Pechino cancella 760mila morti
Beijing obbliga la Banca Mondiale a cancellare parte di un'analisi - "Cost of Pollution in China" - che quantifica in 760mila i morti all'anno a causa dell'inquinamento atmosferico e dell'acqua. Secondo il rapporto, circa 350-400mila individui muoiono prematuramente a causa dell'alto livello di inquinamento delle città (16 delle 20 città più inquinate al mondo sono infatti sul suolo cinese), 300mila decessi sarebbero invece attribuibili alle condizioni dell'aria presente in case, fabbriche, uffici, mentre il rimanente sarebbe attribuibile alle pessime condizioni igieniche dell'acqua potabile, che spesso necessita di essere bollita anche dopo essere stata trattata come ha evidenziato una recente indagine pubblicata su Vanity Fair US ("Environmental Issue").
Per il governo cinese, il rapporto della Banca Mondiale rischia di turbare l'ordine pubblico, creando i pretesti per dimostrazioni o sommosse popolari che rischiano di sovrapporsi ai continui moti di malcontento creati dall'inumano sfruttamento della manodopera proveniente dalle campagne.
La stampa locale cinese continua infatti a riportare quasi quotidianamente della scoperta di laboratori clandestini ove lavorano in condizioni di virtuale schiavitù famiglie intere, perlopiù provenienti dalle zone meno sviluppate del paese, come pure di scioperi derivanti da condizioni di lavoro con turni insostenibili e salari da fame.
A questo proposito si notano le ultimissime notizie del pestaggio degli scioperanti della Fu Jiang Energy Company nella provincia di Guangdong da parte di bande di malviventi, ingaggiati dall'azienda per "ammorbidire" i 300 operai, che da 4 mesi non percepivano lo stipendio. La polizia, accorsa in forze avrebbe semplicemente assistito - verosimilmente per contenere l'incidente ed evitarne il propagarsi ad altre fabbriche.
Le responsabilità dei voraci consumatori occidentali, a cui si aggiungono le peggiori abitudini filo-occidentali dei milioni di nuovi borghesi cinesi, stanno quindi arrivando ad un tragico e quantificabilissimo quid - previsto peraltro da più fonti in tempi non sospetti.
L'atteggiamento vessatorio da parte del governo cinese, e l'imbarazzante sottomissione da parte delle istituzioni occidentali, sono campanelli di allarme seri che dovrebbero meritare la seria e totale attenzione dei governi e dei consumatori occidentali, anche a scanso di rivedere le scelte e politiche in maniera di accordi commerciali, consumi, "business", come peraltro si è inziato a fare con il commercio dei diamanti della Liberia.
A tal proposito sarà anche interessante notare come gli USA risolveranno l'ennesimo incidente commerciale con la Cina, per il quale sono state vietate le importazioni di pesce in quanto fortemente inquinato da prodotti chimici altamente tossici.
Prevarrà anche qui l'interesse del Big Business e (quello stolto) del consumatore-speculatore occidentale?
di
Paul Weber (lettore di OMB)