Due scelte per Veltroni
di Mario Monti
La candidatura di Walter Veltroni alla guida del Partito democratico ha suscitato grande interesse. Lo stile è stato apprezzato. Gli obiettivi politici, indicati con chiarezza, sono stati ampiamente condivisi. In questa candidatura, molti vedono una carica di innovazione capace di dare impulso e forse maggiore serenità alla politica italiana, non solo al centrosinistra.
Sul Corriere del 25 giugno, Angelo Panebianco chiedeva a Veltroni alcuni «pronunciamenti netti sulle cose che contano», tali da «dare una vera identità riformista al Partito democratico » e da porre il candidato sulla strada della « leadership democratica», non della « leadership ulivista ». Nel discorso di Torino, Veltroni sembra aver accolto l'invito. Dallo sviluppo delle infrastrutture alla lotta alle rendite, gli obiettivi chiave per un'Italia più competitiva ed equa sono stati indicati con forza.
Ma il Partito democratico — guidato da Veltroni, come è probabile, o da un altro leader — e il governo del quale il Pd vuol essere la colonna portante riusciranno a realizzare quegli obiettivi? Con quale metodo di governo sarà possibile conseguire risultati migliori di quelli finora ottenuti, con tanto impegno e affanno, dal governo Prodi?
Su questo tema cruciale, il sindaco di Roma per ora non si è espresso. Sarebbe utile che lo facesse. Così, il dibattito all'interno del Partito democratico e poi l'elezione del leader sarebbero pienamente consapevoli. E l'intero Paese sarebbe stimolato a riflettere su una questione che ci riguarda tutti: perché i governi di questi anni non sono riusciti, quanto avrebbero voluto, a dare all'Italia più dinamismo, competitività ed equità? Due punti sono rilevanti, soprattutto alla luce dell'esperienza del governo Prodi: il ruolo della concertazione e l'interpretazione del bipolarismo.
Concertazione. Oggi vi è un'asimmetria tra le rappresentanze di interessi. Alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali viene assegnato un potere di gradimento, se non di veto, sulle politiche economiche e sociali. Altre categorie, come quelle professionali, sono state trattate con decreti legge. Gli interessi più meritevoli, come quelli dei giovani o degli anziani non autosufficienti, semplicemente non trovano rappresentanza, perché non costituiscono corporazioni.
Veltroni manterrebbe questa asimmetria? O la eliminerebbe, prevedendo che ogni provvedimento sia preceduto da una consultazione pubblica aperta a tutti, ma non sia contrattato con nessuno? La questione è importante sul piano della parità di trattamento: mantenere o eliminare i residui ancora presenti di una visione secondo la quale la sovranità risiede in fabbrica, non nei cittadini? Ed è importante per l'efficacia delle politiche: si vedano i casi recenti di esercizio di un potere di interdizione su pensioni e pubblico impiego.
Bipolarismo. L'interpretazione «frontale» del bipolarismo ha portato a non cercare neppure un circoscritto consenso bipartisan
per portare a buon fine alcune riforme strutturali intese a ridurre le rendite delle corporazioni. Propositi lodevoli in tema di liberalizzazioni hanno avuto risultati pratici modesti. L'opposizione, dimenticando che a volte pretende di essere «liberale», ha cavalcato in Parlamento ogni resistenza corporativa. Per imitazione il fervore di parlamentari della maggioranza si è attenuato.
Veltroni riterrebbe opportuno, pur in uno schema di bipolarismo, ricercare un limitato consenso con l'opposizione su poche riforme essenziali? Quel senso bipartisan di responsabilità che emerge a volte a sostegno di missioni internazionali dell'Italia, non dovrebbe essere applicato anche ad alcuni teatri nei quali la guerriglia delle corporazioni minaccia il futuro, se non la vita, dei giovani italiani?
detto in altri termini: è Waltere pronto a uno strappo traumatico con la cgil? E' Waltere pronto a affrontare l'abolizione di fatto delle pensioni e la precarizzazione anche del settore pubblico coniugando i suoi voti con quelli di destra?
Risposta: sì
Tanto poi ci sarà sempre un De Gennaro e/o un Manganelli a mandare i carri armati nelle strade tra alti peana bi-partisan. Che se però va male poi magari si ritrovano davvero alla Concordia...
Sembrerà strano, ma sono quasi del tutto d'accordo con Marco.
In Italia abbiamo una destra volgare, folcloristica che sta nel centro destra e una destra seria e pericolosa che sta nel e di fianco al centrosinistra: la confindustria di Montezemolo, la banca di Bazoli, il salotto buono di RCS (cioè il Corriere).
Questa destra ha visto che il governo dei berluscones non è riuscito a fare la politica vera di destra che si voleva: era troppo impegnato a salvare il suo capo dai processi, a fare la legge sull'emittenza, a non scontentare poliziotti, ministeriali e percettori di pensioni di invalidità che votano AN, ecc.
Allora ha creduto di riuscire a fare le cose che vuole attraverso Prodi e Padoa Schioppa, li ha sostenuti l'anno scorso. Ma ora è diventata impaziente, non sopporta più gli indugi e vuol fare le sue "riforme" a qualunque costo, saltando gli ostacoli: niente "concertazione", cioè tagliamo le mani ai sindacati, e tanto "consenso bipartisan" perché così faremo i tagli (pensioni, sanità, pubblica amministrazione...) senza passare per le urne e potendo zittire la fastidiosa "sinistra antagonista".
L'articolo di Monti è il conto del ristorante che questa destra presenta a Veltroni: sei disposto a pagarlo o no, Walter? Per ora non lo si può sapere.
Ma "Loro" nel PD ci sono già, attraverso i loro rappresentanti: Salvati, Rossi, Franco De Benedetti, Morando....ma anche Rutelli, Gitti, Cacciari.... Stiamo a vedere come sarà fatta la squadra Veltroni, se imbarcherà questi nomi.
Dimenticavo di dire in che cosa NON sono d'accordo con Marco. Questa gente aborre la violenza e la volgarità del sangue, un capo della polizia che causasse un "fatto di Genova" lo caccerebbero il giorno stesso (anche perché sanno di essere ben più forti e meno ricattabili dagli apparati di quanto sia Prodi). Loro i risultati li vogliono raggiungere nella pace sociale, nella rassegnazione. Il loro ideale sono gli anni '90, gli sforzi assurdi per raggiungere l'euro ad una parità demenziale, le finanziarie "dell'emergenza nazionale" necessarie "per il bene di tutti"....
sembrerà strano ma sono quasi del tutto d'accordo con Paolo...
Nel senso che concordo sulla loro preferenza per l'olio di vaselina piuttosto che per il manganello (singolare). So anche che la cgil, al momento del redde rationem, si farà ampiamente indietro lasciano(ci) soli soletti. Il tutto sta a vedere se questo sarà sufficiente o meno. Vicenza, Valsusa e Serre sembrerebbero dire di no. Vedremo.