però, Davide, e se un ragazzo è sia gay che ebreo?
Carolina
Pensa... e se contemporaneamente fosse anche negro (la discendenza ebrea viene assicurata da parte di madre, se non sbaglio) e handicappato???
Che discorsi...
non è che siano discorsi così strani. perché non potrebbe esserci un caso di omosessualità fra gli ebrei visto che ce ne sono in tutti gli umani? non solo. ce ne sono. Paul Bowles che ha scritto ottimi libri era sia ebreo che gay e non so se fosse un'eccezione, comunque "Il The nel Deserto" è un libro molto amato dal pubblico. e anche il film che ne è stato tratto è molto amato dal pubblico. che cosa c'entra la discendenza? è un orientamento, è tante cose, è un elemento di scelta, sicuramente non un elemento etnico comunque.
Carolina
Carolina, ma che discorso fai? Davide voleva solo dire che un ragazzo gay si ritrova ancora più isolato di un ragazzo ebreo o nero perché in genere non ha intorno a sé una famiglia o una comunità gay che lo possa proteggere o anche solo consolare, mentre il ragazzo nero o ebreo ce l'hanno. E dire che l'orientamento sessuale è una scelta dimostra solo la tua grande ignoranza sull'argomento, scusa eh... L'unica cosa che un gay sceglie è se vivere la sua omosessualità con serenità o se reprimerla perché la società intorno a lui (fatta di persone bigotte e omofobe) lo spinge a farlo.
Boh. Se Davide mi risponde prenderò atto.
Carolina
Arrenditi Carolina, questa volta hai proprio detto una minchiata
Garp, non mi arrendo perché non siamo in guerra. Sto solo domandando se ha senso che ebrei, musulmani, eschimesi o qualunque altra denominazione scriva lettere indirizzate ai gay. Può essere che io scriva anche mille minchiate, sto chiedendo e sono solo felice di essere smentita, ma vorrei vedere perché. Anche perché non ho espresso pareri negativi su nessuno.
Carolina
ps io sono il contrario dei blogger che vogliono ottenere ragione. sono più una blogger e una persona di critica e di testimonianza.
Carolina
Scusate, ma non mi risulta in alcun modo che la condizione di solitudine, incomprensione, senso di inadeguatezza o vergogna sia appannaggio esclusivo dei gay. Milioni (miliardi, forse?) di eterosessuali vivono la stessa condizione, ingrassano i portafogli di psico-aruspici o di maghi televisivi (ammesso che una reale differenza intercorra tra le due professioni...), si gonfiano di antidepressivi come palloni, covano frustrazioni orripilanti e sono, come e più dei gay, spesso costretti a vivere occultando la loro condizione di disagio.
Che è, facciamo la scianca a chi ha più diritto ad essere depresso?
Trovo parecchio strumentale il topos del logos, se mi passate il grecismo di maniera.
E non penso che alcuna rassegna cinematografica, carnevalata o vernissage dedicato, patrocinato o meno da qualsivoglia istituzione, possa risolvere positivamente la condizione di obiettivo disagio che tanti, indipendentemente dalla preferenza sessuale, avvertono e con la quale, si spera, devono imparare a convivere.
Bubbidolo, che un ragazzo o una ragazza etero si sentano soli e incompresi è un fatto contingente, per quanto possa essere frequente, e non dipende dal fatto che la società (e magari la loro famiglia) li consideri dei "mostri" anormali. Si vede che non hai proprio idea (come anche Carolina, mi sembra) di cosa significhi crescere in un mondo in cui "frocio" o "finocchio" sono usati come l'insulto peggiore, in cui ci sono genitori che dicono "meglio un figlio drogato che gay", in cui non hai diritti come gli altri, in cui politici e preti possono insultarti impunemente. Perché non ricorrete direttamente al luogo comune "ci sono cose più importanti che non i DiCo"? Che poi è un modo come un altro per nascondere la propria omofobia dietro un paravento fragile fragile.
Trovo parecchio strumentale il topos del logos,
che non è una specie di sorcio del verbo, vero?
bubbiddolo, concordo con alessandro, e poi non è detto che i gay debbano per forza essere depressi o andare dai maghi (secondo me chi ci va è un cretino, a prescindere dalle sue scelte sessuali). non è una questione di depressione, ma di diritti riconosciuti, rispetto della persona e dignità. avevo uno zio omosessuale che è vissuto TRENTA anni con il suo compagno finchè morte non li ha separati (e finchè i parenti "legittimi", che li avevano sempre denigrati non si sono avventati sull'eredita come cani affamati-che schifo!). rispetto ai tanti matrimoni religiosi e ipocriti durati un attimo, fino alla prima distrazione, questa storia di vero amore mi ha sempre fatto riflettere.
Perdona Vale, ho il massimo rispetto per il tuo defunto zio, ma trovo decisamente infantile e fuori centro il voler a tutti i costi tirare in ballo i "matrimoni che falliscono delle famiglie normali" (virgolettato mio).
Oltre a non condividere, per discutibili, se vuoi, ma comunque legittime ragioni di Fede l'equazione religiosi=ipocriti.
Perchè allora, e qua si torna a fare la gara a chi è di più (o di meno), potrei citarti milioni di matrimoni religiosi nè ipocriti nè fallimentari, in primis quello tra i miei genitori.
Postuli inoltre che il "vero amore" sia stato solo quello tra tuo zio e il suo compagno, o che, probabilmente, quella è l'unica esperienza di "vero amore" della quale sei stato testimone.
Non vuol mica dire che il cosiddetto "vero amore" alberghi solo alle latitudini "moderne".
Che vuol dire poi "vero amore"? Miliardi di quindicenni si dichiarano reciprocamente "vero ed eterno amore", spesso con esiti non proprio felici. Dobbiamo qualificare quello come "falso amore"? Perchè se ne esiste uno "vero", va da sè che ne debba esistere pure uno "falso". Quale sarebbe questo "falso amore"? Quello tra eterosessuali credenti? E perchè mai, di grazia?
Inoltre continuo a non capire cosa non possa fare un gay in Italia che io non posso fare: può studiare, laurearsi, trovare un lavoro, pagare le tasse, andare a un concerto Black Metal, in discoteca o in una spiaggia per nudisti.
Può frequentare bar e negozi nè più nè meno di quanto faccio io che sono "all'antica".
Può pure andare in Chiesa se gli gira o mettersi a vendere lupini a un angolo di strada.
Ovvio, non può generare figli nell'ambito di una coppia scelta in base alla propria preferenza (perchè di preferenza si tratta) sessuale.
Ma al riguardo non penso che alcun provvedimento di legge potrà mai supplire alla bisogna. O vogliamo per forza tentare, sterilmente, di raddrizzare le gambe ai cani? E perchè, poi? Con quale autorità o diritto?
Quanto al discorso di Alessandro su offese e contumelie rivolte ai "froci", come usiamo dire dalle nostre parti vieni esattamente nel mio "caruggio": perchè uno dovrebbe sentirsi mortalmente ferito a sentirsi chiamare "finocchio" e non quando lo chiamano "testa di cazzo", "coglione", "cornuto", "figlio di puttana", "pezzo di merda" etc etc, o quando magari dalle ingiurie si passa alle vie di fatto senza alcun motivo che non sia la mera volontà di sopraffazione, specialmente se in età preadolescienziale, quando si è solitamente più sensibili e vulnerabili al branco consolidato?
Scusate, ma a me il conto non torna. Rispetto i gay in quanto Uomini: nè più nè meno.
E in quanto Uomini in tutto e per tutto (dignità, diritti, doveri) non vedo proprio come non qualificare razzismo rovesciato il considerarli a tutti i costi soggetti in fascia protetta. A meno che la cosa non sia determinata da strumentalizzazione politica, ma allora il discorso cambia e di brutto.
bubbidolo nel tuo elenco di diritti riconosciuti ne mancano alcuni importantissimi che sono la molla per cui si chiede, a livello legislativo ,il riconoscimento delle coppie di fatto.
In caso di malattia non si può assistere il compagno/a in ospedale in quanto non parente diretto, se il compagno/a avesse bisogno di assistenza e non si è coscienti perchè magari svenuti, in coma o rianimazione, non si può dare l'assenso ad interventi chirurgici o altro, anche se magari ci vivi da anni insieme.
In caso di locazione abitativa e morisse l'intestatario del contratto d'affitto, chi convive non può reclamare di subentrargli, idem per le case di edilizia popolare .
Stesso discorso per l'assistenza e le visite ai detenuti e così via.
penso che sia questo il confine che delimita il diritto tra chi rientra in certi parametri e chi ne viene gioco forza escluso.
La differenza è tra chi sente il diritto essere dalla sua parte e chi ne viene escluso senza alcuna ragione degna di questo nome, tanto è vero che tu stesso elenchi una serie di possibilità con la sicurezza tipiche di chi conduce una vita che gode di punti di riferimento ben precisi, ora immagina solo mentalmente saltare dall'altra parte, entrare nei panni di chi vive in virtù delle decisioni e dei capricci altrui o dei semplici moralismi d'accatto, avvertiresti immediatamente il confine tra chi del diritto ne gode pienamente e che invece lo deve pietire di giorno in giorno.
maria
Quando mio padre ha saputo che sono gay la prima cosa che ha detto è stata 'mi fai schifo' seguito da 'anormale' e via dicendo con altri improperi, quelli classici, quelli che molti politici ci rivolgono quasi quotidianamente; quanti figli etero ma drogati, alcoolisti, delinquenti si sono sentiti dire simili cose da un genitore? Penso ben pochi se non nessuno. Sono cose che fanno male, ed io non sono un ragazzino, ho un lavoro, ormai sono un uomo maturo, potrei anche sbattermene i cosiddetti ma non si può e credo che pochi di voi sappiano cosa si prova a sentirsi dire frasi del genere. Tutti abbiamo le nostre divergenze con i nostri 'vecchi' ma una cosa è non andarci d'accordo o litigarci un'altra sentirsi delegittimare come figli. Credo sia questo quello che vuole dire l'articolo. Il gay è solo, non ha nessuno. Io ho la fortuna di avere altri amici gay con cui mi posso sfogare e confidare e loro fanno lo stesso con me sostenendoci a vicenda ma c'è chi è completamente solo perchè magari non ha mai frequentato nè locali nè associazioni omosessuali come ho fatto io ed è costretto a tenersi tutto dentro soffrendo in silenzio. Certo anche gli etero soffrono di depressione ed hanno i loro problemi ma questi ce li hanno pure i gay e vanno a sommarsi ad una situazione già critica, non per niente la percentuale di ragazzi gay che si suicida è più alta di quella degli adolescenti etero.
Le famiglie e gli amori per me sono tutti uguali senza alcuna distinzione fra etero e gay, ci sono unioni che si sfasciano ed unioni che reggono e soppravvivono sia di quà che di là semplicemente perchè l'amore è uno solo, non ne esiste uno 'normale' ed uno 'anormale', i sentimenti che si provano sono gli stessi per tutti e quando il cuore batte lo fa allo stesso modo per tutti gli uomini di questo mondo.
In quanto ai diritti oggi gli omosessuali non ne hanno e regolare le loro unioni con il diritto privato come molti vogliono fare è solo un modo per aggirare il problema senza risolverlo perchè il diritto privato non dà la possibiltà di ricongiungimento familiare ad esempio e non dà la cittadinanza italiana al partner straniero, tanto per citare due problemi che un notaio non può risolvere. Il diritto privato può solo sistemare alcuni aspetti patrimoniali ma più di questo non può fare, c'è un unico modo per risolvere davvero la situazione ed è il riconoscimento pubblico ed ufficiale della coppia. Finchè lo Stato non riconoscerà la coppia in quanto tale ma si limiterà a riconoscere due singoli che casualmente vivono insieme rimarrano sempre differenze e discriminazioni.
Flavia Datori e che c'azzecca?
Bubbidolo, mi sa che è un dialogo tra sordi, perché forse certe cose bisogna averle subite sulla propria pelle (vedi il commento di Ulisse). Ma davvero non vedi la differenza tra chi dice "testa di cazzo" e chi dice "finocchio"? O "sporco negro", o "sporco ebreo"? Un insulto si equivale all'altro?
Quanto all'uguaglianza tra etero e omo di cui parli, senza contare i diritti legali citati da Maria, ti chiedo: tu come etero (immagino), se vai in un posto con la tua donna, devi fare un rapido calcolo mentale sull'opportunità di darle un bacio senza che qualcuno vi offenda o vi spacchi il viso; se vai in un bar quando esci speri che nessuno ti assalga - non per rapina (questo succede anche agli etero), ma per omofobia, perché gli fai schifo per il tipo di persona che sei; senti molte battute pesanti sugli etero in quanto tali; il papa ti condanna un giorno sì e l'altro pure; i ministri del tuo paese ti offendono senza che nessuno reagisca? Prima di criticare il presunto vittimismo dei gay, rifletti sul tuo negazionismo - che strutturalmente è lo stesso di chi nega la persecuzione degli ebrei o dei neri (e dei gay, morti a decine di migliaia nei campi di sterminio). L'omofobia è un brutta bestia e a volte ti prende senza che tu te ne accorga...
bubbidolo, forse non sono stata chiara. ci riprovo.
non ne facevo una questione di fede o di vero amore/finto amore.qui non c'è nessuna gara. volevo solo dire che mio zio s. e mio zio g. sono stati insieme molto più tempo di quanto lo siano stati i miei genitori. la differenza è che i miei genitori hanno potuto scegliere di sposarsi, di farlo in chiesa, di giurarsi eterno amore e di separarsi e le loro scelte sono sempre state rispettate.
i miei zii anno potuto scegliere solo di amarsi e di sostenersi l'un l'altro e molto spesso le loro scelte non sono state rispettate, senza tutti quei diritti essenziali di cui parlava maria cascella, e in ospedale il suo compagno veniva trattato come il garzone del bar.
volevo dire che può succedere che una persona conosciuta e sposata da una settimana (senza critica, piena libertà) sia più tutelata di una con cui hai condiviso l'intera vita.
è solo questa la differenza: sto solo parlando di uguali DIRITTI per tutti i cittadini.
io sono etero e atea e potrei fregarmene, ma penso che sia civile difendere qualsiasi credo religioso e tutelare le scelte individuali e sessuali di tutti, basta che il credo altrui non interferisca con le mie scelte.
Io la farei più corta: la norma deve recepire gli usi, quello che avviene nella realtà.
E siccome nella realtà esistono convivenze gay (nonchè richieste di matrimonio) la norma quelle deve recepire.
In quanto al fatto che la cosa non sarebbe "naturale" (ma cosa è naturale?) basterebbe comunque rispondere che l'omosessualità, esistendo in natura, è appunto anche naturale.
Non vorrei arrivare a dire che ciò che è reale è razionale, ma insomma..
Il lungo discorso di bubbiddolo mi pare obliquo, tortuoso e -tutto sommato- vizioso (nel senso del giro). Se ne evince che, di fondo, la cosa infastidisce, ma non si sa come affrontarla, avendo spesso fatto appello a principi liberali.
Il "raddrizzare le gambe ai cani", poi, parmi una caduta di stile..