Grazie, quanti anni hai? Hai figli? Se sì, come li stai educando?
Il problema è tutto lì: un bambino di due anni è un contenitore enorme, ma completamente vuoto, Se ci metti merda, dopo 15 anni ti trovi un diciasettenne di merda, se ci metti oro, ci potresti trovare ancora qualche pepita.
I giovani non hanno alcuna colpa di quello che una classe politica, un mondo di adulti incoscienti ed una società dell'immagine a tutti i costi ha voluto fare di loro.
Io, purtroppo, non ho figli, però sono d'accordo con Adimant.
Da quello che vedo attorno a me non sempre i genitori riescono, però nella maggior parte dei casi se trasmettono buon esempio e sani principi ci azzeccano.
Il fatto è che questa società tratta tutti come dei consumatori e, forse non sempre ce ne rendiamo conto, il primato del mercato sull'etica e sulla politica ci ha fregati.
La politica stessa poi è degradata.
Si parla a volte solo di Diritti, mai di doveri e di educazione.
Io farei un monumento a quell'insegnante, e al giudice che ieri l'ha assolta, che ha fatto scrivere tante volte ad un allievo "io sono un deficente". L'allievo aveva fatto un atto di bullismo/razzismo e la punizione non era degradante.
Molti amici insegnanti (e parlo di progressisti, non di reazionari) mi riferiscono che, mentre magari i veri insengnati "reazionari" si permettono di maltrattare i più deboli (vedi bambini immigrati, ecc.) e nessuno li tocca, quelli che vorrebbero "raddrizzare" un attimo i ragazzi (spesso bulli e prepotenti) anche con richiami, punizioni, ecc vengono stoppati da un fronte dei genitori ormai aprioristicaente contro
la figura dell'insegnante, sempre a dire "non si tocchi MAI il mio ragazzo, è u bravo ragazzo" anche quando evidentemente è tutt'altro che un bravo ragazzo.
Quoto Adimant.
Arroganza e superficialità non sono caratteristiche tipiche giovanili, ma valori trasmessi loro dagli adulti (ovviamente esiste anche la responsabilità individuale, per cui si spera che qualcuno possa anche riuscire a divincolarsi dal nulla o dalla merda che gli sono stati rovesciati dentro).
Comunque, io produci, consuma, crepa continuo a scriverlo dappertutto.
ho 50 anni,
fino a 6 sono cresciuto con mia nonna, i miei erano emigrati in svizzera: la mia nonna insieme al pane mi nutriva di concetti quali rispetto per gli altri, dare una mano a quelli che avevano meno di noi (e noi avevamo veramente poco), riflettere prima di agire sull'effetto delle nostre azioni...poi passai ai genitori ufficiali e la musica cambiò, perchè in fondo ero coglione a non dar di gomito per arrivare primo e l'obbiettivo era già allora, nei ruggenti anni 60,dimostrare di essere al passo coi tempi.
i deficenti ci sono sempre stati, anche ai miei tempi c'erano i bulli e i prepotenti, spesso figli di prepotenti e bulli o comunque di gente che anteponeva denaro e successo alla sensibilità e alla cultura.
buona parte di questa gente ora riveste importanti incarichi pubblici o politici...
di che stupirsi?
Bah. Io mi chiedo se la descrizione dei ggiovani che abbiamo letto sia peculiare sono per gli adolescenti italiani, o per tutti gli occidentali. Che ne so, i danesi, gli svedesi, gli spagnoli et cetera sono pure così? Sulla innegabile maleducazione siamo d'accordo; però io leggo sul blog di Grazia espressioni e modi di dire e storielle che mia madre considererebbe inaccettabili per una donna, ma a me non disturbano. Mi pare che ognuno sia figlio del suo tempo e come è sempre accaduto a un certo punto ci sarà l'inevitabile collasso.
Internet, con i vari blog e diari, risulta essere uno spaccato della vita reale...
Ora capisco perché ti sei confrontata con ragazzini/e dodicenni o poco più e abbassata al loro livello, solo per comprenderne l'indole.
Leggo tra le righe che desisterai dal diventare genitore, sbaglio?
Parlando da neo padre..
Come mette bene in evidenza Adimant i bambini sono bambini , prendono quel che si dà loro.
La famiglia è importante (fondamentale) ma non è l'unica cosa. Mi guardo attorno e scopro che:
1) I nidi sono pensati come parcheggi (esistono anche i baby parking ...). Oggi non esistono più molte "famiglie grandi": io avevo 10 cugini, mio figlio nemmeno uno.. e nessuno all'orizzonte. Entrambi i egnitori lavorano: il nido è una risorsa a volte indispenasbile, ma deve essere una occasione per imparare. NON SONO PENSATI COSI'. servono ai genitori, non ai figli.
2) La scuola, mi sto informando e mi guardo in giro. Ce ne sono di buone, ma quel che manca è il progetto. Una volta (quando ero bambinio io) la scuola era 'pensata' c'erano teoria varie all'eduaczione, ognuno le seguivca a suo modo, ma le cose venivano fatte con una idea. Oggi la scuola non si sa a cosa deve formare e per cosa. NOn si ha idea di cosa insegnare.. ritorniamo al parcheggio.
Adesso aprlo invece da ricercatore/docente universitario.
Vedo arrivare i ragazzi diciotteni, chi bravo chi meno, chi voleneterosom chi meno. Impossibile generalizzare. E quel che so è: Ho delle cose da insegnare? Penso di sì. Se loro le imparano ci guadagnano qualcosa? La verità è che io continuo (con i salami davanti agli occhi) a dire di sì, ma chi mi circonda pensa di no. Alla fin fine si pensa a numeri puntegim crediti, meccanismi, garanzie. Ma da anni non sento parlare di problemi formativi veri. E quando lo sento in genere è una scusa per interessi.
Colpa dei docenti? O forse del fatto che l'unievrsità è stata riformata 3 volte negli ultimi anni, ma sempre a costo zero. Nessuno sa davvero quali siano gli obiettivi formativi.
Conclusione:
La scuola è da sempre una struttura reazionaria: cerca di insegnare alla prossima generazione i principi della vecchia. Da sempre i giovani si ribellano e cercano di modificarla (spesso riuscendoci) per inserire principi nuovi.
Oggi la scuola non è reazionaria. Non vuole insegnare nulla. I giovani non hanno nulla cui ribellarsi. Nessun principio da affermare. (come affermi un principio se non te ne hanno mai presentato uno?)
I rapporti sono solo "personali" (la famiglia) mai "sociali" (la scuola).
Conclusione: La ribellione è solo alle persone.
Le istituzioni hanno il rispetto che hanno insegnato.
Scusate lo sfogo. Perchè questo lo è molto.
Ho 19 anni .. mio padre non c'è + e delle mazzate ke mi ha dato mi ha fatto diventare un ragazzo perbene... ora si tratta di definire se gli altri padri sono tati in grado o no di educre i propri figli.. perchè io a vedere questi baby camorristi renderei a calci in culo prima i padri e poi loro.. scusate x i toni accesi ma la colpa è solo di una generazione ke non ha saputo fare da educatore sulla scia della vecchia DC.... diceva mia nonna "mazz e padell ann e figl bell!"
Max, la scuola è reazionaria anche se non insegna nulla .....insegna l'unica cosa che occorre imparare oggigiorno: ad essere passivi e a stare tutti zitti in fila davanti al bagno..... , a rispettare le gerarchie e l'autorità, a portare libretti, giustificativi, firme dei genitori, copie di certificati ecc., a "rispettare" gli altri anche se non ispirano né stima né rispetto ma sono investiti di autorità di cui non si conosce nemmeno più lo scopo. Si impara ad annullarsi nella società di massa. E quindi vediamo i fenomeni di ribellione deviati verso il nichilismo anzichè verso la creatività. Perchè da sempre le energie dei giovani sono state contrapposte a quelle dell'esistente. Perchè non si può escludere dalla parte "fondativa" la quota più vivace della collettività - appunto i giovani - senza ottenerne in cambio le peggio cose come il bullismo, la maleducazione, l'ignoranza e il non rispetto e in generale la mancanza di empatia per il prossimo. Se ad un ragazzo giovane si danno solo un elenco di divieti e di obblighi da rispettare avremo in cambio ciò che ne deriva: un individuo impotente e risentito, pronto a fare la sua parte di nichilista anziché quella che gli sarebbe propria di portatore di novità e di un nuovo punto di vista. Moltissimi giovani hanno trovato modo di appassionarsi a vari temi importanti: la salvezza del pianeta dall'inquinamento e dalla guerra, la salvezza dei piccoli villaggi contro il dilagare della modernità (vedi Elfi e altre realtà spesso incrociate con le lotte come Vicenza e Val di Susa). Spesso rifuggono la politica spettacolare ma altrettanto spesso vengono risucchiati dall'illusione che li porta nei partiti e nei gruppi tradizionali solo per sfruttarne le giovani forze e farne dei piccoli dalemini in erba.
La famiglia è solo un nome sempre più vuoto ma che se funziona spesso fa più danni di quando non funziona. Il '68 è ormai molto lontano nel tempo ma mi ritrovo spesso a considerare quanto sia stato importante per la mia generazione essere coeva di quei fatti: si era giovani e si credeva di poter cambiare il mondo alla radice. Se anche non abbiamo vinto siamo comunque stati protagonisti del nostro tempo; e nella mia esperienza i nostri figli sono sicuramente venuti su meglio di tanti altri.
"Arroganza e superficialità non sono caratteristiche tipiche giovanili, ma valori trasmessi loro dagli adulti".
Assolutamente vero. Triste però come chi ha figli dia sempre meno responsabilità alla famiglia e sempre più alla politica, alla scuola alla tv.... etc...
Sempre colpa degli altri, eh? E' chiaro che i giovani subiscono molte influenze e sembrano sempre particolarmente sensibili a quelle più negative. Ma i genitori non possono lavarsene le mani, la responsabilità ultima è la loro. Scusate la franchezza...
Boccadorata,
lu tue impressioni alla fine coincidono con le mie.
La scuola, nella sua reazionarietà è diventata più efficiente. Non riproduce una società, ma produce una generazione che non si oppone alla precedente.
Inquietante.
Non voglio un figlio obbediente. Vorrei un figlio con il quale dibattere... Come ho sempre fatto con mio padre. Spero di riuscire ad insegnarlo, ma quel che constato è la dificoltà nel trovare ausilio nella società nell'insegnare le cose che ritengo giuste.
RossaNaturale,
come genitore mi prendo tutte le mie responsabilità, e sono d'accordo quando dici che le colpe spesso sono in famiglia. Spero di non fare errori (come tutti) e come tutti ne faccio. Ma il punto è che vorrei aiuto nella società nell'educazione di mio figlio. Trovo invece ostacoli.
Tenendo presente che la società di oggi è invasiva sul singolo... per mantenere mio figlio devo anche lavorare (sia io che mia moglie). Quindi ho bisogno di supporto (anche pagato) per gestire il tempo. Se per lavorare metto mio figlio al nido, vorrei che questa non fosse solo un fatto di convenienza (e spesso obbligo) per il mio lavoro, ma una esperienza positiva per lui.
In altre parole, ho le mie responsabilità e le accetto, la mia domanda è sono solo davanti a queste? o la società mi è di supporto?.
Se sono solo, allora la tua franchezza merita un vaffanculo. Perchè significa hai fatto un figlio, cazzi tuoi. A quel punto la società è qualcosa solo da USARE per ottenere quel che io voglio. Non mi funziona.
Se invece il punto è la società ti dà il supporto che può (magari scarso o nullo), ma il figlio è il mio e con questo la responsabilità. Allora la tua franchezza è benvoluta.
Spero di aver fatto capire la sottile differenza tra le due interpretazioni della responsabilità del genitore.
Si, va bene tutto... la scuola , la società, la televisione... ma il degrado civile e sociale dei giovani inizia in famiglia, una famiglia disgregata ed inesistente nella maggioranza dei casi.
No famiglia sana, no ragazzini civili ed educati...
Lo sfascio è iniziato da quando i genitori sesantottini han voluto essere degli amici per i loro figli, piuttosto che essere e fare i genitori.
Altro errore dei genitori è quello di difendere a spada tratta i figli, mentre una volta il ragazzo si guardava bene dall’andare a piangere dai genitori, sapeva che ne avrebbe prese altre.
Provate a riprendere un ragazzino che imbratta i muri pubblici o sfascia l’arredo urbano, il gioco preferito di questi teppistelli, troverete il padre che viene a suonare il campanello di casa vostra inca**ato nero, e vi va bene se non è armato.
Questa è la realtà.
L’equazione amicizia tra maschio e femmina è utopia, alla stessa tregua dell’amicizia tra genitori e figli.
Parlo con la mia breve esperienza di quattordicenne e mi sento di dire che si è un po’ generalizzato. Certo, molti giovani sono maleducati, ignoranti, rispondono male, non hanno limiti, ma penso che ci sia anche una piccola minoranza che cerca di usare il cervello in modo intelligente.
Il problema è che si è quasi del tutto perso il dialogo, in famiglia, a scuola. Un ragazzo della mia età passa la mattinata a scuola, poi ha i pomeriggi carichi di attività extrascolastiche (vedi sport). A cena, quando si dovrebbe parlare in famiglia, l’unico problema è il canale della tv (eternamente presente).
Si parla di genitori non presenti (lavoro indispensabile... etc) ma se la sera piuttosto che piazzare il bambino piccolo davanti alla play o alla tv, si “perdesse” tempo a raccontare una favola o comunque si provasse a passare un po’ di tempo insieme? il tempo è poco, ma anche quel poco che si ha, non si adopera in modo giusto. In ogni modo, cerchiamo di non generalizzare, ci sono anche genitori che nonostante il lavoro, sono presenti. Non esistono solo famiglie che se ne fregano, ma ci sono anche quelli che ai figli qualcosa insegnano, o almeno ci provano.
Anche a scuola, sempre più spesso si segue solo ed esclusivamente il programma scolastico, e chi c’è bene, chi no fatti suoi. Ormai sono pochi gli insegnati, in genere quelli anziani, che cercano ancora di parlare con gli studenti, i quali spesso non ascoltano ma qualcosa rimane sempre. Certo che quando in classe l’insegnate pensa solo a far passare l’ora e andarsene a casa o si mette a parlare di Amici, la cosa diventa inutile.
Sì Gianni, hai anche ragione. Ma detto così è più qualunquismo che altro.
Siamo d'accordo sul ruolo reciproco etc etc.
Ma la verità è che essere genitori non è mai stato facile e (probabilmente) non lo sarà mai.
Difendere a spada tratta i figli o essere ancora più duro. Vecchi discorsi che si fanno da sempre. Discorsi "generici" e non "generali". E poi tu hai figli e sei così sicuro che queste tue ricette siano giuste? Mi auguro per te di sì ad entrambe le risposte.
Il problema è che tu sia bravo o non sia bravo come genitore, che tu ci metta o meno al buona volontà, sei solo.
E' più facile sbagliare in famiglia (difenedere a spada tratta o essere incpace di ascoltare) se i problemi diventano tanti, insormontabili e affrontati nella solitudine.
Se poi becchi il delinquente figlio di delinquente.. beh.. per insegnare a delinquere la nostra società ti dà tanto aiuto.
Scusatemi ma a me questo articolo sembra solo un'accozzaglia di luoghi comuni. Nonchè, e questo mi dispiace di più, una evidente incapacità di leggere e capire cosa i giovani di oggi (NB: i giovani con un g sola, non i ggiovani con g cioè le caricature televisive della nostra generazione) pensano e fanno.
Io preferisco di gran lunga la mia di generazione, che magari parla attraverso sms e parole mozzate e che si imbarazza nel dialogo interpersnale, che comunica via computer e msn, che crede tantissimo nell'amicizia ma che ha contemporanemanete paura e diffidenza della parola "valori", che diffida di qualsiasi ideologia, che ci mette passione in ogni cosa che fa, che ha troppi sogni.
Voi pensate e fate sempre in modo di convincere voi stessi che i giovani di oggi siano tanti piccoli Costantino e Fabrizio Corona. Ma i giovani di oggi sono invece tanti Fabrizio Moro, tanti Simone Cristicchi, tanti Roberto Saviano.
E vi dico di più: la mia generazione la preferisco migliaia di volte alla generazione "vostra", di voi che ci avete educato, di voi che negli anni 70 vi picchiavate per la strada urlandovi la qualunque, intrisi di ideologia fino al collo. Di voi che avete saputo produrre solo decenni di democrazia cristiana prima e di triste berlusconismo poi.
Noi non siamo come voi, fatevene una ragione!
Vi linko anche un bellissimo pezzo di Maurizio MOlinari sul -La stampa, che parla dei giovani americani di oggi e di una indagine fatta su quello che questi pensano sulla politica e sul mondo. E io mi sento molto americano, e molto liberal e molto democratico...
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=524&ID_sezione=58&sezione=
Sono d'accordo con te Aaren, il discorso è un po' troppo generalizzato.. però su questi temi è difficile che non accada.
La tua esperienza però è di aiuto ... ed anche sconfortante:
"Ormai sono pochi gli insegnati, in genere quelli anziani, che cercano ancora di parlare con gli studenti"
Una volta erano gli insegnanti giovani quelli che cercavano di parlare...
Pe i problemi in famiglia... Non mi risulta esista una sola generazione in cui i figli on si sono lamentati della troppa/troppo scarsa attenzione dei genitori.
Su questo non penso che la nostra società influenzi più di tanto, è un fatto più individuale. Unica cosa, forse le famiglie di oggi, meno numerose, danno meno spazio al dialogo.
Se hai 3 fratelli e 20 cugini è più facile trovare in famiglia qualcuno con cui parlare... Fino a una ventina di anni fa una famiglia di 2-4 figli era comune .. e quindi anche i fratelli ed i cugini erano tanti ...
Ora sono pochi i parenti ... e la scuola fa solo da parcheggio.
uffà quante menate sui giovani, e sono maleducati, e sono superficiali e non hanno valori e non sonpo più i giovani di una volta, rispettosi ed ossequiosi anche quando facevano il 68,78,88,98.
i giovani son giovani e lasciamoli stare e fare che anche loro diverranno meno giovani e poi maturi e poi anziani, ma sè continueremo a dire di loro quello che dicevano di noi, loro a loro volta diranno.........non ci sono più i giovani di una volta..
caro max... io non vorrei definirmi un roberto saviano sai com'è non faccio libri per successo... apriamo un pò gli occhi.. lui è di casal di principe io di saviano feudo del'on. mensorio di carmine alfieri e tanti altri che non sto qui a citare.. la realtà non è quella descritta nel suo libro.. la realtà è sulla faccia della gente che incontri per strada.. parassiti che si nascondono dietro una faccia pulita da professionista e adornati di un el vestito firmato... questa è la camorra .. non quei deliquenti per strada a sparare.. la camorra è un sistema e roberto saviano uno ke ha fatto business basta pensae che ubblica quasi un articolo a settimana sull'espresso .. io voglio essere un peppino impastato o un don luigi merola che un roberto saviano
mah. oggi se non si sa a chi riferirsi per un eventuale comportamento maleducato di un giovane (come se noi non fossimo giovani) spesso ci si trova nelle situazioni imbarazzanti: "parlo con un papà che è partito alla volta del Brasile nel lontano 1974? parlo con un insegnante? con chi parlo e perché? di chi sono garante?" queste secondo me sono solo alcune delle domande che dovremmo rivolgerci prima anche solo di parlare male dei "giovani".
per il "produci consuma crepa" mica aspetteremo gli altri vero? Beppe Grillo per esempio ha scoperto che è bene usare le popolari cyclette anche per non farsi turlupinare dalle aziende municipalizzate più ladre e chiunque può seguirne l'esempio senza affatto badare a che cosa fanno o non fanno gli altri.
Carolina
A casa nostra si parla scavalcando spesso la voce della tv - si parla di libri, di cinema o di politica. Si parla dei guai nostri o di altri e dei pensieri e delle idee che abbiamo. Siamo molto soddisfatti del rapporto con nostro figlio e lui è contento e si fida di noi. Questo "idillio" è il frutto di ventanni spesi ad essere noi stessi con la maggior dose possibile di autenticità e di generosità all'interno del nucleo e soprattutto all'esterno: in linea di massima non diamo regole ma solo esempi di come facciamo noi per stare meglio o per dimostrare all'altro la stessa attenzione che desideriamo per noi stessi. Siamo critici della società ma non scegliamo di pretendere i cambiamenti a partire dagli altri ma da noi stessi. L'idea che io cerco di trasmettergli è che la responsabilità è connaturata nel potere: se non ti assumi gli oneri non avrai neppure gli oneri o la facoltà di decidere sulla tua vita.
È vero, il genitore è il mestiere più difficile del mondo e se “nessuno nasce imparato” è altrettanto vero che nessuno te lo insegna questo mestiere.
Non vi è nessuna formula magica o matematica che possa insegnartelo, soprattutto perché ogni genitore è unico, come unico è ogni ragazzino.
Sfido chiunque a negare che nell’adolescenza abbia, in certi momenti o frangenti, odiato o si sia vergognato dei propri genitori, è fisiologico a quella età, come è altrettanto vero che ogni ragazzino davanti a certi comportamenti dei genitori e da lui non graditi, si ripromette in cuor suo che un domani da genitore non farà le stesse azioni.
È altrettanto vero che i genitori sono soli ma, piuttosto che cadere nelle spire delle istituzioni, (leggi assistenti sociali, servizi sociali, sportello famiglia, tutela minori) è meno dannoso per tutti che alcuni problemi rimangano in famiglia.
Intendiamoci, ho detto alcuni.
Chiudo con una domanda… perché se il ragazzino viene preso solo è docile e ragionevole, mentre nel branco si trasforma?
Potremmo dire che l’uomo è come la bestia, specialmente se l’intelligenza data ad ognuno di noi, anche se non in parti uguali, non viene usata appieno.
Per questo ogni individuo è unico.
p.s E non buttiamo tutto in politica!
bel post
molto attuale...
credo che nel 1807 si lamentassero + o - delle stesse cose ...
Il fatto è che se "ai miei tempi" in una classe di circa 20 persone le mele marce erano due adesso succede il contrario.
Antonella invece ti dico che il post è molto attuale poichè molti si lamentano dei giovani adolescenti e non parlo di vecchi rattusi invidiosi.
Vorrei oltremodo chiarire che non parlo di delinquenti, parlo di ragazzi normali, parlo delle mie vicine di casa che non salutano mai con un sorriso quasi ti facessero un favore e quando sono con il loro gruppetto non salutano neanche, io non ero così, parlo anche di ragazzi che ho contattato su messenger con gentilezza e per tutta risposta sono stata respinta con un "ma che cazzo vuoi da me, sei lesbica? che brutta che sei, vaffanculo" etc.
Vorrei sapere cosa vogliono dimostrare con tutta questa aggressività, perchè sono così rabbiosi, cosa hanno nell'animo?
Avete mai visitato un loro blog? quelli neri, con i teschi, gli angeli demoniaci dove parlano di sesso peggio di Moana Pozzi.
Non ho figli, spero di averne, spero di essere una buon madre, ma ho paura di sbagliare.
x Aniello non esageriamo però, che con le mazzate non si risolve molto. A me bastava uno sguardo di mio padre per farmi sentire una merda e le mani addosso non me le ha mai messe.
caro scusi.. era una metafora.. io sono contrario a qualsiasi forma di violenza il problema è ke oggi la mangiatoia è troppo bassa!
ehehehe
comunque sono una donna ;)
Io ho fatto l'insegnante al Liceo e tornerò a farlo a Settembre per qualche altro mese (supplenza per maternità). A me i ragazzi d'oggi piacciono. Sono simpatici, spontanei e liberi. Molto più liberi delle generazioni precedenti. Che è un altro modo di vedere quanto scritto da Grazia. Io lo trovo immensamente positivo e ritengo che saranno molto meglio della generazione di dreamers falliti 68ini che tante disgrazie ha portato al mondo.
scusiscende: i giovani d'oggi non rispettano le gerarchie, non sono succubi dei ruoli predefiniti, non ti salutano per obbligo, ma solo se ritengono sia giusto farlo. E' un male? Per me no, è un bene! Finalmente una generazione libera da condizionamenti e sovrastrutture oppressive, da schemi preconcetti e da obblighi decisi da altri per conto tuo.
intanto la società ci ha fatto ignoranti e ognuno deve stare al suo posto... ke balleesistenziali la dmocrazia e la libertà
MAX, direi che gli insegnanti giovani non fanno altro che spiegare le lezioni, senza riuscire a imporsi, o meglio non vengono "sentiti" per rispetto ma perchè "hanno il potere". In genere un insegnate di 65 anni o più, sta a scuola perchè gli piace... piace avere contatti con colleghi, genitori e con i ragazzi. Ed è ovvio che gli piace anche parlare, raccontare le proprie esperienze.
Concordo sul fatto dei fratelli. Io ho due fratelli e una sorella tutti più grandi. E' naturale che, in assenza dei genitori, ho avuto modo di comunicare, imparare a stare insieme, e ho preso qualcosa delle loro idee. Un figlio unico non ha queste opportunità ed è quasi sempre solo.
D'accordo su tutto.
Poi però ci penso su e mi ritornano in mente quando i sociologi ci chiamavano "generazione x" a noi adolescenti degli anni '90. Gente imperscrutabile si diceva, senza idee e senza valori. Poi si guarda le biografie degli deatori dei vari Web 2.0 e prima ancora di napster e non ci si capisce più.
Per non parlare di queli nati sul finire del Quaranta e inizio anni '50, quelli che hanno vissuto l'università del 30 politica tanto per dire - si non tutti, non ovunque, d'accordo, si generalizza - e ci si chiedeva che razza di società si stava tirando su.
E alla fine tutti i soloni deprecavano il tutto, di una società che marcisce, del futuro che sarà in mano a giovani che hanno vissuto così.
Non so,... forse sono quelle cose del tipo che anch'io tra dieci anni farò.
I tempi sono cambiati. in meglio e in peggio. sia come sia. io invidio i giovani di oggi che hanno la cultura a un click, io che per leggere seriamnete di musica dovevo comprare riviste, attendere mesi per dischi d'importazione o aspettare che i film passassero in tv. perchè il passaggio del film in tv era ancora un evento, era ancora Lunedìfilm con la sigla da brividi, era ancora Filmissimi. Ora non c'è più niente in tv tra fiction e reality, ma tanto su internet, cose che avrei pagato oro per avere 10 anni fa. Ok. ho scritto troppo, ho sbrodolato. me ne scuso.
A presto.
Io ho fatto l'insegnante al Liceo e tornerò a farlo a Settembre per qualche altro mese (supplenza per maternità). A me i ragazzi d'oggi piacciono. Sono simpatici, spontanei e liberi. Molto più liberi delle generazioni precedenti. Che è un altro modo di vedere quanto scritto da Grazia. Io lo trovo immensamente positivo e ritengo che saranno molto meglio della generazione di dreamers falliti 68ini che tante disgrazie ha portato al mondo.
Ho capito chi sei: la professoressa di Lecce, quella di estrema destra che si faceva toccare il culo.
Upanisad vorrà dire che comincerò ad essere spontanea anche io con loro e li prenderò tutti a calci nel cuculo, soprattutto quella vicina che spesso veniva in casa mia quando la madre andava a scopare qua e là.
Pier mi ritengo invece fortunata di non aver avuto internet a 15 anni.
Si andava in biblioteca con gli amici, compagni di scuola, a fare ricerche, o a casa di chi aveva l'enciclopedia motta, ci si divertiva.
C'era lo scambio di musicassette, ne ho appena buttato una scatola piena, "se tu compri i Roxette io compro i Guns così ce li scambiamo".
Non c'era il cellulare o le mail, ci chiamavamo a casa per le versioni "tu ne fai la prima metà ed io la seconda". E il brivido per recuperare in libreria il DE Bello Gallico tradotto, soltamente si partiva in due per comprarlo a tutta la classe?
Io non avrei pagato oro per avere internet, perchè internet ti priva di molte cose, ormai siamo tutti drogati del web, non ci si sbatte più per cercare qualcosa in giro, basta andare su un sito e trovi tutto quello che vuoi.
Secondo me è la rovina dei ragazzi.
p.s. la sigla di lunedì film è di Lucio Dalla, la trovavo agghiacciante anche io. Ma quando la sento mi ricordo il bellissimo periodo quando da figlia unica diventai sorella di qualcuno, il lontano 1983.
Tenente Piccione lo penso anche io...
ScusiScende sembri brock dei pokémon.
Ti puzza il culo.
Sei onyx.
Il tuo fidanzato è magikarp
E i tuoi capelli sono tentacruel
Zazzera zattera
Le tue tette sono wipimbell
il tuo alito è muk
No. Dopo anni di rimozione, leggo "Voi, siete i ragazzi di oggi, voi", e mi salta da dentro l'immagine di Luis Miguel in un SanRemo forse '80 o '90. L'avevo rimosso e adesso c'ho in testa "Noooi, ragazzi di oooggi, noooi".