Una gran voglia di politica, quella vera
«Magari, ha detto tra sé e sé, vado dal capo dello Stato e gli leggo una poesia di James Bondi, l’inno alla bellezza di Michela Brambilla, che vende il pesce surgelato e i mangimi per gatti e che diventerà la leader del Partito delle Libertà, del Giornale delle Libertà e della Tv delle Libertà. Ma dallo staff del Quirinale si son detti poco interessati. Girava anche l’idea di portare sul Colle qualche amico leghista armato della Padania col titolo "Fuori dalle balle" e di occupare simpaticamente l’ufficio del Presidente della Repubblica, ma è parso eccessivo persino a Borghezio». Marco Travaglio sulla prossima visita al colle di Berlusconi.
«Silvio, facci sognare
di Marco Travaglio
E se avesse ragione Daniele Luttazzi? Sostiene, quel bandito criminoso, che quella che sta montando nel Paese non è "antipolitica". È invece una gran voglia di politica, quella vera. L’antipolitica è lo spettacolo che ogni giorno ci squadernano i cosiddetti politici. A sinistra ci sono politici che si occupano di banche, seminando sconcerto fra gli elettori che li avevano eletti per occuparsi di politica. A destra c’è un presunto politico che si occupa anche lui di banche, ma nessuno lo dice perché, intanto, lui si occupa pure di giornali, di televisioni, di radio, di portali internet, di assicurazioni, di Telecom, di Endemol, di cinema, di calcio, di lifting, di trapianti e, alla sua età, anche di ragazze. Poi ci sono suoi alleati indagati per aver preso soldi dalle banche medesime, ma nessuno ne parla perché lui, appunto, si occupa di tv e di giornali. Poi c’è il capo dello Stato che, solitario, parla di politica. Per esempio, sollecita la riforma della giustizia che dovrebbe cancellare la controriforma Castelli sulla separazione delle carriere. Ma inevitabilmente, visto che si occupa di politica, Napolitano viene accusato di «invasione di campo»: infatti nessuno sa più che cosa sia il «campo». Come sia fatto, quanto misuri, quali ne siano i confini. A furia di ripetere lo slogan del «primato della politica», i politici hanno perduto il senso dell’orientamento. Non hanno più la minima idea di che cosa sia, la politica. Infatti si occupano di tutto, fuorchè di quella. Sulla mattanza messicana del G8 di Genova, per esempio, silenzio di tomba. In compenso, nei prossimi giorni, il capo dello Stato riceverà la visita del cavalier Bellachioma, che però non ha ancora deciso che cosa dirgli. Nell’attesa, ha preso appuntamento, come si fa alla mutua. Tre giorni fa pareva intenzionato a chiedere nuove elezioni, col decisivo argomento che ha vinto le elezioni a Parma e a Palermo. Poi gli hanno spiegato che lui, quando governava, ha perso tutte le elezioni possibili, dalle circoscrizionali alle comunali, dalle provinciali alle regionali, dalle europee a quelle per il rinnovo delle comunità montane, ma nessuno si è mai sognato di sciogliere le Camere. Allora ha deciso di chiedere un governo istituzionale. Ma l’hanno guardato strano, allora ha cambiato idea e ha optato per un governo di larghe intese. Ma nemmeno questo ha suscitato entusiasmi. E lui ha pensato bene di lanciare una bella protesta fiscale: nel senso che continuerà ad accumulare fondi neri nei paradisi fiscali, come fa da una trentina d’anni, ma consentirà di farlo anche a qualcun altro. Poi i suoi onorevoli avvocati gli hanno fatto notare che, essendo lui imputato di frode fiscale, appropriazione indebita, falso in bilancio e corruzione del testimone Mills, la cosa sarebbe apparsa come una piena confessione e l’hanno vivamente sconsigliato. Allora è tornato a chiedere lo scioglimento delle Camere: qualcuno, con calma e tatto, gli ha spiegato che, prima di scioglierle, deve cadere il governo e la maggioranza. Allora lui ha dichiarato che il capo dello Stato effettivamente non può sciogliere le Camere, ma glielo chiederà lo stesso perché ormai ha preso appuntamento e che figura fa se non va più. Ha anche pensato di parlare a Napolitano delle sue prossime vacanze, ma non ha ancora deciso in quale villa andare, e ha lasciato perdere. Magari, ha detto tra sé e sé, vado dal capo dello Stato e gli leggo una poesia di James Bondi, l’inno alla bellezza di Michela Brambilla, che vende il pesce surgelato e i mangimi per gatti e che diventerà la leader del Partito delle Libertà, del Giornale delle Libertà e della Tv delle Libertà. Ma dallo staff del Quirinale si son detti poco interessati. Girava anche l’idea di portare sul Colle qualche amico leghista armato della Padania col titolo «Fuori dalle balle» e di occupare simpaticamente l’ufficio del Presidente della Repubblica, ma è parso eccessivo persino a Borghezio. Qualcosa da dire si troverà, prima o poi. Alla peggio, Bellachioma lascerà in garage la Berlusmobile, si darà malato e si farà portare da un’ambulanza, magari quella che il confratello Gustavo Selva usa come taxi. Passerà inosservato, farà un giro nei giardini del Quirinale, o in infermeria, poi tornerà a casa contento con la camicia di forza.
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15.06.07 07:49 - sezione
satira