Tutti i russi si chiamano Boooris
Con la pochissima finezza che la caratterizza, Leila si alza, mi indica, poi guarda Clément che sta disturbando la lezione e dice: “Smettila, altrimenti dà fuori di testa e ti manda Boooris! Sì che te lo manda e ti massacra” E lui: “Oh, quella forza bruta, no, Boooris no”. “Ragazzi, ma che dite? Non puoi parlare meglio tu, cercare di avere un tono più adatto a una lezione liceale? Smettila di indicarmi con tono minaccioso e falla finita con questo Boris che non conosco. Non si indicano le persone, non si fa” “Ma lei ce l'ha con me, Madame, ora che cazzo ho fatto?” “Parla diversamente, smettila di muoverti come uno che è stato ammanettato per anni e che ora cerca di rimettere in movimento tutte le articolazioni. Siediti, ti ho detto di stare seduta. E tu, Clément, non la provocare.” “Smettila - ribatte Leila - ché altrimenti ti manda Boooris” (e con le mani, fa capire che Boooris mena).
“Quello è matto, quel russo: non sa stare con gli altri, picchia tutti: un matto.” “Ma chi è costui? Un ragazzo della cité? Un nuovo compagno di classe?” “Madame, ma dove vive? Boooris se la incontra la fa a pezzettini. E' matto, è quello degli elementi, quello della prof di chimica.” “Ma che elementi? Ma Mendeleev? Non di chiamava Boris, mi sembra…” “Ma Madame, tutti i russi si chiamano Boooris. La prof di chimica ha detto che studiava sempre, chiuso in casa, non aveva amici. Un matto, uno che se ti becca in giro ti ammazza, un po' asociale.” “Certo, uno che studia tanto per voi è un pazzo criminale; e poi che discorsi sono: tutti i russi si chiamano Boris?! Quanto lavoro con voi… E poi ragazzi, basta: siete a scuola anche per imparare a riflettere, a concentrarsi sui punti importanti e lasciar perdere i dettagli. Dovete imparare a parlare: non dico che dovete parlare come un libro stampato, però purtroppo quando parlate si capisce subito da dove venite. L'anno scorso avete fatto manifestazioni contro chi non seleziona i curricula dei vari Mohamed e Khadija, avevate ragione, ma il nome non è tutto. Avete la fortuna di essere a scuola, potete imparare a parlare. Per esempio, in italiano siete bravi perché mi imitate e quindi parlate con dolcezza e attenzione. Perché non fate la stessa cosa con i miei colleghi? Cercate di parlare come loro: se ce la fate in lingua straniera, potete uscire dai vostri clichés anche in francese. Parlare bene è un'ottima presentazione, scegliere parole adatte e non estreme vi farà bene sia perché comunicherete con più facilità e con tutti sia perché vi sentirete diversi anche voi, capaci di fare cose che non immaginate di poter fare. A ogni contesto corrisponde un linguaggio: con i vostri amici parlate in un certo modo, con me dovreste parlare diversamente, durante un colloquio di lavoro in un altro modo ancora, e via dicendo. Dovete sempre pretendere un linguaggio adatto e rispettoso dai vostri interlocutori. Il rispetto passa dalla parola, non solo dal dare del Lei. Io non vi do del Lei, ma vi rispetto molto, stimo molto di più voi di molte persone a cui do del Lei. Concentratevi sul linguaggio, vedrete quanto bene vi farà parlare bene.”
Se imparano a parlare per bene un giorno si candideranno alle elezioni, si ritroveranno di fronte a gente rispettosa e dal linguaggio nobile come alcuni rappresentanti della Lega. E Boooris avrà diritto di massacrarmi per l'ennesima bugia.
di
Francesca