Pronto, chi ricatta?
di Marco Travaglio
Tenetevi forte, perché questa è davvero carina. L’ha raccontata il cronista campano Vincenzo Iurillo sul giornale “Metropolis”. Riguarda la doppia morale dei nostri politici, nella fattispecie del centrodestra. Antefatto. Il 7 settembre 2005 il deputato di An Marcello Taglialatela convoca una conferenza stampa e distribuisce ai giornalisti una cartellina con le fotocopie delle intercettazioni di alcune telefonate tra il deputato Ds Pino Petrella, bassoliniano doc, e il manager dell’Asl Na2 (la seconda azienda sanitaria napoletana) Pierluigi Cerato, all’epoca indagato per una presunta truffa di rimborsi facili a centri di riabilitazione. Le intercettazioni risalgono all’estate 2003 e rivelano le fortissime pressioni del parlamentare sull’amico e compagno manager per convincerlo a nominare direttore sanitario un medico raccomandato dai Verdi. Cerato risponde picche, dice che il raccomandato non ha i requisiti e alla fine nomina un altro. Ma Petrella insiste, lo tempesta di chiamate, e alla fine gli intima addirittura di «stracciare la cosa», cioè la delibera che nomina il candidato «sbagliato», altrimenti crolla la coalizione del centrosinistra. Ma invano. Le telefonate sono state intercettate dai giudici di Napoli che indagano sulla presunta truffa, però non riguardano gli accreditamenti oggetto dell’inchiesta: ma sono state trascritte ugualmente nei verbali depositati nel fascicolo del pm e poi allegate agli atti del Riesame chiamato a pronunciarsi sulla revoca degli arresti a Cerato. Dunque non sono più coperte da segreto. Ma chi le ha passate all’on. Taglialatela? «Ho ricevuto i verbali in una busta anonima», spiega lui. I giornali pubblicano tutto, e la bufera mediatica che ne segue terremota la politica napoletana. Solito copione: la sinistra tuona contro la «fuga di notizie» e le inesistenti «violazioni del segreto istruttorio»; la destra ribatte sottolineando la gravità politica, morale e anche penale di quelle pressioni, dunque la loro rilevanza pubblica. Cerato perde il posto, sostituito dalla giunta Bassolino. Petrella, poi rinviato a giudizio per minacce, non viene ricandidato dai Ds alle elezioni del 2006. Ora qualche ingenuo potrebbe pensare che l’on. Taglialatela e i suoi alleati che due anni fa sostenevano con vigore la divulgazione delle telefonate sulla malapolitica, indipendentemente dalla rilevanza penale (all’epoca Petrella non era indagato: lo era Cerato, ma per altre vicende), si stiano battendo come leoni contro la legge Mastella che vieta ai giornali di pubblicare intercettazioni e atti d’indagine, anche se non più coperti da segreto, pena una multa fino a 100mila euro. Invece no. L’on. Taglialatela e i suoi alleati sono tra i 447 deputati che il 17 aprile alla Camera hanno approvato, compatti come falange macedone, la legge bavaglio che, se in vigore due anni fa, avrebbe vietato loro di pubblicare le telefonate di Petrella e Cerato. Il cronista Iurillo gli ha fatto notare la lieve contraddizione. Taglialatela ha risposto: «Secondo me, non è proprio così. Quei verbali non erano coperti da segreto». Già, ma il ddl Mastella vieta di pubblicare anche gli atti non segreti. E lui: «Io quelle telefonate le avrei divulgate lo stesso perché la vicenda meritava di essere raccontata e i verbali di essere diffusi». Già, ma il ddl Mastella vieta di pubblicare anche (anzi, soprattutto) quelli che meritano di essere diffusi. Lui replica: «Ci sono stati troppi eccessi, alcuni giornali hanno esagerato pubblicando carte con evidenti fini strumentali». Già, ma anche se lui li avesse diffusi, con la nuova legge i giornali avrebbero rischiato una multa di 100 mila euro. Risposta: «È una valutazione del giornale se il gioco vale la candela. In presenza di un verbale che giornalisticamente meriterebbe di essere pubblicato, il giornale mica per forza non deve farlo... Rischia di pagare l’ammenda, questo sì... Io, da parte mia, con questa nuova legge, se mi ricapitassero i verbali di Petrella, tornerei a diffonderli». Ecco: lui li racconterebbe lo stesso, tanto è protetto dallo scudo spaziale dell’insindacabilità parlamentare. Così il cerino resterebbe nelle mani dei giornali, che dovrebbero farsi due conti e decidere se pubblicarli o no. La multa diventerebbe, per gli editori interessati a screditare la sinistra, un investimento più che sopportabile. Per gli editori non interessati, invece, molto meno. E il diritto dei cittadini a essere informati di tutto sarebbe affidato a una guerra per bande. Complimenti a Taglialatela e agli altri 446. Avanti così, fateci sognare.
Ormai ho finito gli aggettivi.
. . . (sic..!!)
Sismi: indagati Pollari e Pompa
Procura Roma su vicenda archivio segreto intelligence
(ANSA) -ROMA, 26 GIU- L'ex direttore Pollari e l'ex funzionario Pompa, del Sismi, sono indagati dal pm di Roma per la vicenda dell'archivio segreto di via Nazionale. I reati contestati per entrambi sono peculato e possesso abusivo di informazioni riservate. Sono state, inoltre, perquisite la casa e l'auto di Pompa. Dai magistrati romani sono stati, inoltre, esaminati documenti, la maggior parte dei quali gia' acquisiti dalla Procura milanese che per prima ha indagato e ha poi trasmesso gli atti a Roma.