Tutti in fila per dare un consiglio al nuovo Pd
di Piero Colaprico
Voglia di mettere i puntini sulle i. Voglia di aiutare i politici a non sbagliare e di rilanciare la questione morale. Insomma, ieri mattina i sostenitori del futuro Partito democratico non la finivano più di alzare la mano e chiedere la parola, perché - è evidente - ci credono ancora alla possibilità che i politici si mettano al servizio del cittadino. E hanno anche l´idea forte di testimoniare che sì, porca miseria, hanno avuto una vita onesta, non se ne vergognano, e perciò chiedono il diritto a tasse più leggere e a pensioni («Il patrimonio di chi non ha patrimonio», l´ha chiamato una signora) più pesanti. Persino Silvio Berlusconi è sparito dagli interventi, tranne che per qualche battuta: «Ogni volta che parla, poi deve andare Bonaiuti in tv a dire che è stato interpretato male. Ma come fanno a votarlo?». E se molti discorsi sono in qualche modo «già sentiti» (qualcuno ricorda il 1992? Le esigenze di cambiamenti del post-Tangentopoli lasciate appassire?), la colpa non è di queste persone che ieri hanno affollato la sala del teatro Dal Verme (non molto capiente, circa 230 posti a sedere).
La colpa - ripetiamo: evidente - viene data a chi ancora oggi in Parlamento non ascolta queste voci che salgono dal basso, dalla gente semplice, e che sempre più spesso invocano «pulizia» e «trasparenza» Trasparenza anche del dibattito sul partito democratico: «Mettiamo tutto su Internet», chiede uno, e probabilmente sarà accontentato. «Ma quale Internet, io - protesta una donna - lascio sul tram Repubblica e Unità, con la speranza che almeno qualcuno legga i titoloni e non beva quello che dice la tv».
Tante voci per non lasciare la sicurezza nelle mani della destra e una bella metafora, quella di «Ivano Grioni, dipendente», per dire che solidarietà e sicurezza possono coesistere: «Bisogna tutelare i soggetti più deboli. Nel campo nomadi - dice - sono i bambini che i genitori non mandano a scuola. Ma, fuori del campo nomadi, è la vecchietta scippata dal nomade».
Tra applausi e risate, ha dunque funzionato l´idea di chiamare (a dire la loro) pensionati, professionisti, presidi, commercianti. E anche una signora che dice: «Io sono analfabeta, ma ho delle idee». A differenza di quanto avviene un molti dibattiti, ieri a Milano si capiva come molti volessero «costruire». Come l´anziano Dario De Sena: «Il lavoro non cade come la pioggia, bisogna cercarselo. Per me occorre fondare a Milano un´"Università della creatività"».
Assieme a questi slanci, però, si è percepito netto il lamento del futuro popolo «democratico». A questo proposito, qualcuno dovrebbe avvertire il ministro degli Esteri Massimo D´Alema: ieri è stato citato più volte dalla platea per le intercettazioni in cui lo si sente dire «Facci sognare». Il figlio di un compagno ha detto: «Papà, io non vado più a votare finché D´Alema non si ritira a vita privata».
Ora, è chiaro che D´Alema non ha commesso reati nel dire il suo «Facci sognare». E nemmeno che un politico nazionale non debba occuparsi di economia. Ma il punto è un altro, come si capiva perfettamente nel teatro, e cioè che: «Ci vuole legalità». Questa è stata - ancora una volta - la grande richiesta del popolo che sta a sinistra.
Mentre il centrodestra gira sempre più alla larga da temi come la giustizia e la legalità, e si limita a non mostrare in pubblico Cesare Previti, il centrosinistra ha probabilmente nel suo Dna che il concetto che «non esistono pace e libertà senza giustizia». Non sono parole vuote. Talvolta, però, se si sta troppo lontani dalle persone che devono contare i soldi per la spesa, vengono dimenticate.
Scusa Biraghi dove sei stato domenica, a che iniziativa hai partecipato? perchè quuella del Dal Verme è raccontata benissimo da Colaprico, Montanari e D'amico sui giornali e non è quella che racconti.
Scusa Biraghi capisco che i giornali se raccontano di iniziative partecipate e sui contenuti magari promosse da chi coonsideri incapace sono sicuramente prezzolati. Ma tu protesti almeno copiare correttamente le citazioni arcaiche del sottoscritto visto che quella che ripoorti manca dell'intera parte centrale in cui si parla di fisco e sicurezza?
Scusa Biraghi ma tu che sai tutto mi dici fino a quando uno puo'' tollerare offese, insulti e illazioni che tentano di farlo apparire come un delinquente senza reagire (accattonaggio, accordi sotto bannco, fondazioni. Spiega di cosa parli non lasciare intendere)?
Scusa Biraghi quando su un blog arriva il punto in cui la libertà può spingersi senza violare i diritti degli altri?
Mi scusi, Mirabelli, lei e tutti i suoi colleghi nostri dipendenti dovreste smetterla di chiamare "offese" delle semplici CRITICHE.
Avete stipendi principeschi per fare l'interesse di tutti noi, è NORMALE che ci sia in giro gente che cerca di controllare il vostro operato.
Se lei avesse mai fatto un vero lavoro dipendente saprebbe che è normalissimo che chi affida un compito, poi controlli che venga fatto bene. E se non è fatto bene, si viene licenziati. E per un migliaio di euro al mese. Parafrasando spiderman: a grandi stipendi corrispondono grandi responsabilità. Fatevene una ragione!
Preoccupatevi di essere onesti e trasparenti, vedrete che arriveranno elogi da parte di tutti.
Il commento di Mirabelli conferma che la politica è 15 anni in ritardo rispetto al mondo. Al nostro ancora non è chiaro che OMB (come tanti altri blog politici, ma il termine "blog" ormai è riduttivo) fornisce cronache alternative – non subordinate - a quelle dell'informazione mainstream. Ai lettori la libertà di decidere a chi credere, ma se i nostri sono passati da 7 a 11 mila di media giornaliera in 12 mesi e continuano a crescere, forse è anche perché quello che facciamo e diciamo non è poi così scadente.
Aggiungo che la Rete - molto più democratica e partecipata dei quotidiani – consente, a chi non è convinto di ciò che legge o non è d'accordo, di modificare l'informazione, contestarla, arricchirla, eccetera in assoluta libertà.
Purtroppo, com'era ampiamente prevedibile, Mirabelli – a differenza di colleghi anche più titolati di lui che intervengono sui fatti – preferisce utilizzare questa opportunità per l'ennesimo piagnisteo. E' una scelta anche questa, anche se tanti cittadini che gli pagano un paio di stipendi mensili di tutto rispetto ne preferirebbero altre.
Bravo Mauro (coi dredds).
Aggiungerei che i nostri politicanti, anziche' parlare, dovrebbero iniziare a fare.
Basta con le stupide rassegne stampa, con i comunicati inutili e faziosi.
Imparate da Corritore, che ha messo a punto progetti importanti per Milano.
Imparate a fare i fatti e smettetela di biascicare.
Mirabelli che tristezza...
Mirabelli è l'archetipo del prevecchio che si trasforma lentamente in vecchio senza mai essere stato giovane. Parla per schemi e luogocomunismi senza mai dire nulla e gestisce quote di potere in una città come Milano. Il problema è che la responsabilità dei disastri non è tanto sua quanto di chi lo tiene arroccato in quella posizione. Biraghi se permetti rispondo io ai "fino a quando" di Mirabelli, ecco: "fino a quando non vi sarete tolti dalle palle".
Qualcuno spieghi al segreterio della federeazione di MIlano che è ora di uscire dagli uffici impolverati della sede dei ds e tornare in mezzo alla gente ad ascoltare ,capire ,comprendere quello che è l'umore della base.
Inutile fare l'offeso per le critiche anche forti che molti,non solo Biraghi esprimono.
Sappia il segretario dei DS che quelle considerazioni ,quei giudizi,sono il frutto dell'immagine che da e dell'immagine che si sono fatti molti cittadini di lui e di molti di qeui dirigenti di partito che pensavano li rappresentassero.
Uno dei motivi per cui credo che il PD mialnese nasce già azzoppatto e proprio perchè tra i primi obiettivi della nomenclatura ci sia il garantire a certi dirigenti e segretari la poltrona, con i risultati che tutti sappiamo,basta vedere quali successi elettorali e di iniziative politiche hanno raggiunto questi personaggi.
Ma no caro MIrabelli, non ti preoccupare,non si fa del populismo o non si generalizza a cavolo,si giudica ciò che si vede e ciò che è il messaggio che il partito manda da molto tempo.
Altrimenti domandati perchè molti di noi ex-tesserati non partecipiamo più da tempo a nessuna attività.
iuri
Mirabelli, senza polemica, potrebbe per cortesia sottolineare dove trova gli insulti nella cronaca della serata?
Un'altra cosa: oggi è stato postato su OMB un articolo di Travaglio che ricorda Enrico Berlinguer, un nome che a lei dovrebbe ricordare qualcosa. Lo legga, magari ci trova qualche spunto su cui riflettere. Grazie.
Mi associo a Romeo nel sottolineare quanto abbia ragione Travaglio su l'Unità di oggi citato in un altro post. Mirabelli non ha usato la parola "veleni", ma poco ci manca. Spaccia la critica dura per insulto, nel tentativo di distogliere l'attenzione da una realtà drammatica e inequivocabile: l'inadeguatezza sua, di chi l'ha messo lì e delle persone che lo circondano. Se queste sono le persone che devono dare vita al nuovo PD, il 15 ottobre al massimo avremo un "vecchio PD". Di nuovo questa gente non sa dire nè pensare nulla.