La strategia dei leghisti d’arrembaggio
di Nicola Tranfaglia
Agitando la prima pagina del quotidiano La Padania che, nel suo stile discutibile, aveva il titolo a caratteri cubitali «Fuori dalle balle» rivolto a Prodi, il gruppo della Lega Nord della Camera ha occupato ieri mattina i banchi del governo ed ha registrato senza muoversi le parole allarmate della vicepresidente Giorgia Meloni che ha subito sospeso la seduta, dimenticando peraltro di ordinare, attraverso i questori, l’intervento immediato dei commessi per sgomberare i banchi occupati. Ne è seguito una sorta di strano intervallo durato più di mezz’ora in cui, per fortuna, non si è verificato un vero e proprio scontro fisico ma soltanto lo scambio di proteste e offese reciproche tra la maggioranza e i leghisti.
Un gesto tipico della Lega di Umberto Bossi e di Roberto Maroni che (a conclusione di una settimana parlamentare che ha visto l’approvazione del disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni e altri minori provvedimenti) ha preparato l’opinione pubblica del centro-destra all’incontro tra il presidente della repubblica Napolitano e i tre leader Berlusconi, Fini e Bossi che è in programma la prossima settimana al Quirinale.
Un gesto che mostra ancora una volta il disprezzo che una parte maggioritaria dell’opposizione ha nei confronti della Costituzione repubblicana, come delle nostre istituzioni democratiche. Lo hanno confermato i discorsi che, dopo l’occupazione, hanno tenuto il capogruppo di Forza Italia Elio Vito e di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa i quali, dopo una condanna tutta formale del gesto leghista, hanno attaccato la maggioranza di centro-sinistra e imbracciato gli accenti consueti dell’antipolitica e della critica indiscriminata all’esecutivo attuale. Si è avuta, in altri termini, l’ennesima prova che il populismo necessariamente antiparlamentare e antidemocratico domina una parte rilevante della stessa classe politica e continua ad avere un grande spazio nel nostro paese malgrado la sconfitta elettorale del 28 aprile 2006.
Del resto è lo stesso Silvio Berlusconi che, di questo fenomeno è da quasi quindici anni il protagonista incontrastato, a dichiarare subito dopo il grave episodio che «se si tira troppo la corda, possono accadere fughe in avanti che io non credo siano auspicabili da parte di nessuno». Siamo al buffetto di rimprovero e alla paterna condiscendenza nei confronti dei quindici leghisti che hanno recato una grave offesa,una sorta di sfregio nei confronti delle istituzioni parlamentari.
La verità è che la Lega come Forza Italia (con qualche contrasto interno che ieri è stato visibile) e Alleanza Nazionale fiutano lo scontento e il disagio che agita in queste settimane l’elettorato di centro e di sinistra di fronte agli ultimi risultati elettorali come dinanzi alle scelte decisive che dovranno arrivare tra poco sul documento di programmazione economica e cercano di cavalcare l’ondata di antipolitica, amplificata dai media pieni di intercettazioni telefoniche e di pettegolezzo sui leader diessini. L’obbiettivo di queste forze è quello di arrivare alle elezioni politiche anticipate o almeno allo screditamento generale delle forze di centro-sinistra, a cominciare dal futuro ancora incompiuto partito democratico.
Godono dell’appoggio incondizionato del Vaticano da una parte e della Confindustria e dei maggiori giornali e dall’altra di quei poteri invisibili che hanno mostrato, nel primo anno di governo di centro-sinistra, di essere ben annidati nei vertici e nei quadri dell’apparato repressivo dello Stato come ha dimostrato il caso Speciale-Visco, di cui molto si è parlato nelle scorse settimane. Da questo punto di vista spetta alla presidenza della Camera mostrare di saper sanzionare adeguamene la mossa eversiva e parafascista della Lega Nord e al governo Prodi la capacità di rispondere con misure efficaci di politica economica e sociale allo scontento delle masse popolari che si avverte con forza nell’elettorato di centro-sinistra.
E non c’è molto tempo per fare l’una e l’altra cosa.
Ciò che spaventa è come il sito del corsera riporti la minaccia "regicida" del berlusconi di ieri, invertendo soggetto e oggetto. Imbarazzati dall'uscita del loro beniamino hanno occultato tutto, virgolettando un "prodi regicida" del tutto inventato. Perchè? Perchè questi sintomi di alleanze già vissute nel passato peggiore del nostro Paese? Quest'uomo usa parole che mandano in sollucchero qualcuno oltre a se stesso, con tutta evidenza. E' lui il gran leghista, il gran fascista che non ha bisogno certo di squadracce. Non so, siamo rimasti ancora novecenteschi nella percezione della violenza. Le manganellate sono occasionali, le percosse verbali a tutto un paese ormai la norma. Tutto questo fa molto male.
Ma i domini della sinistra hanno scordato del tutto cosa sia l'autocritica? Secondo i nostri rappresentanti in parlamento e al governo, "scontento e disagio" che si respirano in larga parte della popolazione a cosa sono dovuti? Magari qualche piccolissima colpa, giusto un tantino, ce l'hanno anche loro, che hanno fatto quello che hanno fatto e continuano imperterriti, indomiti, senza dubbio alcuno, tranne attaccare la magistratura politicizzata (!!!!!!!!!!!), i giornali che pubblicano le intercettazioni e gridare ai fascisti, sperando di produrre in questo modo un'amnesia, rispetto al primo anno di governo, negli elettori... così proprio non va, sappiatelo che non ci caschiamo.