Anch'io vorrei esprimere in versi il mio profondo sentimento nei confronti di Bondi.
Ecco i versi:
Bleaaahh
Gorfff, puhhu
Guash, brafghsd
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!
Forse la metrica non è perfetta, ma esprime bene il concetto. O no?
Suina fattezza
Insano pallore
Capo reclinato
Gran sottomissione
Ignobil monnezza
Senza beltà
Culetto donato
Senza pudore
oca beghina
inutile arnese
mancata velina
torna al tuo paese!
(pensiero della suddetta, in topic:
"L’adulazione. Ne vedi molta in giro?
«I salotti televisivi sono delle specie di corti di Versailles piene di adulatori».
Vogliamo fare dei nomi?
«Dicono Fede, Bondi. Ma loro vanno al di là dell’adulazione. L’adulatore non crede in quello che fa. Loro ci credono e quindi sono degni di stima.»"
http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=49)
Qualcuno mi sa dire che minchia è un "Fiore reclinato" ??
Dedicato alla sciura Brambilla.
L'albero a cui tendevi la pargoletta mano
non era il verde melograno
ma a minchia do zu tanu.
...per me li genera con questo...
http://polygen.org/web/Haiku.681.0.html
...ma poveretto! (un po' alla Iannacci...)
Topo
gonfio
"L’adulatore non crede in quello che fa. Loro ci credono e quindi sono degni di stima."
Memorabile. Un cervello più unico che raro.
"L’affascinante presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio" poteva restarsene a sfilare per Miss Italia.
Togliamo la tinta,
cerone e Prada
Vittoria discinta
ritorna in strada
Ma è praticamente identica a quella che dedicò tempo addietro ad una galoppina di Montecitorio!!
Amo quest'Uomo anche per la nonchalance con la quale plagia...se stesso...e quindi:
Tanti auguri,
Gesù è nato,
Dio benedica,
Il coordinatore delegato...
Però con le sue fattezze eunuche Jabba the hutt mi farebbe pensare a tutto meno che a un dongiovanni...
... come poeta però ..
Sozzo marrano,
ricordi Fivizzano?
candidato mancato
piangevi disperato
(ai tempi del compagno Bondi, quando gli hanno detto che non l'avrebbero ricandidato è stato colto da crisi isterica, stamazzato al suolo del palazzo comunale, con tanto di ambulanza)
davide ,carlo T, ozk : mi avete fatto spanzare dal ridere!!!!
dovreste unire le forze e scrivere una bondiade.
Ossa fetide
Sapido efelide
di pus rigonfio
il culo
porse da
Montale.
Nel mentre del guardar Televisione
si può incontrar nel quattro canale
il direttore d’un telegiornale
servo e lecchino del cav. “Berluscone”.
Parlando delle “belle cosciolone”
rider ti fa fino a stare male
per le vaccate che dice quel tale
in diretta, di fronte alla nazione.
Colui il quale siam fatti a somiglianza
deve aver fatto sì che il cavaliere
lo fece d’un giornale direttore
sì che’l giovin fa: “I’ che son migliore,
che farò, nucleare l’ingegnere?”
e nel suo cuore rinasce la speranza.
curioso..è sicuro che l'ha dedicata ad una figliola?
A una rosa
Una rosa
è una rosa
una rosa odorosa
una rosa
riposa
una rosa
si sposa
col vento
di maggio
e ogni cosa
profuma di rosa
una rosa
si sposa
col bello del mondo
e fa che d'intorno
il profumo si sperda
ed io chi ho sposato?
Un pezzo di merda.
l'inarrivabile sintesi tra Heidegger e Gino Bramieri: l'intervista che Claudio Sabelli Fioretti ha fatto a Bondi e ha pubblicato su Sette.
Sandro Bondi
di Claudio Sabelli Fioretti
Ed eccomi di fronte al campione italiano di adulazione, Sandro Bondi, portavoce di Silvio Berlusconi. Avevo criticato le sue frasi di cieca ammirazione per il Cavaliere a Ballarò. Tipo: «La Casa della Libertà non ha un padrone, ha un leader che ha sopportato una incredibile persecuzione giudiziaria. È riuscito ad andare avanti solo per l'amore che ha per questo Paese». E lui mi aveva risposto con una e-mail gentilissima. «I giudizi su Berlusconi li ritengo espressione della mia libertà intellettuale e politica, oltre che del mio sincero affetto per una persona con cui lavoro ormai da oltre 10 anni». Non restava che incontrarci. E adesso stiamo passeggiando per il parco di Villa San Martino, la villa del Cavaliere, dove Bondi, che si è trasferito ad Arcore, ha il suo ufficio. Faccio il giornalista cattivo e sardonico. Davanti a una casetta: «È qui che abitava lo stalliere mafioso Mangano?». «Ah dottore, dottore!». Nell'ufficio del premier: «È qui che si compravano i giudici?». «Ah dottore, dottore!». Nel mausoleo di famiglia: «E la sua tomba, dov'è?». Bondi non reagisce. Ma mi avviluppa in un'intricata ragnatela di gentilezza, mi introduce nel suo regno di mitezza e di cortesia. Educazione a livelli eccelsi? Stadio estremo di adulazione e di cortigianeria? Non lo so. So solo che non è facile essere cattivi con Bondi. E quando ci riesci ti viene un grande senso di colpa, attenuato a stento dal fatto che le forme sono dolci ma la sostanza è dura. Con l'aria più serena del mondo Bondi è capace di dire: «Berlusconi è stato inseguito da una muta di pseudomagistrati».
Bondi, quando pensa a Berlusconi, che cosa pensa?
«Voglio bene a Berlusconi. Ho un sentimento di affetto profondo per lui. È una persona straordinaria».
Vede? È un inguaribile adulatore.
«Tutti sono d'accordo nel dire che Berlusconi è una persona straordinaria. Io manifesto liberamente il mio pensiero. È l'unico modo in cui posso essergli utile. Così penso di avere dato anch'io un piccolo contributo ai suoi successi. Anche se il 95 per cento del merito va allo stesso Berlusconi».
E il suo merito?
«Zero e qualcosa. Diciamo 0,2. In tutta la mia vita ho sempre espresso le mie opinioni, anche quando ero nel Pci. Pagando prezzi molto alti».
Quali prezzi?
«L'emarginazione. Fino all'inevitabile abbandono. Negli anni Settanta assumere posizioni riformiste era un'eresia. Voleva dire andare incontro a ingiunzioni al silenzio da parte dei dirigenti».
La sua carriera?
«Sono stato segretario della Fgci. Poi membro del direttivo provinciale, poi sindaco di Fivizzano».
Mi dice un errore di Berlusconi?
«In questo momento è demonizzato. Io devo difenderlo. Dice bene Ferrara. Berlusconi è come Mozart: pura genialità e candore fanciullesco».
Passi Mozart. Ma lei ha detto che è all'altezza di De Gasperi.
«Ho detto che può essere paragonato a De Gasperi per i suoi rapporti con gli Usa. Io avevo molti dubbi come cattolico su questa guerra. Ma quando ho ascoltato Berlusconi dire a Bush: "Noi vi siamo riconoscenti per averci fatto riconquistare la libertà e la democrazia...", ho avuto un fremito di commozione».
Ha avuto lo stesso fremito per le parole del Papa?
«Ciò che dice il Papa per un cattolico è importante. Io spero che questa guerra si possa evitare, che Berlusconi possa influenzare il corso degli eventi verso la pace. Oggi è l'unico in Europa che, avendo buoni rapporti con Blair, con Putin, con Bush, può fare qualcosa per evitare un conflitto armato».
Torniamo all'errore. Me ne dice almeno uno?
«Berlusconi ha spesso preso delle decisioni che mi sembravano sbagliate. Ma poi ho dovuto ammettere che erano giuste».
Faccia una follia. Mi dica un difetto.
«Un difetto di Berlusconi... un difetto di Berlusconi... è dura».
Passano i minuti.
«Non riesco a trovarlo...».
I minuti diventano ore.
«È imbarazzante... un difetto di Berlusconi... non so...».
Lei ha detto che Berlusconi è un misto di Einaudi, don Sturzo e Rosselli.
«Ho detto che se dobbiamo cercare dei padri per Forza Italia, possiamo trovarli nelle tradizioni cattolica, liberale, riformista. Sento parlare in questi mesi di orgoglio democristiano. Ma siamo ancora lì? Noi dobbiamo avere l'orgoglio di Forza Italia. Nei colloqui privati, quando si parla con alcuni ex democristiani, noto che Berlusconi è ancora visto come un usurpatore, come una persona estranea alla politica. E queste persone si considerano gli unici autentici uomini politici capaci di traghettare l'Italia».
Chi?
«I tantissimi democristiani presenti in Forza Italia».
A lei piace Berlusconi, ma a Berlusconi lei piace?
«Io fisicamente non sono il tipo che a lui piace di primo acchito. Per questo all'inizio ero convinto di non piacergli. Però col tempo...».
Quando si è accorto di piacergli?
«Durante le campagne elettorali. Lavorando accanto a lui giorno e notte, a un certo punto ho capito che mi apprezzava».
Dicono che Berlusconi pecchi di eccesso di decisionismo.
«Berlusconi non è decisionista. È sempre portato alla mediazione. Il contrario di molti dirigenti di Forza Italia».
Critica?
«Alcuni dirigenti di Forza Italia si credono investiti di un potere che li autorizza a fare qualsiasi cosa, in spregio alle regole dell'educazione, del rispetto, del confronto. Se fossero tutti come Berlusconi, Forza Italia sarebbe migliore».
Bisogna fare un partito a immagine e somiglianza di Berlusconi?
«No, bisogna farlo a immagine e somiglianza delle qualità di Berlusconi».
Quando lei ha detto queste cose al Giornale, Berlusconi come ha reagito?
«Mi ha sgridato. Qualcuno ha detto che io parlavo male di Forza Italia. Ma io non parlavo male di Forza Italia, parlavo bene di Berlusconi».
Perché da giovane era comunista?
«I miei genitori erano persone umili. Io ancora oggi mi emoziono quando penso a mio padre socialista che lotta contro le ingiustizie e le disuguaglianze sociali. Emigrò giovanissimo in Francia a fare il boscaiolo, poi andò in Svizzera a fare il muratore. Avrebbe voluto andare in Australia ma gli fu negato il visto perché era socialista».
La passione per la politica?
«Al liceo. Entrai nella Fgci. Erano anni duri. Il Pci era in prima linea contro il terrorismo. Io avevo la scorta».
Università?
«Filosofia. Feci l'assistente del professor Capponnetto, al Magistero di Firenze, occupandomi di Storia religiosa del 400 e del 500. Poi cominciai con la politica attiva, qualche anno alle Asl, fino alla carica di sindaco di Fivizzano. C'era una giunta anomala. La prima di compromesso storico. Io mi adoperai per recuperare i socialisti. Ero affascinato dalla figura di Berlinguer, ma fui uno dei primi nel Pci a criticare il compromesso storico».
Parla mai di queste cose con Berlusconi?
«No, a lui non interessano. Lui è una mente fresca. Per lui il comunismo è stata una delle più colossali e feroci macchinazioni dell'uomo contro l'uomo».
Di cui lei ha fatto parte.
«Quando sento Veltroni o Fassino negare di essere mai stati comunisti provo pena per loro. Per il solo fatto di aver aderito al Pci sento di aver avuto anch'io una parte di colpa. Non è una cosa che si può cancellare così facilmente».
Veltroni e Fassino hanno cancellato?
«Sono personaggi che non hanno né caratura culturale, né spessore morale».
Lei è sposato?
«Da sette anni. Ho un figlio di cinque».
Tra Berlusconi e la famiglia, a chi vuole più bene?
«Spero di non dover mai scegliere».
Che cosa farebbe per Berlusconi?
«Odio l'aereo. Ho paura. Ma per Berlusconi forse lo prenderò».
Come l'ha conosciuto?
«Un giorno accompagnai il maestro Cascella, mio amico, che stava costruendo il mausoleo di Arcore».
Berlusconi che cosa le ha detto?
«Mi regalò un libro su Hitler. Con una dedica bellissima. "A Sandro Bondi, amante dell'utopia, dedico questo libro sull'utopia perversa"».
E poi?
«Poi, sempre Cascella mi fece incontrare Roberto Tortoli, responsabile di Publitalia in Toscana, che cercava candidati per le elezioni. Rifiutai la candidatura ma andai a lavorare al centro studi, a Roma, diretto da Paolo Del Debbio, una persona straordinaria».
Dal Pci a Forza Italia.
«Ho sofferto quando mi accusarono di essere un traditore. E soffrì anche mio padre. Solo chi è stato comunista sa che cosa vuol dire essere indicati al disprezzo morale».
Cossiga non è mai stato comunista ma ha detto di lei: «È uno pronto a tradire di nuovo».
«Mi ha annichilito per qualche ora. Ero distrutto. Poi mi dissi: non posso accettare. E ricordai a Cossiga che quando era stato in difficoltà io gli avevo mandato una lettera di solidarietà».
Ce l'ha ancora con Cossiga?
«No, l'ho perdonato».
Non mi ha risposto. Si sente un traditore?
«No. I veri voltagabbana sono i comunisti che dicono che non sono mai stati comunisti».
I voltagabbana sono più a destra o a sinistra?
«Oggi sono più quelli che lasciano la sinistra. Perché la destra è al potere».
Secondo lei Guzzanti è un voltagabbana?
«Assolutamente no. È l'emblema della coerenza. Mentre tutti gli altri cambiano, lui rimane uguale a se stesso. Come me».
Giuliano Ferrara?
«Ammiro la sua profondità intellettuale e la sua scrittura armoniosa. Lui è la prova che la sinistra italiana non diventerà mai riformista. Perché tutti i veri riformisti del Pci se ne sono andati. Una vera sinistra in Italia non potrà nascere se non sulle macerie di questa sinistra. Ci vorrebbe un Berlusconi di sinistra».
Cofferati?
«Cofferati, sì. Cerca di fare nel campo avverso quello che ha fatto Berlusconi. Copia molti degli stili, dei metodi, delle tecniche di Berlusconi».
Qualche voltagabbana lo troviamo? Mastella?
«Trasformismo. La politica lo legittima. Rimane però il giudizio negativo dal punto di vista morale».
La Pivetti?
«Che fine ha fatto? La mancanza di spessore politico e intellettuale alla fine si paga. La fortuna non basta. Scognamiglio? Nessuno ricorda più chi sia. Senza idee e senza coerenza non si può avere un ruolo. La politica è impietosa».
E Carrara che è venuto da voi cinque minuti dopo essere stato eletto con Di Pietro?
«Ci sono dei fenomeni ancora peggiori. Io le posso raccontare una cosa, però non vorrei che venisse pubblicata».
Stia tranquillo.
«Io sono molto amico dell'ex assistente del presidente, Nicolò Querci. Nel '96 fu eletto in Veneto. Il presidente gli chiese un sacrificio grandissimo: dimettersi per fare passare Luca Danese. Che fu uno di quelli che andò a fare il ribaltone. Doveva avere una riconoscenza infinita. Invece solo ingratitudine».
Quando ha cominciato a lavorare per Berlusconi?
«Nel 1997, nella segreteria del presidente a Roma. Dopo due anni sono venuto ad Arcore».
Che cosa faceva?
«Rispondevo alle lettere. Anche 30 o 40 al giorno. Casi umani, richieste pietose. Avrò risposto a più di 20 mila lettere».
Firmate Berlusconi?
«Solo quelle più importanti, quelle dei politici, degli imprenditori. Le preparo io. A volte aggiunge a penna delle cose sue. E poi me le corregge, sempre. Un supplizio».
Che cosa corregge?
«Io sono troppo retorico. Lui è diretto e semplice. Ha la capacità di andare subito al cuore».
Lei adesso è il suo portavoce. Prima di fare dichiarazioni, lo sente?
«Mai».
E lui?
«Qualche volta mi sgrida».
Bondi, lei è diventato ricco?
«A Roma guadagnavo tre milioni e mezzo. Sto un po' bene adesso con lo stipendio da parlamentare».
Berlusconi è generoso.
«Mi ha regalato un bell'orologio».
Quello del Milan? Varrà 10 mila lire.
«Scherza? È un Cartier. È talmente bello che non lo metto mai».
Lei somiglia a un frate trappista.
«Con Paolo Del Debbio spesso scherziamo. Lui sarebbe stato un domenicano, io agostiniano. Una divisione che attraversa tutta la cultura dell'umanità».
Quindi anche Forza Italia?
«Anche Forza Italia. Gianni Letta potrebbe essere un domenicano. Dell'Utri un agostiniano».
Dà del tu a Berlusconi?
«Non ci riesco. Io gli ho sempre dato del lei. E lui mi ha sempre dato del tu».
Lei criticava Forza Italia che corre il rischio di diventare un partito delle tessere...
«E la critico ancora. Ma sono più prudente adesso. Non voglio fare una brutta fine».
Senza Berlusconi, Forza Italia scompare?
«Sì. Bisogna avere il tempo per creare un soggetto che sia in grado di camminare con le sue gambe».
Chi è in pole position per sostituirlo?
«Molti, ma non c'è un gruppo dirigente. Manca la solidarietà di partito».
Quelli che escono sparano a palle incatenate contro Forza Italia. Sgarbi, Mancuso...
«Succede quando dentro a un partito non c'è dibattito politico».
Che cosa pensa dei leader della sinistra?
«Bertinotti è il meno comunista di tutti. È un massimalista socialista utopico. Una persona coerente, perbene. Non ha mai attaccato personalmente Berlusconi come hanno fatto, con toni sguaiati, D'Alema e gli altri».
D'Alema non le piace...
«È il più comunista di tutti. È l'erede perfetto della tradizione togliattiana italiana. Ho fatto un intervento alla Camera e lui per tutto il tempo mi ha voltato le spalle in segno di dispregio. È un uomo pieno di sé, con una presunzione immensa e mal riposta».
Dal punto di vista dell'interesse di Forza Italia, chi si augura che diventi il leader del centro sinistra?
«Francesco Rutelli o Walter Veltroni. Contro di loro la vittoria sarebbe certa».
Se lei entrasse in possesso delle prove che Berlusconi è colpevole delle cose che gli vengono contestate nei vari processi, che cosa farebbe?
«Penserei che è un brutto sogno. Che sto vaneggiando. Che sono su Scherzi a parte».
Che cosa è disposto a fare per Berlusconi?
«Andare in carcere».
Al posto suo?
«Non solo al posto suo, andrei in carcere per lui».
La tratta mai male?
«No, mai. Conoscendo la mia sensibilità, cerca di evitare i toni aspri, sa che ne soffrirei troppo. Non mi sgrida mai in maniera dura, impietosa».
Facciamo il gioco della torre?
«Sono proprio costretto?».
Travaglio o Maltese?
«Salvo Maltese: almeno ha il dono dell'intelligenza e della bella scrittura. Travaglio ha una specie di perversione: vorrebbe processare tutto e tutti. È veramente un uomo di destra. Un uomo di destra che scrive sull'Unità».
Stefania Craxi o Bobo Craxi?
«Salvo Stefania. Bobo è una persona deliziosa, umanissima ma non riesce proprio ad afferrare i problemi politici».
Di Pietro o Violante?
«Butto Violante. È molto più pericoloso. Di Pietro sta alla Giustizia come io sto alla Fisica».
Prodi o Cofferati?
«Salvo Cofferati. È distante anni luce dalle nostre posizioni e anche da una sinistra moderna e riformista. Però ha una sua credibilità».
Mentre Prodi?
«Come economista è poco più che un dilettante, noto per avere fatto degli studi sulle mattonelle. Il suo eventuale ritorno sulla scena della politica italiana sarebbe una minestra riscaldata».
Che dire se non è amore questo?
Davanti monnezza
e inutil sessualità!
M'a novanta piegato
vi concedo l'amore
pareva rimmel
e invece eran cispie
La forza del mulo
L'acqua pura di fonte
Le seghe col culo
O Pindemonte
Raga siete tutti degli Artisti!
Amore
Amore il tuo viso mi ricorda la bellezza scultorea di Poppea
amore la tua tenacia mi ricorda la forza eburnea di Cleopatra
amore la tua astuzia mi ricorda l'efebica astuzia di Messalina
amore, c'hai fatto caso che mi ricordi solo delle grandi puttane
ESEGESI COMPLETA. DAL RIFORMISTA.
Il fiore Brambilla si reclina
come un sedile dell’auto
di Fabrizio d’Esposito (dal riformista)
Finalmente. Attesa, invocata, caldeggiata, sperata, auspicata, bramata, desiderata e concupita, finalmente è arrivata un’ode di Sandro Bondi, poeta contemporaneo e coordinatore di Forza Italia, intestata alla bellezza cromata d’orange della nuova e fiammante BMV del Cavaliere, la signorina Brambilla Michela Vittoria da Calolziocorte in provincia di Lecco. Sinora, infatti, allo zibaldone di odi che il trovatore Bondi, trovatore nel senso provenzale dell’amor cortese, scolpisce ogni mercoledì in un angolino di Vanity Fair mancava una composizione dedicata alla rombante BMV. Così ieri la lacuna è stata colmata. Otto parole e quattro versi in tutto, senza verbi, come è ormai nello stile del Nostro: «Ignara bellezza/ Rubata sensualità/ Fiore reclinato/ Peccato d’amore».
A una prima lettura d’insieme colpisce innanzitutto, rispetto alle precedenti odi (in questa sede per esempio già abbiamo recensito i versi per Roberta, misteriosa commessa della Camera, dove il poeta siede per volontà del popolo), un forte elemento di ambiguità sinora assente nel virginale poetare bondiano e che ruota attorno alla possibile interpretazione negativa di quattro parole, una per ogni verso: «ignara», «rubata», «reclinato», «peccato». Due le spiegazioni possibili, secondo noi, di questa svolta concettuale sgorgata dall’ispirazione di Bondi. La prima la spiega lui stesso su VF raccontando che i capelli rossi di BMV (rossi per lui, arancioni per noi) gli rammentano un flirt del passato. Tutto fila: in questo caso l’amore casto, ammantato di un lucore celestiale tipico delle odi bondiane, cede il passo alla passione consumata, ai gemiti di un amplesso che sembra abbaiare alla luna. Di qui la chiave per decifrare la sensualità rubata oppure il fiore reclinato, dove sgomenta non poco la scelta di un aggettivo derivato da un verbo, reclinare, solitamente riferito ai sedili dell’auto. Un’immagine forte, quindi, quella del fiore Michela Vittoria che reclina il sedile in attesa del peccato d’amore, altro verso che macchia il candore teo-con del poeta e piuttosto fa pensare al Miserere, il famoso salmo 50 che Davide scrisse sul suo adulterio con Betsabea, di cui fece uccidere il marito Uria: «Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi».
La seconda spiegazione, invece, rimanda all’inconscio politico del poeta. Nel senso che gli saranno sicuramente note le ostilità, l’invidia, l’antipatia presenti in Forza Italia nei confronti del fiore arancione. E così la responsabilità del suo ruolo di coordinatore, ansioso di non scontentare le truppe azzurre, si è dovuta scontrare con le esigenze dell’amor cortese provenzale. Insomma un’ode scaturita da un compromesso del foro interno, con versi incerti e su cui la vena poetica di Bondi incespica non poco rispetto alla precedenti composizioni, manco indossasse lui gli abituali tacchi da tredici centimetri del fiore reclinato.
Forza del Bondi! Ha risvegliato l'estro poetico di molti. Tutti molto spiritosi, ma io propongo come vincitore del certame con attribuzione del serto di lauro Carlo T., la cui odorosa moglie sarà certamente fiera di essere stata esaltata oggi al cospetto del popolo di OMB:-)
ah è di calolzio la brambilla? chi l'avrebbe mai detto, pensavo fosse baùscia purosangue.
a lei ho già cantato le mie lodi. per il tumido poeta avevo pensato a
se dico
"porco bondi"
non ti offendi
(tu)
Incredibile, ho letto un articolo del Riformista senza che mi sia venuta voglia di andare a prendere a calci in culo Polito.
Miracoli dell'amor cortese.
Per forza, Polito se n'è andato e non ritorna più...
Ora sta coi teodem, al riformista c'è Paolo Franchi.
Ah, e complimenti a tutti!
Sì, lo so, ma quando penso al Riformista mi viene voglia di prendere a calci Polito lo stesso.
Per questa poesia Sandro Bondi dovrebbe essere frustato 10 volte (dalla Brambilla in giarrettiere).