta dal forzista Bruschi. Forse annusando l’aria che potrebbe portarlo a fungere da capro espiatorio o, quantomeno, mentre si avvicina la resa dei conti in una qualche direzione, il presidente di Asam ha deciso di parlare in modo particolarmente chiaro, in una sede istituzionale presieduta dall’opposizione a Penati, dei rapporti tra la holding e l’azionista di riferimento. Ha così ripercorso le origini della holding e la funzione che essa doveva svolgere, ricordando l’idea ambiziosa di regia che le era stata attribuita, e in funzione della quale era stata concepita. Lo sguardo retrospettivo rende tanto più forte la lista di doglianze che Sapelli ha reso alla Commissione, con riferimento al presente e al prossimo futuro. Nell’essenza del suo discorso, il presidente di Asam ha lamentato l’impossibilità di operare e la paralisi cui la società è stata costretta dalla politica. Non una generica lamentazione, ma una circostanziata accusa: ha spiegato di avere proposto piani di rientro del debito e di non aver ricevuto neppure risposta dalla Provincia; ha detto di aver votato il bilancio di Serravalle per sola obbedienza all’azionista di riferimento, ma anche di aver fatto mettere a verbale diverse sue perplessità di merito e di metodo. La bordata è arrivata a destinazione ancora prima che la riunione della Commissione finisse, tanto che i membri di maggioranzahanno chiesto alcuni minuti di sospensione per valutare se rimanere ad assistere ai lavori, o se abbandonare polemicamente il tavolo. Ma a riunione finita la questione è deflagrata sulla politica provinciale. Come prevedibile e, probabilmente, come previsto dallo stesso Sapelli. Così, alle 16.30 di ieri è stato convocata presso la presidenza una riunione degli esponenti di maggioranza presenti in commissione. Secondo voci non confermate, ed anzi smentite dalla presidenza, si sarebbe svolto addirittura un vertice di maggioranza straordinario, a tema Asam. Certo è che, attorno alla riunione, diversi esponenti del centrosinistra che regge la provincia dicevano che era un atto obbligato dopo che “s’è interrotto il rapporto fiduciario tra il presidente di Asam e la Provincia di cui è espressione”. Insomma, aria di tempesta sempre più forte: la questione che attraversa maggioranza e giunta da oltre un anno è pronta a esplodere. E a intrecciarsi, magari finendo come materia di scambio su qualche tavolo delle trattative, ai rapporti tesi con la sinistra radicale che non vuole la Tem che resta, a questo punto, l’ultima vera carta infrastrutturale che Penati può giocarsi in proprio. Sulla via di una ricandidatura, quella per le provinciali del 2009, che ha annunciato la scorsa settimana con un anticipo da record. Sa bene che arrivarci con questi dossier caldi e aperti, per di più alla fine di una parabola nazionale a dir poco sfavorevole, può costargli carissimo.
di
Jacopo Tondelli
fonte: il Riformista
12.06.07 14:02 - sezione
milano